mercoledì 22 agosto 2018

FORA PAR LA VALSUGANA (PARTE QUARTA)

Il breve soggiorno in Valsugana è terminato in riva al lago di Levico. Un colle separa questo lago da quello di Caldonazzo - a destra, con una maggiore superficie. Là nasce il fiume Brenta.


Sul colle è adagiato l'abitato di Tenna e presso i ruderi dell'antico forte asburgico ho avuto modo di scattare delle foto dell'uno e dell'altro lago. Ecco Caldonazzo...


... ed ecco il lago di Levico, circondato da un bel sentiero (segnato in rosso sulla cartina sopra) che ho in parte percorso a piedi, sempre accompagnato da Filippo come guida.


Lungo il tragitto ho dato sfogo a tutta la mia passione per la fotografia a tema naturalistico.


Presso le acque del lago nidificano diverse specie di palmipedi...


... mentre nelle acque, qua e là, si riesce a cogliere la presenza di un'importante fauna ittica.


Quando il sentiero si addentra tra gli alberi, si avverte la presenza - quasi magica - di creature fantastiche. 


I giochi della luce e dei colori avrebbero ispirato i maestri del pennello...


Anche questo...


E poi questo...


E questo ancora...


Per non parlare delle ninfee...


Il pensiero non può non correre a Monet, anche se certi dettagli fanno battere il cuore più al professore di Scienze Naturali che al pittore, come l'ape nel fiore e le gocce di rugiada sui petali.


E nello specchio d'acqua, i colori si annegano e si mescolano come in un acquerello.


Levico Terme è un ridente centro abitato celebre per le sue fresche acque minerali, con il pH leggermente acidulo, ricche di ferro (acque ferruginose), con tracce di arsenico e prive di eccessi di carbonati. Altre informazioni si possono leggere qui sotto.


Le sorgenti più importanti si trovano nella località di Vetriolo Terme: il nome dato al luogo riprende una caratteristica dell'acqua, la debole acidità, dovuta alla presenza di solfati e fosfati

Vetrioli erano un tempo designati quei composti che oggi chiamiamo solfati:
  • vetriolo bianco = solfato di zinco
  • vetriolo verde = solfato ferroso 
  • vetriolo blu = solfato rameico
Olio di vetriolo era il nome dato dagli alchimisti all'acido solforico: essi lo ottenevano attraverso la distillazione a secco dei solfati. Poi svilupparono altri metodi, ma su questi non mi dilungo (li ho raccontati nel mio libro e altrove).


Fattasi ora di abbandonare il luogo e le amenità chimico-naturalistiche, Filippo ed io abbiamo pranzato da sua nonna prima di prendere la strada per Feltre.


(fine)

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