Visto che di recente agguerriti esponenti di un certo integralismo ecologista mi hanno pesantemente insultato perché ogni tanto (rimarco: "ogni tanto", che significa "ogni tanto" e non 24/24, 7/7, 365/365) permetto al gatto di farsi un giro in giardino, pubblico una sua foto catturata in salotto, dove si è divertito a raccogliere tante coccole...
Il gatto è un predatore seriale e può fare danni sulla piccola fauna selvatica, quindi in linea di principio devo riconoscere le ragioni di chi in maniera intelligente si preoccupa e si occupa della tutela della biodiversità anche nei nostri ambienti.
Il problema - che sussiste, inutile negarlo - è spiegato molto bene dal biologo Alessandro Nicoletti nel video che linko dal canale youtube dell'ONG Keep the planet, che vi consiglio di vedere fino in fondo. Al testo di presentazione del video si accompagna una nutrita sitografia che potente consultare direttamente sulla relativa pagina di youtube e che attesta la scientificità delle informazioni riportate, sulla quale si basano le condivisibili considerazioni offerte.
Per la sua natura di cacciatore, il gatto cattura topi, piccoli rettili e uccelli: la sua attività predatoria, anche perché esplicata con una certa frequenza nell'arco di una giornata, può causare una diminuzione degli esemplari di alcune specie (di rettili, anfibi, uccelli) che sono già in via o in pericolo di estinzione (es. natrice oppure orbettino).
Si parla di limitare in qualche modo (sterilizzazione, anagrafe felina...) la diffusione del gatto domestico: niente di male finché a discutere la cosa e ad esporre ipotesi di soluzione sono esperti che hanno un'approfondita preparazione e che lavorano nel settore.
I guai cominciano quando un problema e le relative ipotesi di soluzione finiscono nelle limitate teste di persone incompetenti, incapaci di valutare più variabili, frustrate per loro personali vicissitudini esistenziali, che dietro una tastiera sbraitano ai danni di utenti inermi e che si mettono a fare i dittatorelli nella vita altrui - via internet anche in quella di perfetti sconosciuti. È il delirio.
Con arroganza e supponenza, mi hanno fatto passare per uno che aveva liberato una colonia di cento gatti a sterminare lucertole, orbettini, topi campagnoli e tutta la fauna selvatica in un'area di 200 chilometri quadrati.
L'idiozia più grande l'ha scritta tuttavia una "signora" che dava la colpa di tutto al fatto che non sono sposato (ma perché siete fissate col matrimonio?); e un'altra (sempre xx) che mi ha dato del pezzente, a tal punto da non potermi permettere un divano per tenerci i gatti.
Morale: mi sono cancellato da tutti i gruppi a tema felino e da molti a tema naturalistico, dove sovrabbondano personaggi di siffatta caratura.
Al fine di evitare l'ibridazione con il gatto selvatico e un'eccessiva proliferazione di quello domestico, entrambi i gatti che girano attorno a casa mia sono sterilizzati. E proprio per arginare la loro attività venatoria potenzialmente deleteria, nelle ore notturne li tengo in casa e trascorrono in casa i mesi invernali, da novembre a febbraio.
Ma con la primavera essi ogni tanto scappano in giardino: stanno in casa quasi cinque mesi all'anno, più tutte le notti (e buona parte della giornata anche nei mesi estivi, visto che preferiscono il divano e mal tollerano il caldo).
Come ho cercato di accennare già nelle parole introduttive, escono per un paio d'ore al mattino e altrettanto al pomeriggio, in primavera; da giugno a settembre solo al pomeriggio. E rimangono in giardino o - ancora meglio - in garage, dove purtroppo catturano i piccoli animali che trovano: topi campagnoli soprattutto, qualche lucertola, cavallette, coleotteri ed eccezionalmente orbettini e anche ofidi (che normalmente sottraggo ai loro giochi e restituisco - ancora vivi - al prato: quando escono sono sempre seguiti e mai abbandonati a loro stessi).
Per nostra fortuna, intorno alla nostra proprietà vivono gatti abbandonati di cui i nostri hanno timore. Questo fa si che non si allontanino mai dalla casa e dal giardino. Purtroppo, quegli animali abbandonati costituiscono un problema anche in ordine alla conservazione della fauna naturale. E qualche santo paladino dell'ambiente viene a dirmi che, in nome della tutela della biodiversità, io dovrei rinunciare alla compagnia di un gatto domestico per lasciare spazio a quello randagio.
Non metto in dubbio l'impatto negativo del gatto sulla biodiversità. E' che io, quando il mio gatto è fuori, lo seguo e faccio in modo che non si allontani troppo: cosa che non potrei fare con un randagio. E quando cattura prede come rettili o altre specie rare, cerco di sottrargliele e di restituirle alla natura vive.
Per questo mi da fastidio essere mal apostrofato da chi sa sempre tutto. Tuttavia, eviterò accuratamente di postare ulteriori commenti incauti e anche meno incauti in futuro. E' impossibile dialogare sui social. Troppa gente sfoga i suoi repressi personali ai danni di sconosciuti e non ho intenzione di fare il parafulmine. Prima con i vaccini, poi con i gatti, poi col clima, poi con le zecche e le malattie... che sagra infinita! A proposito di zecche: leggete questo bell'articolo sul tema, pubblicato sul Gazzettino di qualche giorno fa, a proposito dell'incontro annunciato QUI.
Sto diventando vecchio e comincio ad averne le scatole piene. Preferisco dedicare il mio tempo libero alle piante che coltivo, a seguire i gatti e a vedere che la fauna avicola, intelligentemente, se ne sta sui rami alti e scende a terra quando i felini non ci sono. Molto più appagante che leggere commenti, insulti e altro che interesserebbe di più chi si occupa di sociologia, psicologia o - forse - psichiatria.
Dio, patria e famiglia... comunità, parrocchie e campanili: adesso ci aggiungiamo pure l'ambiente. E che altro, per fare la dittatura perfetta?
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