Saluto questo 2022 non con il Te Deum, non con la marcia di Radetzki, non con un Valzer di Strauss ma con un toccante Lux aeterna corale adattato sulla musica di Nimrod, brando orchestrale scritto da Elgar per le sue Variazioni enigma.
sabato 31 dicembre 2022
Lux aeterna...
giovedì 29 dicembre 2022
Pasteur vs Pouchet
Figlio del metrologo Louis-Ezechias Pouchet, Felix nacque il 26 agosto 1800 a Rouen. Fu in gioventù lettore del naturalista Buffon (1707-1788), studiò medicina e ottenne il titolo di chirurgo a Rouen. Completò una tesi sulle solanacee e divenne botanico. Dopo alcuni trattati e memorie, lavorò sulla zoologia.
Tornato a Rouen, nel 1828, fu nominato professore di botanica al museo cittadino, appena fondato. Nel 1829 tenne corsi di botanica al Jardin des Plantes di Rouen . Il 20 luglio 1834, ha aperto il Museo al grande pubblico secondo un approccio innovativo per l'epoca. Tra i suoi allievi più affezionati vi fu lo scrittore Gustave Flaubert.
Nel 1845 presentò all'Accademia delle Scienze la sua Teoria positiva dell'ovulazione e della fecondazione spontanea nei mammiferi e nella specie umana. Egli fu, con Charles Négrier, uno dei primi ricercatori ad aver descritto scientificamente il meccanismo dell'ovulazione nella specie umana e in altri mammiferi.
Difese poi una teoria della generazione spontanea ("eterogeneità") che sollevò una polemica con gli avversari guidati da Louis Pasteur.
Nel 1865, dopo sei anni di ricerche, si riconobbe a Pasteur di aver dimostrato la non validità della tesi eterogenea,con un protocollo sperimentale ammesso da Pouchet che impressionò i membri dell'Accademia, tra i quali Claude Bernard - il padre della fisiologia sperimentale. Tuttavia, la controversia si concluderà realmente solo con la morte di Pouchet, avvenuta il 6 dicembre 1872: egli non rinuncerà mai alla sua teoria.
Le idee di Pasteur trionfarono e quelle di Pouchet vennero screditate. Secondo lui, se i microrganismi fossero nell'aria, ci vorrebbero così tanti germi nell'aria che diventerebbe una fitta nebbia e sarebbe irrespirabile. Inoltre, per Pouchet, l'esperimento di laboratorio non dovrebbe giocare un ruolo essenziale nelle ipotesi scientifiche, anche se ha descritto in dettaglio molte prove effettuate per dimostrare la validità della sua posizione.
Inventò l'aeroscopio, uno strumento utilizzato per concentrare la polvere, per apprezzarne la natura e per contarla (da non confondere con una telecamera aerea che porta il medesimo nome).
Nonostante la sua ostinata difesa della generazione spontanea, ha espresso una lungimiranza innovativa in alcune applicazioni della biologia: ad esempio, dimostrando l'importanza di mantenere l'igiene e la qualità del cibo per l'allevamento del salmone.
Fu il padre di Georges Pouchet, biologo, specialista in anatomia comparata di pesci e cetacei.
Riferimenti:
https://it.frwiki.wiki/wiki/Félix_Archimède_Pouchet
https://journals.openedition.org/flaubert/2422
https://www.jstor.org/stable/44447542
https://www.pasteurbrewing.com/pasteur-pouchet-and-heterogenesis/
mercoledì 28 dicembre 2022
Il bicentenario di Pasteur
Renzo ed io ricordiamo Pasteur nella conferenza a Tambre, 28.12.21 |
La Pastorella, di J. F. Millet |
domenica 25 dicembre 2022
Buon... quello che volete! Grazie!
25 dicembre. Meteo magnifico, anche se freddo. Mi sono svegliato presto stamattina. Colazione e poi foto del monte Dolada che emerge dalla nebbia del fondovalle - non troppo dissimile, nelle forme, alle cime andine che ho ammirato in fotografia ieri pomeriggio, studiando un vecchio libro di Tony Morrison.
Ecco invece la copertina del vecchio libro che mi ha tenuto compagnia ieri...
Ovviamente, concentriamo l'attenzione su quelle emissioni di colore bianco e diciamo che non di nebbia si tratta, in questo caso, ma di gas vulcanici: come ben sappiamo ricordando le lezioni di geografia della quinta elementare, le Ande concentrano moltissimi vulcani a strato, che eruttano lave per raffreddamento delle quali si formano pomici, ignimbriti e andesiti - rocce magmatiche effusive ricche di silicio, associate a eruzioni esplosive.
Il libro non parla solo di vulcani, ma di diversi ambienti e paesaggi, dalla Puna ai Salar, dalla Sierra Nevada de Sancta Marta all'Aconcagua, per terminare sui ghiacciai della Patagonia e della Terra del fuego, con numerose concessioni alla botanica e alla zoologia che solleticano - e non poco - la mia curiosità.
Il pranzo: è stato semplice e normale, eccezion fatta per un antipasto a base di salmone e per il tiramisù finale delle occasioni importanti. Che dire? Il naufragar m'è proprio dolce in... questa teglia!
Felice e sazio, avrei voluto dire "grazie": per il cibo sulla tavola, per la casa, per il lavoro, per l'amicizia di molte persone vicine e lontane...
Credo che un "grazie" vada detto più spesso. Un "ti voglio bene" (se sincero) anche. Oggi siamo qua e possiamo dirlo, domani non si sa. Non voglio fare discorsi da vecchio menagramo, ma penso a un mio coetaneo che è mancato solamente pochissimi giorni fa: eravamo stati compagni di classe in tempi lontani (e per me non proprio felici, ma non importa). Il suo tempo è finito e mi ricorda che nessuno di noi conosce la propria data di scadenza. Quindi, a tutti coloro ai quali voglio bene: grazie! - e un breve pensiero di R. W. Emerson.
Sul piano più strettamente religioso: ecco la partitura del canto natalizio più bello che si possa ascoltare, mentre condivido - sine glossa - un'altra massima, udita in un'omelia: soltanto l'Amore può stupire la Storia.
Infine, da bravo docente di Chimica (scrivo ciò con molta autoironia e con la consapevolezza di far venire l'ulcera a più di qualcuno e ne godo pure, perché a Natale siamo tutti più buoni tranne Capponi), ci sono anche i compiti per le vacanze.
Ecco l'esercizio che ho scherzosamente e pubblicamente assegnato ieri:
Scrivere nell'ordine indicato i simboli dei seguenti elementi:
Boro, Uranio, Ossigeno, Neon, Ferro, Zolfo, Tellurio.
Nel giro di qualche decina di minuti arriva la prima risposta:
giovedì 22 dicembre 2022
Auguri... anche no!
domenica 18 dicembre 2022
Miserere mei...
venerdì 16 dicembre 2022
Di Kane in Kane...
In questi giorni, commentando l'uscita della squadra inglese dal mondiale arabo, è al centro della scena Harry Kane, il calciatore che ha sbagliato il calcio di penalty, agevolando la squadra francese nella vittoria.
Vabbé, non di questo voglio parlare: il discorso del post presente si sposta brevemente su Aldo Kane (sopra) - già cecchino della Royal Marine, medico ed esploratore - che è protagonista, insieme al naturalista ed avventuriero Steve Backshall (sotto, di spalle), di interessanti documentari trasmessi in versione italiana su Focus.
I due girano il mondo in luoghi non facilmente accessibili: ghiacciai, deserti, intricate foreste equatoriali. Essi sottolineano come, sulla superficie del nostro pianeta, esistano monti che nessuno ha mai scalato, cascate ancora vergini da violare in kayak, grotte in cui scendere e scoprire tracce ivi lasciate da uomini migliaia di anni fa e poi dimenticate. E poi animali rari a vedersi, anche sui testi specialistici.
Che cosa sta osservando Kane, chinando il capo? Ah già, meno rare sono le sanguisughe, anche se dal vivo io le ho viste solamente esposte sotto formalina in qualche museo di storia naturale...
Mentre scrivo questo, sono seduto al computer, mi aspettano un pomeriggio impegnativo e un weekend chiuso in casa con una bozza da correggere e da mandare in stampa - sono in ritardo di molti giorni.
Guardando fuori dalla finestra, mentre scende la pioggia, fredda e incessante, penso a come vorrei essere ai tropici a studiare e conoscere cose nuove (e non) intorno alla natura di luoghi per me sconosciuti - se non attraverso documentari, resoconti di viaggio e libri altrui.
Peccato non avere l'età, il fisico, la salute e soprattutto il denaro (che sarà vile quanto volete, ma necessario) per viaggiare; e forse anche il coraggio di lasciare tutto e di reinventare una vita altrove.
Aspettate, il buon Luigi mi sta chiedendo qualcosa... come sarebbe a dire "Luigi chi?" - Luigi Pirandello, ovviamente!
Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere... vivere una nuova vita solo tua... vivere davvero... ci hai mai pensato?
- Si, Luigi. Ci ho pensato. Ma il tuo Mattia Pascal mi ha insegnato che è bene non farlo: chi lascia la vecchia via per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. Così recita un vecchio proverbio: ho già lasciato musica, religione, attività giornalistica... che altro?
E poi, nell'epoca dei social network, chi lascia può solo illudersi di lasciare: sarebbe trovato subito, in un modo o nell'altro. Non è più l'epoca di Majorana e la vecchia Merica (sic!) dello zio Toni ha conosciuto, degli europei, civiltà e inciviltà.
Infine, gli angoli reconditi e incontaminati di questo meraviglioso pianeta non sono certo habitat ideali per un uomo che - da solo - vuol ritrovare sé stesso: potrebbero esserlo per per l'appassionato studioso che desidera aggiungere al libro di scienze naturali una o due righe in più.
martedì 13 dicembre 2022
Un museo per l'arte della distillazione
Come ricordavo qualche giorno fa, anche quest'anno sono ritornato a Bassano del Grappa, ridente cittadina veneta in provincia di Vicenza.
Dopo la visita al Museo degli alpini e prima della breve pausa pranzo, la mattinata si è conclusa con una puntata al Museo Poli, dedicato all'antica arte della distillazione e alla fabbricazione della grappa.
Il termine distillazione deriva dal latino stilla = goccia; esso è impiegato per designare una tecnica, assai antica, utilizzata per separare i componenti di una miscela sfruttando i diversi punti di ebollizione di ciascuno.
Semplificando un po' il discorso, somministrando calore alla miscela contenuta in un recipiente, chiamato cucurbita, il componente che bolle a temperatura più bassa passa allo stato di vapore.
I vapori che si formano sono raccolti sulla sommità della cucurbita da uno speciale coperchio, detto elmo, che li convoglia attraverso un tubo nel quale condensano e si raccolgono, goccia a goccia, in un apposito recipiente.
La pratica della distillazione si perde nella notte dei tempi: era sicuramente nota ai cinesi, agli indiani, probabilmente anche agli egiziani.
Gli arabi (su tutti i nomi di Rhazes e Geber) furono i primi a distillare il petrolio e a ottenere il cherosene; oppure ad adoperare questa tecnica per preparare l'alcool e gli acidi minerali.
Alcool deriva da un termine arabo che si potrebbe tradurre in italiano con "il leggero", "lo spirito"; e spiriti erano chiamati dagli alchimisti molti preparati ottenuti per distillazione. Così l'acido solforico, spirito del vetriolo; l'acido cloridrico, spirito del sale marino; l'acido nitrico, spirito del nitro; il metanolo, spirito del legno; l'etanolo, spirito del vino; etc.
Al nostro etanolo - in miscela con acqua e aromi a circa il 40% in volume - era dato anche il nome di aqua vitae, acqua di vita, da cui il termine acquavite, prodotta in terra veneta già nel XV secolo. Così un medico del tempo ne decantava le virtù:
Per rettificare questi spiriti, gli alchimisti avevano escogitato il modo di farne passare i vapori attraverso percorsi tortuosi che assumevano le forme di anse e di serpentine, sempre più strette e intricate, come abbiamo visto parlando dell'alambicco del Biringuccio, ricostruito all'interno del museo, di cui dissi QUI. Quell'alambicco lo si ritrova anche al centro della scena nel celebre dipinto di Stradano, La bottega dell'alchimista, del 1570.
In una sala del museo dove erano conservati apparecchi più moderni, due grandi tavole murali celebravano i distillati da tutto il mondo: solo la grappa, tuttavia, è realizzata a partire da una materia prima solida, le vinacce. Distillando direttamente il vino, si prepara invece il brandy - e il cognac, in certe regioni della Nuova Aquitania - Francia occidentale.
Nel 1618, all'inizio della Guerra dei Trent'anni, con il blocco del commercio del vino nei paesi protestanti, cominciò in questi territori la distillazione dei cereali.
Il genever o jenever è un distillato di malto, segale e mais aromatizzato al ginepro; ha origine nelle Fiandre ed è considerato l'antenato del gin inglese.
Per distillazione delle melasse fermentate, ai Caraibi si otteneva il rum (o rhum o ron): i francesi preparavano il Martinique nell'omonima isola.
Oltre alla distillazione semplice, descritta finora, esistono altre tecniche che perfezionano il principio del catturare i vapori generati per ebollizione e condensarli per restituirli allo stato liquido. Tra queste:
- distillazione frazionata, adottata ad esempio per separare i vari idrocarburi che costituiscono i petroli;
- distillazione in corrente di vapore, usata nella moderna distillazione industriale della grappa o nella preparazione di oli essenziali;
- distillazione azeotropica, impiegata per separare un azeotropo (es. miscela acqua-etanolo, benzene-toluene), aggiungendo un terzo componente che smista i due;
- distillazione estrattiva, attuata aggiungendo un solvente inerte e poco volatile che modifica la volatilità dei componenti da separare, con successivo riciclo del solvente;
- distillazione distruttiva, praticata ad esempio sul legno o sul carbone fossile per ottenere coke, catrame e materiali volatili - gas di cokeria, idrocarburi aromatici, etc.
venerdì 9 dicembre 2022
L'enigmatico Haber
Fritz Haber (1868-1934) è stato un chimico e accademico tedesco, oggi ricordato soprattutto per tre invenzioni:
- sintesi dell'ammoniaca, da cui si ricavano concimi ed esplosivi;
- guerra chimica col cloro e i suoi derivati;
- Zyklon B.
Meriterebbe di essere ricordato anche per altre cose, come certi studi di elettrochimica applicata e il tentativo di ricavare oro dalle acque del mare per aiutare la Germania a pagare i debiti di guerra.
Sui libri di storia e di chimica sono invece soprattutto i primi due punti a confliggere. Da una parte, il "Brot aus luft", il pane dall'aria, l'azoto atmosferico trasformato in nutrimento per le piante e quindi per l'uomo. Dall'altra, il cloro e i suoi composti usati come aggressivi chimici durante la Grande Guerra: fosgene, cloropicrina, lewisite, iprite, etc. Ad Haber fu assegnato il Nobel per la chimica riconoscendo l'importanza della prima scoperta, non senza polemiche per essere stato uno dei protagonisti più attivi della seconda.
Negli anni Venti sviluppò lo Zyklon B, come fumigante a base di acido cianidrico. HCN era stato scoperto da Scheele - fu l'ultima cosa su cui lavorò. La possibilità di ottenerlo in grandi quantità facendo reagire ammoniaca e metano su catalizzatori di platino-rodio fu intuita e studiata dall'ingegnere tedesco (nato a Riga) Leonid Andrussow (1896-1988).
Haber studiò la possibilità di far assorbire questo gas su una matrice porosa - come polpa di legno oppure terra di diatomee - e di conservare il materiale ottenuto in confezioni sigillate, da aprire al momento dell'uso.
NOTE
Klaus Weissermel - Hans Jurgen Arpe, Industrial Organic Chemistry, Wiley
https://ldr-network.bo.cnr.it/Bologna/video-lezioni/Fritz_Haber.pdf
https://www.bbc.com/news/world-13015210
giovedì 8 dicembre 2022
Impressioni dal Monte Grappa
In questo post vi racconto che anche quest'anno sono ritornato a Bassano del Grappa, per l'immancabile viaggio d'istruzione dedicato ad approfondire alcuni aspetti della Grande Guerra: per questo al mattino abbiamo visitato il Museo degli Alpini, nei pressi dello storico ponte, e al pomeriggio siamo saliti sul Monte Grappa, ove sorge il maestoso Sacrario militare.
Qualche scatto non poteva mancare, specie dalla cima del Grappa, con la neve. Qualche impressione potete coglierla anche nel seguente video: un invito a riflettere, accompagnati dalle meste note del Preludio in Mi minore, op. 28 n. 4, di Chopin, sulle indicibili sofferenze che ogni guerra reca con sè.
Nel video, al pianoforte siede la collega di diritto, professoressa (e avvocato) Ilenia Bavasso. Eccoci insieme nella foto sotto, mentre sostiamo di fronte alla collezione di grappe e di liquori, presso il Museo Poli, dedicato alla storia della distillazione, sul quale ritornerò in un prossimo post.
Dalla cima, abbiamo ammirato il tramonto: la neve sui monti a est si è tinta di rosa, mentre la luna si levava in cielo.
Infine, il sole è scomparso a ponente.
domenica 4 dicembre 2022
Una patrona, una fidanzata e una birra...
Il 4 dicembre 1863, il chimico tedesco Adolf von Baeyer (premio Nobel nel 1905) sintetizzò l'acido barbiturico a partire dall'urea e dall'acido malonico.
Il nome del composto, secondo una leggenda che termina in una birreria, si deve alla santa festeggiata in quel giorno, patrona degli artiglieri (un drappello dei quali festeggiava brindando allegramente nella medesima birreria) ed alla fidanzata di von Baeyer che pure si chiamava Barbara e - guarda caso - lavorava proprio in quella birreria.
Al di là della leggenda, il nome del composto potrebbe esser più probabilmente derivato dal termine tedesco usato per indicare la barbabietola, fonte naturale di acido malonico, al quale si aggiunse il suffisso che ricordava la reazione con l'urea.
Nel 1903 Emil Hermann Fischer e Joseph von Mering prepararono il barbital, il primo vero e proprio barbiturico con azione farmacologica (sulla quale non mi dilungo), che fu commercializzato con il nome di Veronal.
Chi non ricorda Svevo, quando racconta di Zeno nel disquisire con il cognato Guido a proposito dell'effetto del Veronal puro rispetto al Veronal sodico? E udire Zeno affermare che il sodio era l'oggetto dell'unica lezione di chimica a cui assistette e che bastò per guadagnare l'accreditamento come "chimico" agli occhi del cognato.
Nel 1912 fu introdotto nel mercato un nuovo barbiturico ad attività sedativo-ipnotico, il fenobarbital, con il nome commerciale di Luminal.
Tra il 1950 e il 1960 fu dimostrato che i barbiturici causano dipendenza. Il fenobarbital, il secobarbital, l'amobarbital e il butalbital erano i barbiturici più commercializzati. Alcuni, come il fenobarbital, sono usati come antiepilettici, altri sono caduti in disuso, sostituiti da farmaci più sicuri e meno gravati da effetti collaterali.