Ieri, giorno di Ferragosto, trascorso in casa nello svolgimento di varie attività, ho sentito il bisogno di cercare qualche vecchia fotografia che documentava uno dei periodi più belli della mia vita, quello passato nel laboratorio di ricerca del mitico "Vava" per l'internato della tesi triennale, tra l'ottobre 2011 e luglio 2012.
In quei mesi ho avuto modo di studiare le reazioni di riduzione del nitrobenzene: a seconda delle diverse condizioni di pH, di temperatura, etc. e dei riducenti usati è possibile ottenere un'ampia gamma di prodotti.
Già gli studi condotti per via elettrochimica da Haber e Gattermann avevano evidenziato come il nitrogruppo (-NO2, composto A) in ambiente acido si riduca prima a gruppo nitroso (-NO, composto B), quindi a idrossilammina (-NHOH, composto C) e infine a gruppo amminico primario (-NH2, composto D).
Da tempo era nota la possibilità di ottenere anche azobenzene, azossibenzene, idrazobenzene (e benzidina per riarrangiamento di quest'ultimo): ne accennavo QUI parlando di Mitscherlich.
Una foto di gruppo di alcuni di questi composti in soluzione acetica la potete vedere qui: dietro ci sono gli strumenti di un laboratorio che non esiste più - trasferito altrove.
I bei colori di queste soluzioni ci fanno capire perché tali composti siano oggetto di interesse dell'industria dei coloranti da quasi due secoli: oggi sono anche importanti intermedi nella sintesi di molecole di interesse farmaceutico (sotto: una vecchia foto degli stabilimenti Bayer in Leverkusen).
Oltre a studiare la carbonilazione riduttiva del nitrobenzene catalizzata da complessi di palladio, mi sono davvero divertito a rivedere anche tutte le riduzioni classiche (con stagno, zinco, ferro, acido acetico, acido cloridrico, acido formico) e a verificare cosa avessi ottenuto sia con i metodi analitici strumentali sia con i saggi analitici tradizionali. Ecco, ad esempio, le reazioni per riconoscere l'anilina, risalenti alla prima metà del XIX secolo:
Questo sotto è l'apparato per studiare un'idrogenazione condotta con catalizzatori eterogenei (es. palladio su carbone): il palloncino contiene idrogeno gassoso.
Questa è la reazione:
In realtà, per i miei esperimenti, come riducente, mi era stato consigliato di usare CO sotto pressione e cosa ne venne fuori l'ho raccontato QUI riportando l'abstract della pubblicazione che ne seguì. Ovviamente il reattore adoperato per studiare le reazioni di carbonilazione è ben più robusto, dovendo reggere pressioni di CO molto più elevate di quella atmosferica.
Bei tempi, bella Chimica, bei risultati. E soprattutto belle persone, quelle che ho avuto modo di conoscere e frequentare in quei mesi così lontani: una fortuna che alla porta bussa assai di rado.
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