Molte
molecole appaiono in due forme speculari, come le nostre mani: sono definite
dagli stessi atomi, congiunti tra loro dagli stessi tipi di legami, nei
medesimi gruppi funzionali.
Tuttavia la
disposizione spaziale di atomi, legami e gruppi funzionali è talvolta simmetrica,
come le nostre mani, speculari ma non sovrapponibili: per questo le molecole
che ne risultano sono chiamate chirali,
da un termine greco che significa appunto mano.
In natura una di queste due forme è spesso
dominante: così nelle nostre cellule una di queste immagini molecolari
speculari si adatta come un guanto producendo un effetto fisiologico benefico,
in contrasto all’altra forma la quale potrebbe anche essere dannosa.
I prodotti farmaceutici sono
spesso costituiti da molecole chirali e la differenza tra le due forme può, in certi casi,
anche diventare questione di vita o di morte. Emblematico
è il caso del talidomide, un farmaco
diffuso negli anni Sessanta: un enantiometro è curativo, l’altro è teratogeno.
Talvolta
accade che una molecola abbia un effetto e l’immagine speculare invece non ne
produca alcuno. Allora, è conveniente produrre solo la molecola attiva,
evitando di sprecare materiali ed energia nel produrre entrambe le forme
possibili.
Nel 2001,
tre chimici hanno vinto il premio Nobel per aver sviluppato molecole che
possono catalizzare importanti reazioni in modo che sia prodotta soltanto una
delle forme speculari.
La molecola
catalizzatrice, chirale essa stessa, accelera la reazione per ritornare
inalterata alla fine, pronta a essere riutilizzata (non all’infinito,
chiaramente, ma con un certo turn over).
Una sola di
queste molecole di catalizzatore può produrre milioni di molecole della forma
speculare desiderata; i catalizzatori si impiegano in piccolissime quantità
rispetto ai reagenti.
William Knowles, approfondendo i lavori di
Geoffry Wilkinson, ha scoperto che la possibilità di usare metalli di transizione (come
il rodio) per ottenere catalizzatori chirali per un tipo importante di reazioni
chiamata idrogenazione, ottenendo così, come prodotto finale, l’immagine
speculare desiderata.
La sua
ricerca ha rapidamente portato alla realizzazione di un processo industriale
per la produzione di l-DOPA, farmaco usato nel trattamento della sindrome di
Parkinson.
Ryoji Noyori ha sviluppato ulteriormente questo
processo, introducendo l’uso del BINAP (con il rutenio) e conducendo
all’applicazione degli odierni catalizzatori chirali generici per
l’idrogenazione.
Barry Sharpless ha condiviso il premio per aver
sviluppato catalizzatori chirali per un altro importante tipo di reazione,
l’ossidazione, utilizzando il titanio.
I risultati
delle ricerche di questi scienziati e dei loro collaboratori sono usati in
molte sintesi industriali di prodotti farmaceutici come antibiotici, anti-infiammatori e medicine per il cuore.
L'applicazione
di metodi catalitici enantioselettivi trova impiego anche per la preparazione
tecnica dei prodotti agrochimici chirali.
Il
passaggio chiave per la sintesi tecnica dell'erbicida (S)-metolachlor (commerciato come Dual)
è l'idrogenazione enantioselettiva di un’immina intermedia, messa a punto da Hugo Blaser a Basilea.
La reazione
è realizzata utilizzando un complesso iridio ferrocenildifosfina con una
elevata attività (senza precedenti) e 80% di eccesso enantiomerico.
I fungicidi
(R)-metalaxil e (αS,3R)-clozylacon sono stati sintetizzati con
il 95% e il 99% di purezza ottica,
rispettivamente. L’idrogenazione enantioselettiva dei precursori enammidici è
catalizzata rispettivamente da complessi di rodio e da catalizzatori a base di
rutenio/BINAP.
Sul BINAP è
modellato anche il catalizzatore necessario alla sintesi industriale del
mentolo secondo il processo Takasago.