venerdì 15 agosto 2025

Ci sono litanie e litanie...

Caravaggio, Assunzione della Vergine, part.

Oggi dovrebbe essere un giorno di festa. E per me, ovviamente, non lo è, come sempre, da quando qualcuno ha deciso che il mio destino deve contemplare quel maledetto anello al dito che non voglio mettere e in nome del quale è stato lecito sacrificare qualsiasi progetto avessi per la mia esistenza. 

Non sapevo quello che volevo perché non volevo quello che altri avevano già deciso per me. Mi sono sentito dare dello "stronzo" anche stamattina per aver ribadito ancora una volta il mio rifiuto. La giornata è iniziata presto con una solenne litigata in casa e la giornata mi vedrà chiuso nel mio studio a preparare lezioni, invece che uscire per godere della bella giornata di sole.

"Matrimonio... matrimonio... matrimonio... matrimonio... matrimonio..." è un'emetica litania che tentano di ripetermi da trent'anni, senza sortire l'effetto sperato. E mentre porto il padreterno a fare un giro per la fattoria, quella famigerata parola risuona nelle orecchie e aumenta solo la nausea di fronte a una scelta di vita che non mi appartiene.

Quando si parla di litania, viene in mente una forma di preghiera formata da una serie di invocazioni intonate da chi guida la preghiera a cui tutta l'assemblea risponde con una frase sempre uguale: ora pro nobis - prega per noi. 

Qualcuno usa il termine in modo spregiativo per indicare una cosa ripetuta fino alla noia e oltre: nel mio caso, una scelta di vita che risuona come un dovere - un must inglese, un mussen tedesco - nei confronti della famiglia e della comunità. 

In realtà, la ripetizione sempre uguale di una formula è una caratteristica di molte forme di preghiera, non solo cristiane: pensiamo ai mantra delle religioni orientali. Di certo, le mie imprecazioni, a cui qualcun altro risponde: matrimonio, non sono esattamente quello che si intende per forme di preghiera.

Si legge, anche sul web, che la pratica di forme di meditazione mantra abbia effetti benefici a livello psicologico e anche fisico, conducendo la mente e il corpo a uno stato di quiete e di serenità interiore. 

La preghiera litanica, con la sua ripetizione insistente e sempre uguale, fa perdere al fedele la scansione del tempo e apre alla dimensione dell'Eterno: anche in questo è certamente l'opposto dell'ossessione, che fa perdere la pazienza, provoca disagio e ha per scopo la possessione da parte di chi l'impone.

La preghiera litanica è invece liberante e rasserenante. 

Le Litanie lauretane risalgono agli inizi del 1500 e sono state diffuse dal Santuario di Loreto. L'abbinamento alla preghiera del Rosario (anche questa composta da più serie di Ave Maria ripetute a gruppi di dieci) si deve a San Pio V, all'indomani della Battaglia di Lepanto (1571). Le invocazioni furono approvate da Sisto V (1587), corredate da indulgenze e arricchite successivamente per volontà di altri pontefici. 

Come tutti i testi liturgici, hanno ispirato nel corso del tempo molti compositori. L'interpretazione musicale che propongo oggi, in questa Solennità dell'Assunzione di Maria, è opera di Mozart quindicenne, appena ritornato a Salisburgo dopo il suo primo viaggio in Italia. 

La pagina, composta per voci, archi e basso continuo, è ispirata all'estetica del tempo, che forse sacrifica la dimensione mistagogica alla ricerca del gusto estetico e dell'equilibrio formale. Per carità: "la bellezza salverà il mondo", andava ripetendo San Giovanni Paolo II riprendendo Dostoevskij.  


Chi salverà me dalla follia nuzialista familiare, proprio non lo so. A voi che festeggiate questa giornata, auguro ogni bene. A me toccano il digiuno e l'ennesima penitenza nel silenzio e nella solitudine.

martedì 12 agosto 2025

Sole, natura e... un cardellino!

La pioggia ci ha regalato giorni di tregua ed è esploso il sole a baciare i belli e anche Belluno con tutta la sua valle. 

Guai a chi si lamenta del caldo: io mi lamento solo di non essermi potuto trasferire in paesi caldi ma mi godo lo stesso le vacanze e la natura, a cominciare dalla mia Sarracenia.

Ho appena terminato di abbozzare una lezione sugli organismi anaerobi e ora esco a godere la natura in tutta la sua prepotenza.

I pomodori cominciano ad arrossire per bene; le rose rinnovano i loro fiori, anche se con una produzione ridotta rispetto a maggio.

Rodio mal tollera il caldo e sonnecchia sul divano pretendendo coccole e carezze...

Meglio così: le lucertole sono libere di scorrere tra i vasi e di stare in mezzo ai pomodori, mentre gli uccellini cinguettano sugli alberi come questo cardellino...


... beh, no! I cardellini che vivono qui ancora non hanno imparato a suonare il concerto per flauto e archi tratto dall'opera 10 di Vivaldi che potete ascoltare nel video. Provate a seguire la melodia dell'adagio, nel ritmo di una siciliana...


... buon ascolto, buon esercizio e buon proseguimento!


lunedì 4 agosto 2025

Il freno a mano...

A questo link QUI è possibile vedere un breve video con alcuni scatti che ho fatto alle mie piante carnivore, con riferimento alla Sarracenia e alla Dionea. Avevo anche la Nepente e la Drosera, ma il freddo dell'inverno ha passato la sua falce; e in casa io tengo temperature non superiori a 12°C d'inverno, benché sia un amante del caldo tropicale.

In qualche paese dal clima tropicale e caldo mi sarebbe piaciuto trasferirmi, ma non mi è stato possibile, per questioni familiari sulle quali non mi dilungo ma che il mio affezionato lettore potrà immaginare. Ora potrei, ma sono troppo vecchio (lavorativamente parlando) e le mie condizioni di salute non mi permettono di stare troppo lontano dall'assistenza sanitaria che solo un paese industrializzato può garantire. Non posso pensare nemmeno di andarci in vacanza, per lo stesso motivo. 

Mi limito a vedere documentari e, di recente, anche qualche film ambientato ai tropici. Qualche giorno fa ho visto "Delitto ai caraibi", ambientato nell'isola della Martinica (sopra vedete la posizione nella cartina da me disegnata), con la città di San Pierre dominata dal vulcano La Pelee

Mare e spiagge sono eccezionali e così anche il paesaggio interno.

Sulla cartina di cui sopra, tutte le isole in rosso sono di interesse vulcanologico, con vulcani attivi o quiescenti che disegnano il sistema arco-fossa delle Antille. 

Sul sito dell'INGV, alcuni vulcanologi italiani raccontano le eruzioni e gli studi su questi vulcani. Metto i link a qualche articolo che ho letto di recente:

https://www.ingv.it/newsletter-ingv-n-9-novembre-2020-anno-xiv/piccole-antille-i-vulcani-del-mar-dei-caraibi

https://ingvvulcani.com/2021/04/12/la-soufriere-2021-cronaca-di-un-eruzione-violentissima/

https://ingvvulcani.com/2021/04/15/la-soufriere-di-saint-vincent-un-viaggio-nella-storia/

https://ingvvulcani.com/2021/04/28/catastrofi-inevitabili-e-catastrofi-reali-i-vulcani-dei-caraibi/

Come si evince leggendo questi resoconti, le eruzioni esplosive sono state anche fonte di distruzione per città importanti come San Pierre (1902) e come Plymouth (1995-7), nell'isola di Montserrat. Tutto questo non mi scoraggia tuttavia dalla voglia di andarci, almeno come turista: d'altronde, vivo in una zona di classe 1 per il rischio sismico, non vedo perché dovrei temere quello vulcanico

Almeno i vulcani quasi sempre annunciano le loro eruzioni e sono continuamente monitorati dagli esperti, considerando deformazioni del suolo, composizione dei gas vulcanici e altri parametri fisici relativi, sciami sismici, etc. I terremoti non si annunciano, irrompono e basta: attualmente non si possono prevedere. 

Ai terremoti, aggiungete lo scioglimento dei ghiacciai, le frane, i crolli in montagna e gli eventi atmosferici intensi che accadono anche qui, dove abito io. Non vedo perché debba temerli in altre parti del mondo. 

E qui la mentalità rétro dei miei familiari (da parte di padre), per i quali è meglio non vivere per la paura di morire, si scontra con l'invidia che ogni tanto provo per coloro che escono dalla commedia di questo mondo vivendo intensamente una loro passione. 

A me hanno trovato più comodo negare pure le passioni; e alla fine si muore anche così, lentamente, col freno a mano tirato, come ho avuto modo di scrivere recentemente in un mio stato di whatsapp.


Ma, sapete, prima delle passioni ci sono la famiglia, il matrimonio, la comunità, la parrocchia, la patria, i fascisti, i socialisti, le tessere, etc... per restare in tema (di Antille), affogherò tutto in un bicchierino di rhum.

sabato 2 agosto 2025

Fulmini vulcanici?


L'altro giorno pubblicavo un post sulle eruzioni vulcaniche esplosive e il Lewotobi Laki-Laki, sull'isola di Flores, nell'Arcipelago indonesiano, torna a farsi sentire e a far parlare di se, grazie allo scatto di un fotografo che ha fatto il giro del mondo e che ha immortalato un fulmine attraversare la colonna piroclastica.


Il dettaglio del fulmine è raccontato già da Plinio il Giovane nella descrizione dell'eruzione del 79 d.C. e riportato in molte raffigurazioni del Vesuvio. Scrive Plinio nella seconda lettera a Tacito che la "nube nera e terrificante, lacerata da lampeggianti soffi di fuoco che si esplicavano in linee sinuose e spezzate, si squarciava emettendo delle fiamme dalla forma allungata: avevano l'aspetto dei fulmini ma ne erano più grandi".


Altri video e foto di fulmini vulcanici sono state catturate dai turisti osservando le eruzioni del vulcano Fuego in Guatemala (sopra) o di Anak Krakatau nello Stretto della Sonda, sempre in Indonesia, sulle cui isole si concentrano moltissimi vulcani esplosivi, alle pendici dei quali sono stati elevati un tempo imponenti templi in onore di Shiva - il distruttore - e di altre divinità indù, che hanno resistito alla potenza delle eruzioni e sono stati risparmiati dalle loro conseguenze.


Shiva è il dio indù della distruzione e della trasformazione, che fa parte di un ciclo cosmico di creazione, mantenimento e distruzione. La distruzione operata da Shiva è vista come necessaria per la rigenerazione e il rinnovamento, non come un atto malvagio. 

A Brahma, il dio indù della creazione, è consacrato il vulcano Bromo, sull'isola di Giava, nel cratere del quale i devoti gettano offerte in denaro o primizie al fine di ingraziarsi i favori della divinità e i molto meno devoti scendono a recuperarle per garantirsi il vitto.


A proposito dei fulmini vulcanici, ieri sera ho scambiato qualche messaggio sul tema con Alberto, il collega di filosofia. La loro origine è dovuta probabilmente allo sfregamento tra le particelle che compongono la cenere vulcanica in ascesa: gli studi di elettrostatica ci insegnano che sfregando una bacchetta di vetro (formato da silicati alcalini) o di zolfo, queste si caricano. Guillame Dufay, fisico del XVIII secolo, parlava di elettricità vetrosa e di elettricità resinosa; Benjamin Franklin di cariche positive e di cariche negative

Le prime considerazioni sui fulmini vulcanici risalgono al 1782 e sono opera di Alessandro Volta ma un recente studio approfondito sul fenomeno è stato pubblicato nel 2022 da Corrado Cimarelli e Kimberly Genareau

Una revisione dell'elettrificazione vulcanica dell'atmosfera e dei fulmini vulcanici - ScienceDirect 

Nell'articolo sono esaminati i meccanismi dell'elettrificazione vulcanica e sono riassunti i recenti progressi nello studio di questi fenomeni, grazie a indagini sul campo e ad esperimenti in laboratorio. Infine, sono evidenziate le sfide e le direzioni future della ricerca sui fulmini vulcanici.

PS: perché la foto di un drago di Komodo in apertura? Perché l'isola di Flores costituisce la principale via d'accesso al Parco Nazionale di Komodo: da Labuan Bajo, la maggiore città di Flores, si parte per accedere alle isole abitate da questo sauro unico al mondo.