Ieri sera ho guardato la televisione e ho visto per tre ore filate documentari sull'Africa: uno sugli ippopotami, un altro sui leoni e un terzo sull'Uganda.
Quest'ultimo fa parte della serie di Overland: l'esplorazione è dedicata alla perla dell'Africa centro-orientale, con la sua natura selvaggia, i laghi, i corsi d'acqua, i villaggi rurali e l'ospedale dove operano anche missionari italiani. Sulla targa che hanno inquadrato c'era pure il nome di un ente che ha la sua sede nella mia città natale.
Oggi scorro le notizie e leggo l'appello sul clima del Presidente della Repubblica e di altri capi di stato; poi del papa Francesco che affida il futuro alla generazione del clima, in occasione della GMG di Lisbona; nel pomeriggio vedo un documentario sul Perù, intriso di invocazioni alla Madre Terra, la pachamama portata in processione anche nel cuore del cattolicismo.
Gli appelli a maturare una maggiore consapevolezza dei problemi ambientali e di una responsabilità verso la casa comune non mancano; qualcuno forse (forse!!!) ne approfitterà per escogitare antipatiche misure (di solito sotto forma di tasse) che colpiranno il portafogli di tutti.
Ma è in gioco il futuro del pianeta, il dio verde - come lo chiamano certe voci altamente critiche su questi temi: e non sono forse in gioco anche tanti verdoni? Qualcuno ci guadagnerà, come sempre, anche se il problema esiste ed ha un carattere urgente. Talmente urgente che nessuno - dico nessuno - tuona contro l'attività più inquinante ed impattante di tutte: la guerra.
Anzi, si legge qua e là di reintrodurre di nuovo, a livello europeo, la coscrizione obbligatoria: che ci sia una volontà seria in tal senso oppure è la solita sparata estiva di qualcuno in cerca di voti?
Comunque sia, ribadisco ancora una volta il mio "no" alla condizione militare imposta (sia una professione liberamente scelta) e soprattutto il mio "no" alla guerra: non penso solo all'Ucraina (con un bravo comico che ha fatto sorridere il suo popolo in tv e che diventato presidente lo ha fatto piangere amaramente), ma alle decine di altri conflitti che si combattono in tutto il mondo.
Ci riguardano tutti in egual modo: perché la guerra è ecologicamente impattante e deturpa irrimediabilmente il volto del pianeta, nostra casa comune; e soprattutto perché ci fa tutti più poveri in termini di humanitas (e non solo).
Non dovremmo poter vivere sonni tranquilli se un bambino piange perché ha fame, se una moglie si dispera per il marito al fronte, se una madre sa che un figlio non tornerà, se qualcuno continua a raccontare le solite vecchie mortifere menzogne nell'incitare i giovani a gesta disperate, nel cantare la morte, nel salutare vessilli intrisi di sangue innocente.
Tutto tace: ma solo la Pace e la consapevolezza che abbiamo una sola casa da custodire e da consegnare alle generazioni a venire può permetterci di guardare al futuro con serenità e costruttiva progettualità.
Come non essere d'accordo? C'è uno sfasamento nella tutela dell'essere umano inteso in senso sacro e non posso che dirmi d'accordo con tutto quello che è scritto. Giacomo
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