Il lavoro raccoglie alcune riflessioni, talune assai personali, dedicate al mondo dei microbi e a chi di loro si occupa per professione e/o per passione. Il testo riprende e amplia il discorso iniziato nel 2020 con "Vita e morte nell'invisibile", il breve saggio scritto con il professor Renzo Barbazza e autoprodotto in piena pandemia. Stavolta non di un saggio si tratta, ma di una raccolta di brevi racconti i cui protagonisti sono donne e uomini, di scienza o di lettere, che riflettono sulla realtà del piccolo mondo. Ecco quanto è riportato sulla copertina:
Qua e là mi sono concesso alcune considerazioni assai soggettive che non sempre troveranno il plauso e la condivisione di tutti, ma poco importa. Se scrivessi per piacere al pubblico, mi dedicherei ai romanzi rosa o ai gialli, non a tematiche di questo tipo.
Tuttavia, sottolineo ancora che la pubblicazione non è e non vuole essere un saggio e men che meno un trattato (non sarei in grado di scriverlo), ma una collezione di brevi cammei dedicati a scrittori del passato, a chimici, biologi, agronomi, farmacisti e medici di ieri e di oggi che hanno segnato il cammino della conoscenza intorno alla realtà della vita, intesa nella sua accezione materiale, ma non solo. Buona lettura!
Un breve brano del compositore rinascimentale inglese Thomas Tallis (1505-1585) mi introduce al clima di festa di questa giornata, che la Chiesa Cattolica dedica a celebrare il mistero della Trinità: la festa religiosa si annuncia come la luce di un arcobaleno che rasserena il cielo plumbeo sovrastante il mio atro umore.
Il testo musicato da Tallis e intonato dalle voci riprende un versetto del Vangelo di Giovanni: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti e io pregherò il Padre che vi mandi un Consolatore che rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità" (Gv 14, 15-16).
Le scale discendenti sembrano quasi invitare lo Spirito, dolce ospite dell'anima, a scendere e a consolare perfettamente: conforto nel pianto, riposo nella fatica.
Domine! Emitte Spiritum tuum et creabuntur. Et renovabis faciem terrae (et vitam meam...).
Diciassette secoli fa, i vescovi cristiani, riuniti a Nicea, iniziarono a elaborare una profonda riflessione sul mistero della Trinità come risposta all'eresia ariana, per la quale il Figlio era ontologicamente inferiore al Padre.
Il concilio affermò che il Figlio era "homoousios to Patrì" - "consubstantialem Patri" - "della stessa sostanza del Padre" ed elaborò il Symbolum, completato successivamente nel concilio di Costantinopoli e giunto fino a noi oggi: i cristiani lo recitano durante la messa dopo l'omelia. Credo in un solo Dio...
Che cosa credano i cristiani di oggi, non mi è dato saperlo e men che meno di giudicarlo e di commentarlo. Non tocca a me.
Ho detto altrove dell'orrore che provo da tempo di fronte ad un certo giuridismo ecclesiastico, che vorrebbe ingabbiare la vita di ciascuno in schemi preconfezionati: ordine sacro di qua, matrimonio di là e non ci sono altre possibilità. O prete o sposato con prole.
Ho detto anche della tristezza che mi assale a frequentare le cosiddette comunità, le quali hanno sedimentato nel tempo rapporti umani dettati più da dinamiche paesanotte che dal fuoco vivificante del Logos divino. Tali rapporti alla fine sono stati solo rami secchi da potare e da offrire sull'altare a un altro fuoco, quello purificatore.
Per farla breve e arrivare alla conclusione del post: lo Spirito soffia dove vuole e Dio è Amore.
Deus caritas est, scrisse Benedetto XVI il giorno di Natale del 2005. "Abbiamo creduto all'Amore di Dio"... afferma il papa, che ci ricorda come all'inizio dell'essere cristiano c'è un avvenimento: l'incontro con una Persona che dà alla vita un orizzonte nuovo. E non usi e costumi vecchi, travestiti da una morale spicciola e stanca, travolta da un'impetuosa cascata di precetti, precettini, commi e norme che fanno smarrire la strada e la ricerca del vero senso della vita.
Per alcuni, come per chi scrive, è rimasto lo studio della Natura come ultima consolazione: e qualcuno ha avuto modo di studiarla talmente a fondo di essersi dimenticato di Dio. A me è stato negato anche questo e nel frattempo qualcun altro attende ancora di rendere esecutiva la sentenza - già pronunciata - di condanna al matrimonio.
SCENA X. Esaminatore (E), assistente (A) e studente (S) esaminando.
E: Che cosa succede se faccio reagire un carbonato con un acido?
S: Che cosa succede... un carbonato... un acido...
E: ...
S: Non ne ho idea.
E: Guardi, una compressa di aspirina contiene bicarbonato di sodio e acido acetilsalicilico. La mette in acqua. Che cosa osserva?
S: Che si scioglie.
E: E poi?
S: Che pian piano scompare.
E: E non osserva la formazione delle bollicine?
S: Ah si, bollicine di gas!
E: Quale gas? Ce ne sono a centinaia...
S: ... idrogeno ...
E: Rifletta meglio!
S: ... metano ...
E: Sicuro?
S: ... no ...
E: Ecco...
S: Anidride carbonica!
E: Oh, bravo. Anidride carbonica. Tutti i carbonati reagendo con un acido a freddo liberano anidride carbonica e si nota un'effervescenza vivace. Tutti... tranne uno. Mi sa dire quale?
S: ...
E: Orbene?
S: ... non lo so.
E: La dolomite, il carbonato doppio di calcio e di magnesio. Dà effervescenza solo a caldo.
S: Ah, sono stato in vacanza sulle Dolomiti...
E: Va bene, va bene.Dunque, passiamo alla chimica organica.
S: Ma io non ho studiato niente di questo argomento - rispose l'esaminando, mentre l'esaminatore si tratteneva dal dire: ... perché degli altri invece si.
E: Non si preoccupi. Lei risponda alle mie domande. Dunque: di che cosa si occupa la chimica organica?
S: Del carbonio, degli idrocarburi...
E: E poi?
S: Boh...
(segue un lungo silenzio)
E: Ascolti, che cosa farà se mai dovesse superare l'esame?
S: Beh, mi prenderò un po' di riposo.
E: Intendo: che cosa farà subito dopo aver finito l'esame?
(L'esaminatore si aspettava per risposta: una bella bevuta...)
S: Una carbonara!
E: Beh, anche la carbonara è... chimica organica! C'è la pasta...
S: I carboidrati...
E: Esatto, bravo. C'è la guanciola di maiale...
S: Le proteine...
E: Molto bene!
A: Ci sono anche le uova - aggiunse l'assistente.
S: Le uova, si... e anche il pecorino romano! - ribatté l'esaminando.
E: Ottimo. Con che cosa accompagnerà la sua carbonara? - chiese infine l'esaminatore.
S: In che senso?
E: Che cosa berrà insieme?
(L'esaminatore si aspettava per risposta: una birra... un calice di vino... in modo da condurre il discorso sulle bevande alcoliche per chiedere qualche informazione sull'etanolo in esse contenute e sulla fermentazione).
Ancora pochi giorni e le lezioni di quest'anno scolastico avranno termine. Poi resteranno gli esami e i corsi estivi. Intanto le ghiandaie hanno fatto scorpacciata delle ciliegie e di quelle poche che sono riuscito a salvare ho fatto marmellata ieri pomeriggio.
Venerdì mattina invece ho avuto modo di visitare, sempre per lavoro, il magnifico roseto del Museo Etnografico Dolomiti, a Seravella, nel territorio del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Vi propongo qualche scatto, senza troppe descrizioni. Ho scattato un centinaio di fotografie, ma ho scelto quelle dove su ogni rosa trova posto un insetto...
... l'ape ...
... la cimice ...
... una farfalla ...
Finalmente l'estate e il caldo sono arrivati anche qui. Ne sentivo il bisogno, non ne potevo più del freddo e dell'umidità. Spero che la mia ipertensione ne trovi giovamento.
Dopo frutti, fiori e insetti (mi pare di rileggere il Cantico francescano...), un ultimo sguardo al cielo.
Certamente l'azzurro, il verde, il bianco e il rosa della foto sopra rasserenano e regalano un po' di pace; nonostante non ami la stagione fredda, devo tuttavia riconoscere che talvolta i cieli invernali si tingono di colori così forti da donare emozioni uniche.
Con l'ultima citazione (attribuita al nuovo Papa), vi auguro buona domenica!