Si; ricordate bene. Questo è il lago sul quale sono state girate alcune scene iniziali di The Italian Job, di cui dissi anche QUI; vicino al lago si trova poi un vecchio capanno adibito a laboratorio per lo studio dei raggi cosmici che negli anni Quaranta e Cinquanta fu frequentato da grandi fisici - anche da Fermi, Blackett e Powell. Trovate qualche informazione in più QUI.
domenica 30 maggio 2021
Dal Piave a Rai Tre...
Si; ricordate bene. Questo è il lago sul quale sono state girate alcune scene iniziali di The Italian Job, di cui dissi anche QUI; vicino al lago si trova poi un vecchio capanno adibito a laboratorio per lo studio dei raggi cosmici che negli anni Quaranta e Cinquanta fu frequentato da grandi fisici - anche da Fermi, Blackett e Powell. Trovate qualche informazione in più QUI.
sabato 29 maggio 2021
I miei libri... un tesoro...
Non potrei mai vendere libri. Io adoro i libri: acquistarli, nuovi o usati, accarezzarli, sfogliarli, odorarne le pagine. Leggerli, sottolinearli, annotarli. Rileggerli, riporli - assegnando una collocazione su qualche ripiano. Riprenderli in mano, sfogliarli ancora, cercare quel passo che mi ha colpito e che voglio rimeditare. Mi piace consigliarli, regalarli - quasi mai prestarli, nel timore che non ritornino.
Mi è piaciuto anche scriverne qualcuno: ovviamente nessuno di quelli che ho dato alle stampe è un stato un successo editoriale (per lo meno non in termini di milioni di copie vendute). Non ho pubblicato per i tipi di qualche casa editrice rinomata, non sono inserito nei grandi circuiti della distribuzione (non confondetemi con i miei omonimi giornalisti sportivi o commentatori politici) e questo mi garantisce indipendenza e libertà.
Leggo per il piacere di leggere, scrivo per il piacere di scrivere - solo se ne sento il bisogno. E scrivo di quello che voglio, senza sottostare alle necessità di chi commissiona o di chi vuole un prodotto da vendere o di chi ha bisogno di un manifesto di propaganda. Scrivo di dubbi e di curiosità - quasi sempre intorno a temi poco frequentati dai grandi divulgatori: la catalisi, l'industria chimica, la microbiologia.
Non scrivo di fisica stellare o di particelle, di spazi multidimensionali, di matematiche, di nuove fonti di energia, di clima, di geologia o di evoluzione: ne leggo molto (soprattutto di matematiche e di evoluzione), ma non ne scrivo. Non ne sento il bisogno e non ce n'è bisogno: sul mercato si trovano tanti titoli, alcuni davvero godibili.
"Un tesoro al piano Terra" è uno di questi godibili titoli, che consiglierò come lettura estiva ai miei discenti. L'autore è un geologo, Andrea Moccia, che da qualche tempo ha aperto un canale youtube divenuto celebre: Geologia pop.
In video di pochi minuti, il dottor Moccia racconta e spiega le idee essenziali della Geologia e delle Scienze della Terra con un efficace stile comunicativo che pervade anche il suo libro, affrontando temi quali vulcani e terremoti, frane e smottamenti, clima ed energia.
sabato 22 maggio 2021
Lo Spirito di Mahler
venerdì 21 maggio 2021
L'alternativa
Ci sono giornate dove capita di tornare sullo stesso tema discutendo in momenti diversi con persone diverse: e neanche di proposito, ma quasi per caso. A me è capitato in uno di questi giorni.
Al mattino, in coda per entrare nella rotonda vicino al ponte sul Piave, a Belluno, parlavo di lavoro e opportunità con mio padre: lui alla guida della mia Smart, io sul posto della suocera.
"A te non piace lavorare in laboratorio e hai preferito insegnare" - dice lui, non nascondendo un po' di delusione perché si aspettava altre scelte da parte mia: l'industria o il posto pubblico.
Io gli ho risposto che l'insegnamento è forse il lavoro per me più appagante con i titoli che ho conseguito, anche se non è certo tra i più remunerativi in termini economici e i più appetibili in termini di carriera.
Sullo stesso tema sono ritornato - mio malgrado - nel bel mezzo di una conversazione, a pranzo, incentrata sul lavoro e sulle opportunità di crescita. Uno degli interlocutori si rivolge verso di me chiedendomi: "E a te, che cosa piacerebbe fare in alternativa all'insegnamento?".
Io ho dato una risposta volutamente poco convinta (mi pareva brutto rispondere: fatti miei), dicendo che mi piacerebbe lavorare in un centro studi (quindi ancora insegnamento, anche se in una forma diversa dalla classica attività di classe). Non è che la cosa corrisponda proprio al vero, ma non escludo l'ipotesi: anzi, potrebbe essere interessante ragionando sul medio-lungo termine.
Alla sera, durante la cena, ho raccontato i termini di questa conversazione a mia madre. Ella, ascoltando il racconto, mi interrompe e mi chiede se non mi piacerebbe occuparmi di chimica. Io le rispondo che ho rifiutato ben undici proposte di lavoro come chimico e che la chimica non mi interessa più (almeno non come percorso professionale).
"E allora perché sei andato a buttar via tutti quegli anni a Venezia? E poi sei sempre così... una volta c'era la musica e adesso ti dà fastidio, e così va anche con la chimica". Aggiungo in cuor mio: anche con la religione. E il giornalismo - dopo anni di collaborazioni e di iscrizione all'Ordine, dal quale ho chiesto e ottenuto la cancellazione tempo fa.
Cosa mi piacerebbe fare: lo so bene, ne dissi QUI, ma non ho i titoli per farlo. E forse neanche la voglia di conseguirli. Non ho più l'età per altri anni di studio, per sopportare code alle segreterie, per sacrificare feste ed estati sui libri, per sopportare lune e meschinità di docenti e caudatari. E quindi me la incarto e me la metto via. Non mi va di fare progetti mentre la vita corre: godo il presente, il silenzio, la solitudine, le piccole soddisfazioni.
mercoledì 19 maggio 2021
La neve di maggio
Guardate il datario del mio orologio: 19 maggio 2021. La foto è di stamattina...
lunedì 17 maggio 2021
Pensieri e immagini, senza suoni...
Che cosa mi resta da amare se non la Natura che mi circonda? La primavera stenta ad arrivare e maggio si traveste da novembre - per le piogge e per le temperature, almeno.
Fiori sbocciano, formiche corrono; le ciliegie cadono immature (piango, volevo farne confettura) e le erbe del prato crescono a ritmo vertiginoso.
mercoledì 12 maggio 2021
La caduta della Serenissima
William Wordsworth (1770-1850), poeta inglese, scrisse la lirica "Sulla fine della Repubblica di Venezia". Essa fu composta dal poeta nel 1802, anche se il fatto a cui si riferisce - la caduta della Serenissima - è accaduto il 12 maggio 1797. Trovate il testo originale QUI. Sotto leggete una traduzione italiana in prosa.
"Un tempo Ella era padrona del meraviglioso Oriente e custode dell’Occidente: l’importanza di Venezia non era inferiore alla sua nascita, Venezia, la Figlia Primogenita della Libertà.
Lei era una città Vergine, splendente e libera; mai sedotta dagli inganni, mai violata dalla forza; e, quando dovette scegliere un Marito, sposò il suo eterno Mare.
E nonostante abbia veduto appassire le sue glorie, svanire i suoi titoli nobiliari, e decadere la sua potenza; tuttavia dobbiamo sempre pagarle un tributo di dolore ora che la sua lunga vita è giunta al suo ultimo giorno: siamo uomini, e dobbiamo dolerci anche quando l'ombra di ciò che è stato grande, ci lascia per sempre".
martedì 4 maggio 2021
Spugne, evoluzioni e divagazioni
In queste ultime settimane di scuola mi trovo a raccontare ai miei discenti qualche meraviglia sul Regno degli animali e non posso non cogliere l'occasione per decantare, come autentica poesia della Natura, la bellezza della grande barriera corallina e la paziente attività degli organismi costruttori.
Tra gli animali che popolano la barriera, ecco i poriferi, che chiamiamo più sbrigativamente spugne: per chi non ha familiarità con lo studio del mondo dei viventi è difficile pensare ad esse come a degli animali.
Eppure, come tutti gli animali, sono organismi eucarioti eterotrofi con digestione interna: filtrano l'acqua di mare, ricca di nutrienti, obbligandola a passare attraverso i pori grazie al movimento dei flagelli posti sui coanociti. Le particelle alimentari sono trattenute e inglobate per essere digerite dalle cellule, mentre l'acqua filtrata fuoriesce dall'apertura superiore - chiamata osculo.
Il video sottostante, che ho catturato con lo smartphone durante una trasmissione televisiva (ricordare quale sia mi è difficile, adesso), è una parte di un documentario che mostra sperimentalmente il moto dell'acqua attraverso la spugna spargendo un po' di fluoresceina attorno ad essa e osservando il flusso concentrarsi attraverso l'osculo.
Le spugne non hanno apparato circolatorio, vie respiratorie, apparato riproduttore: generano nuove spugne per frammentazione seguita da una ricrescita. Talvolta mostrano colori sgargianti per segnalare ad eventuali ed incauti predatori il fatto che secernono sostanze tossiche a scopo difensivo - o le accumulano, trattenendo quelle prodotte da alcune specie di microalghe che filtrano attraverso i pori. Molte di queste sostanze mostrano un'azione sul sistema nervoso di molti animali, uomo incluso.
Ormai quattordici anni fa, Todd Oakley e altri biologi evoluzionisti dell'UCSB hanno evidenziato come le spugne, sebbene non siano dotate di un sistema nervoso, possiedano tuttavia nelle loro cellule molti dei geni necessari per svilupparne uno.
La scoperta, dettagliata nel numero del 6 giugno 2007 della rivista ad accesso libero PLoS ONE e recensita QUI, suggerisce che le origini evolutive del sistema nervoso siano molto più antiche di quanto gli scienziati pensassero in precedenza.
Lo studio ha scoperto che le spugne contengono circa venticinque geni molto simili ai geni umani che si trovano nelle sinapsi delle cellule nervose, chiamate neuroni: le proteine codificate da questi geni, poi, mostrano un'interazione simile alle corrispondenti proteine delle sinapsi umane, anche se non sono state evidenziate depolarizzazioni.
Dal punto di vista evolutivo, la storia del sistema nervoso comincia con gli cnidari, che presentano una rete di neuroni attraverso la quale l'impulso si propaga in ogni direzione. Negli anellidi, i neuroni si raggruppano in gangli; nei platelminti - come la planaria - alcuni gangli si concentrano nel capo; negli artropodi, i gangli cefalici si specializzano; nei vertebrati, l'encefalo e il midollo spinale costituiscono il sistema nervoso centrale, protetto da cranio, colonna vertebrale e meningi...
Fonte: Scientific American |
domenica 2 maggio 2021
Imidazolo e suoi derivati
L'imidazolo è un composto eterociclico aromatico di formula C3H4N2, un tempo chiamato gliossalina e oggi detto più propriamente 1,3-diazolo.
L'imidazolo fu segnalato per la prima volta nel 1858 dal chimico tedesco Heinrich Debus, sebbene vari derivati dell'imidazolo fossero stati scoperti già nel 1840. È stato dimostrato che gliossale, formaldeide e ammoniaca si condensano per formare imidazolo: per il fatto che tra i reagenti c'è il gliossale, il composto ottenuto fu ribattezzato gliossalina, come già ricordato.
Si presenta come un solido giallognolo, dall'odore di ammina, che in acqua si solubilizza formando soluzioni leggermente alcaline. L'anello imidazolico accetta infatti idrogenioni per formare il catione imidazolio. Alcuni sali di imidazolio sono stati studiati come esempi di primi liquidi ionici.
L'imidazolo si comporta anche come acido e il protone donato è quello che legato all'azoto N-H.
L'aromaticità dell'imidazolo si descrive come un sistema di sei elettroni pi greco delocalizzati su cinque centri. Si tratta di un anello attivo alla sostituzione elettrofila aromatica: ad esempio, tale anello reagisce con il diazoderivato dell'acido solfanilico in modo analogo al naftolo, con formazione di un azoderivato dal colore rosso-arancio.
La reazione è sfruttata nel test di Pauly per riconoscere gli amminoacidi aromatici. L'anello imidazolico costituisce infatti la catena laterale dell'amminoacido istidina, da cui deriva per decarbossilazione l'istamina.
L'anello imidazolico è condensato con un anello pirimidinico per formare la struttura biciclica che è alla base della purina, in relazione alla quale si descrivono molecole di interesse biologico come l'acido urico, la caffeina, la teobromina, la teofillina, l'adenina e la guanina.
Il benzoimidazolo si descrive immaginando l'anello imidazolico condensato con un anello benzenico. Dal benzoimidazolo derivano molti principi di interesse farmaceutico, alcuni usati come inibitori di pompa protonica (omeoprazolo, lansoprazolo, etc.) e altri come antielmintici (albendazolo, mebendazolo).
Ketoconazolo, tiaconazolo e altre molecole simili nell'insieme mostrano un'azione antimicotica (e per questo sono usati nella formulazione di shampoo antiforfora) e talvolta antiparassitaria, rivolta contro protozoi come Trichomonas vaginalis, tripanosomi e plasmodi.
I nitroimidazoli costituiscono un gruppo di agenti antimicrobici di sintesi attivi su microrganismi anaerobi e microaerofili, in particolare su Trichomonas spp e amebe. Questi microrganismi sono in grado infatti di ridurre la parte finale del nitrogruppo che caratterizza i derivati nitroimidazolici, dando origine a un intermedio metabolico che interagisce con la sintesi del DNA.
Costituiscono un raggruppamento di farmaci indicati come antiamebici misti. Agiscono sia a livello del lume intestinale che sulla parete intestinale e a livello di altri tessuti. Vengono rapidamente assorbiti dal tratto gastrointestinale, per questo sono meno efficaci verso i parassiti del lume. A questa classe appartengono: metronidazolo, 2-nitroimidazolo (azomicina), carnidazolo, ornidazolo, nimorazolo, tinidazolo, benznidazolo.
Fonti consultate:
- B. Katzung, Farmacologia generale e clinica, Piccin, Padova, 7^ ed.
- D. Sica, F. Zollo, Chimica dei composti eterociclici farmacologicamente attivi, Piccin, Padova, 7^ed.
- G.A. Pagani, A. Abbotto, Chimica eterociclica, Piccin, Padova.
sabato 1 maggio 2021
Brock e i batteri termofili
Il 4 aprile scorso è mancato, a causa di una caduta, uno dei maggiori microbiologi del XX secolo, Thomas Dale Brock (1926-2021).
Avrebbe compiuto 95 a fine estate: Brock nacque a Cleveland, in Ohio, il 10 settembre 1926, unico figlio di Helen Sophia Ringwald e di Thomas Carter Brock. Il padre era originario di Toronto.
Sebbene Cleveland fosse una città industriale, la sua casa natale era situata vicino a una fattoria e a un parco boscoso con vista sul Lago Erie: così il piccolo Thomas è cresciuto in un "ambiente idilliaco", circondato dalla natura.
Il padre non aveva mai ricevuto un'istruzione formale ma aveva incoraggiato il piccolo Thomas a proseguire gli studi all'università e gli aveva insegnato come assemblare apparecchiature elettriche.
All'età di 10 anni, Brock ricevette la scatola del piccolo chimico come regalo di Natale e suo padre lo aiutò a costruire un laboratorio nel seminterrato.
Quando Brock aveva 15 anni, suo padre si ammalò gravemente e la famiglia si stabilì a casa di sua madre in un paesino dell'Ohio. Mesi dopo il trasferimento, il padre di Brock morì, lasciando la famiglia in uno stato di povertà. Brock andò immediatamente a lavorare per $ 0,25 l'ora per mantenere se stesso e sua madre facendo vari lavori occasionali.
Sebbene Brock avesse deciso di frequentare il college e di diventare un chimico, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale modificò i suoi piani. Dopo essersi diplomato al liceo, Brock si arruolò nella Marina degli Stati Uniti, trascorrendo più di un anno nel loro programma di elettronica.
Finita la guerra, Brock iniziò a frequentare la Ohio State University nel 1946, inizialmente con l'aspirazione di diventare uno scrittore, ma ancora attratto dalla chimica e dalla scienza.
Egli conseguì un B.Sc. (1949), M.Sc. (1950) e Ph.D. (1952) in botanica; si specializzò in micologia sperimentale e in fisiologia del lievito.
Il suo lavoro di tesi è incentrato sul fungo Morchella esculenta (appartenente a quel gruppo di ascomiceti che chiamiamo volgarmente spugnole) e sul lievito Hansenula anomala.
Dopo aver completato il dottorato, Brock ottenne una posizione nel dipartimento di ricerca sugli antibiotici presso la Upjohn Company di Kalamazoo in Michigan: per necessità divenne un autodidatta in microbiologia e in biologia molecolare.
Quando lasciò Upjohn, aveva pubblicato sei articoli su riviste rispettabili ed era diventato un membro della Society of American Bacteriologists.
Nel 1957, Brock si unì al Dipartimento di Biologia della Western Reserve University.
Nel 1960, accettò la posizione di assistente professore di batteriologia presso l'Indiana University, dove fu promosso a cattedra nel 1964.
Si è trasferì all'University of Wisconsin-Madison nel 1971 e divenne presidente del Dipartimento di batteriologia nel 1979.
Dal 1965 al 1975, Brock ha condotto ricerche sul campo e di laboratorio sui microrganismi termofili nel Parco Nazionale di Yellowstone, finanziato da una sovvenzione della National Science Foundation.
Da un campione di batteri rosa raccolti da Mushroom Spring, Brock e lo studente universitario Hudson Freeze hanno isolato un organismo che prospera a 70 °C che hanno chiamato Thermus aquaticus. Nel 1967, Brock scriverà:
I batteri sono in grado di crescere ... a qualsiasi temperatura alla quale è presente acqua liquida, anche nelle pozze che sono al di sopra del punto di ebollizione.
La PCR utilizza un enzima contenuto in T. aquaticus, ora noto come Taq polimerasi, per accelerare la replicazione del DNA. La PCR può essere adoperata anche per introdurre mutazioni scelte, in modo specifico, nel DNA - e per numerosi altri modi di manipolare o analizzare il DNA. Per questa tecnica, il chimico Kary Mullis, insieme a Michael Smith, che aveva inventato un altro metodo essenziale per manipolare il DNA, fu insignito del Premio Nobel per la chimica nel 1993. Poi Mullis ha divagato occupandosi di alieni, ma questa è un'altra storia. Meglio tornare a Brock, il protagonista di questo post.
Nel 1998, Brock ha contribuito ad aggiornare e contribuire a una nuova versione del libro di René Dubos del 1960, Pasteur and Modern Science.
Nel 1999 ha tradotto e curato Milestones in Microbiology 1546-1940, una raccolta dei documenti più importanti sulla microbiologia primitiva, tra cui lavori di Antonie van Leeuwenhoek, Louis Pasteur, Robert Koch e Joseph Lister. Nello stesso anno fu pubblicato anche Robert Koch: A Life in Medicine and Bacteriology di Brock , una biografia del medico tedesco Robert Koch.
Durante la sua carriera, Brock ha pubblicato più di 250 articoli e 20 libri e ha ricevuto numerosi premi per la scienza e l'istruzione. La specie batterica termofila, Thermoanaerobacter brockii, prende il nome da Brock.
Lo studio e la classificazione dei batteri termofili ha permesso a Carl Woese di individuare il dominio degli Archei, accanto a quello degli Eubatteri e degli Eucarioti.
QUI l'articolo relativo alla scomparsa di Brock sul New York Times.