Ritorno a parlarvi dello zolfo, di cui ho scritto QUI, in altri post (che ivi sono richiamati) e soprattutto nel mio ultimo libro, "Incoscienze naturali" (link a fianco), e anche nel saggio dedicato alla catalisi - anzi alla "gattalisi", come ebbe a farmi notare il vecchio Lucio (non il lupo della Melevisione, ma un amico dei tempi dell'università).
Zolfo: in latino sulphur, da cui il simbolo S. Interessante è l'etimologia: forse una parola composta da sal (= sale, in latino) + pyr (= fuoco, in greco), per sottolineare il fatto che si trova spesso vicino ai vulcani oppure che è combustibile, proprietà che è ricordata anche nell'antico nome inglese: brimstone. Qualcuno invece fa risalire l'origine del termine all'arabo sufra (= giallo).
Come ricordato in precedenza, lo zolfo è associato al regno dei morti. Virgilio pone l'ingresso dell'Ade presso il lago Averno, dal "tetro alito" (Eneide, VI, 291) che così descrive:
E qualche verso sotto, ecco la descrizione del terremoto - frequente nella zona dei Campi Flegrei, come possiamo leggere anche nelle notizie di cronaca in questi giorni:
Itene lunge: andatevene lontano! E lasciamo la letteratura latina ai passi di Proserpina per ricordare brevemente la pioggia di zolfo e di fuoco che distrusse Sodoma (magistralmente dipinta da John Martin) e lo stagno di zolfo che attende il falso profeta e la bestia nell'Apocalisse di Giovanni.
Lo zolfo si combina con l'idrogeno per formare l'idrogeno solforato, H2S, un gas velenoso, dall'odore di uova guaste, che in acqua si solubilizza per dare soluzioni a pH inferiore a 7: è noto anche come acido solfidrico.
Lo zolfo si combina con l'ossigeno per formare anidride solforosa, SO2, e anidride solforica, SO3. In particolare, l'anidride solforosa si forma per combustione dello zolfo (che brucia con fiamma blu) ed è emessa anche dall'attività vulcanica. Nell'industria, essa è ossidata ad anidride solforica, necessaria alla fabbricazione dell'acido solforico. La reazione avviene in massicci reattori d'acciaio in presenza di un catalizzatore.
Lo zolfo si combina con i metalli e i semimetalli per formare solfuri. Molti minerali di interesse economico sono solfuri: argentite (solfuro di argento), bornite, calcopirite (solfuri dai quali si ricava il rame), cinabro (solfuro di mercurio), galena (solfuro di piombo), orpimento (solfuro di arsenico), pirite (solfuro di ferro), sfalerite (solfuro di zinco), stibina (solfuro di antimonio), etc.
I campioni che vedete nella fotografia sono stati da me acquistati presso la 32esima rassegna di minerali e di fossili che ha avuto luogo ad Agordo, domenica 13 agosto '23. Cercavo un campione di olivina, che ho trovato insieme a quanto vedete sopra e ad altre cose, che poi ho acquistato con l'idea di arricchire le mie lezioni e dar corso a un redivivo interesse - per il quale ero assai canzonato da ragazzino...
I solfuri si formano in filoni idrotermali: sopra vedete uno scorcio del cratere di Vulcano e riconoscete i depositi gialli di zolfo - con il quale possono depositarsi anche solfuri di arsenico, di mercurio o di altri elementi.
Solitamente i solfuri sono lucenti, teneri e hanno elevata densità: eccezioni alla regola sono i già citati solfuri di arsenico (opachi) o di cobalto (maggiore durezza).
I solfuri possono essere preparati in laboratorio per reazione dello zolfo elementare con un metallo in polvere: a scopo didattico torna utile la preparazione di FeS, per mostrare che il composto, una volta formato, ha proprietà diverse rispetto agli elementi che lo formano. Ne ho parlato QUI.
Nell'industria, acquista una notevole importanza la sintesi dei solfuri di fosforo, utilizzati nella fabbricazione dei fiammiferi.
Composti organici dello zolfo suscitano spesso sensazioni olfattive particolari: pensiamo all'aglio, alla cipolla, ai cavoli, alla senape, al rafano.
I solfobatteri, o batteri solforiduttori, sono organismi procarioti unicellulari anaerobi obbligati (vivono in assenza di ossigeno) che utilizzano come accettori di elettroni composti dello zolfo in alto stato di ossidazione (solfati, anidride solforosa) per produrre idrogeno solforato e acqua. Alcune specie sono corresponsabili del fenomeno noto come biocorrosione.
Chiudo il post riproponendo un vecchio video dove qualcuno ha catturato e montato alla meno peggio qualche spezzone di una mia lezione sullo zolfo, tenuta all'Università degli anziani - adulti di Belluno il 21 dicembre 2015.
Nessun commento:
Posta un commento