martedì 17 giugno 2025

Convivenze difficili (I)

Annuncio che mercoledì 11 giugno 2025 è uscita una mia nuova pubblicazione: "Convivenze difficili" (La Bussola editore)

Il lavoro raccoglie alcune riflessioni, talune assai personali, dedicate al mondo dei microbi e a chi di loro si occupa per professione e/o per passione. Il testo riprende e amplia il discorso iniziato nel 2020 con "Vita e morte nell'invisibile", il breve saggio scritto con il professor Renzo Barbazza e autoprodotto in piena pandemia. Stavolta non di un saggio si tratta, ma di una raccolta di brevi racconti i cui protagonisti sono donne e uomini, di scienza o di lettere, che riflettono sulla realtà del piccolo mondo. Ecco quanto è riportato sulla copertina:

Qua e là mi sono concesso alcune considerazioni assai soggettive che non sempre troveranno il plauso e la condivisione di tutti, ma poco importa. Se scrivessi per piacere al pubblico, mi dedicherei ai romanzi rosa o ai gialli, non a tematiche di questo tipo. 

Tuttavia, sottolineo ancora che la pubblicazione non è e non vuole essere un saggio e men che meno un trattato (non sarei in grado di scriverlo), ma una collezione di brevi cammei dedicati a scrittori del passato, a chimici, biologi, agronomi, farmacisti e medici di ieri e di oggi che hanno segnato il cammino della conoscenza intorno alla realtà della vita, intesa nella sua accezione materiale, ma non solo. Buona lettura!

domenica 15 giugno 2025

Cieli plumbei, arcobaleni e altro...


Un breve brano del compositore rinascimentale inglese Thomas Tallis (1505-1585) mi introduce al clima di festa di questa giornata, che la Chiesa Cattolica dedica a celebrare il mistero della Trinità: la festa religiosa si annuncia come la luce di un arcobaleno che rasserena il cielo plumbeo sovrastante il mio atro umore.
 
Il testo musicato da Tallis e intonato dalle voci riprende un versetto del Vangelo di Giovanni: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti e io pregherò il Padre che vi mandi un Consolatore che rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità" (Gv 14, 15-16).


Le scale discendenti sembrano quasi invitare lo Spirito, dolce ospite dell'anima, a scendere e a consolare perfettamente: conforto nel pianto, riposo nella fatica.

Domine! Emitte Spiritum tuum et creabuntur. Et renovabis faciem terrae (et vitam meam...).

Diciassette secoli fa, i vescovi cristiani, riuniti a Nicea, iniziarono a elaborare una profonda riflessione sul mistero della Trinità come risposta all'eresia ariana, per la quale il Figlio era ontologicamente inferiore al Padre. 

Il concilio affermò che il Figlio era "homoousios to Patrì" - "consubstantialem Patri" - "della stessa sostanza del Padre" ed elaborò il Symbolum, completato successivamente nel concilio di Costantinopoli e giunto fino a noi oggi: i cristiani lo recitano durante la messa dopo l'omelia. Credo in un solo Dio...

Che cosa credano i cristiani di oggi, non mi è dato saperlo e men che meno di giudicarlo e di commentarlo. Non tocca a me.

Ho detto altrove dell'orrore che provo da tempo di fronte ad un certo giuridismo ecclesiastico, che vorrebbe ingabbiare la vita di ciascuno in schemi preconfezionati: ordine sacro di qua, matrimonio di là e non ci sono altre possibilità. O prete o sposato con prole.

Ho detto anche della tristezza che mi assale a frequentare le cosiddette comunità, le quali hanno sedimentato nel tempo rapporti umani dettati più da dinamiche paesanotte che dal fuoco vivificante del Logos divino. Tali rapporti alla fine sono stati solo rami secchi da potare e da offrire sull'altare a un altro fuoco, quello purificatore.

Per farla breve e arrivare alla conclusione del post: lo Spirito soffia dove vuole e Dio è Amore

Deus caritas est, scrisse Benedetto XVI il giorno di Natale del 2005. "Abbiamo creduto all'Amore di Dio"... afferma il papa, che ci ricorda come all'inizio dell'essere cristiano c'è un avvenimento: l'incontro con una Persona che dà alla vita un orizzonte nuovo. E non usi e costumi vecchi, travestiti da una morale spicciola e stanca, travolta da un'impetuosa cascata di precetti, precettini, commi e norme che fanno smarrire la strada e la ricerca del vero senso della vita.

Per alcuni, come per chi scrive, è rimasto lo studio della Natura come ultima consolazione: e qualcuno ha avuto modo di studiarla talmente a fondo di essersi dimenticato di Dio. A me è stato negato anche questo e nel frattempo qualcun altro attende ancora di rendere esecutiva la sentenza - già pronunciata - di condanna al matrimonio.

domenica 8 giugno 2025

Tempo di esami...

SCENA X. Esaminatore (E), assistente (A) e studente (S) esaminando.

  • E: Che cosa succede se faccio reagire un carbonato con un acido?
  • S: Che cosa succede... un carbonato... un acido...
  • E: ...
  • S: Non ne ho idea.
  • E: Guardi, una compressa di aspirina contiene bicarbonato di sodio e acido acetilsalicilico. La mette in acqua. Che cosa osserva?
  • S: Che si scioglie.
  • E: E poi?
  • S: Che pian piano scompare.
  • E: E non osserva la formazione delle bollicine?
  • S: Ah si, bollicine di gas!
  • E: Quale gas? Ce ne sono a centinaia...
  • S: ... idrogeno ...
  • E: Rifletta meglio!
  • S: ... metano ...
  • E: Sicuro?
  • S: ... no ...
  • E: Ecco...
  • S: Anidride carbonica!
  • E: Oh, bravo. Anidride carbonica. Tutti i carbonati reagendo con un acido a freddo liberano anidride carbonica e si nota un'effervescenza vivace. Tutti... tranne uno. Mi sa dire quale?
  • S: ...
  • E: Orbene?
  • S: ... non lo so.
  • E: La dolomite, il carbonato doppio di calcio e di magnesio. Dà effervescenza solo a caldo.
  • S: Ah, sono stato in vacanza sulle Dolomiti...
  • E: Va bene, va bene. Dunque, passiamo alla chimica organica
  • S: Ma io non ho studiato niente di questo argomento - rispose l'esaminando, mentre l'esaminatore si tratteneva dal dire: ... perché degli altri invece si.
  • E: Non si preoccupi. Lei risponda alle mie domande. Dunque: di che cosa si occupa la chimica organica?
  • S: Del carbonio, degli idrocarburi...
  • E: E poi?
  • S: Boh... 
(segue un lungo silenzio)
  • E: Ascolti, che cosa farà se mai dovesse superare l'esame?
  • S: Beh, mi prenderò un po' di riposo.
  • E: Intendo: che cosa farà subito dopo aver finito l'esame? 
(L'esaminatore si aspettava per risposta: una bella bevuta...)
  • S: Una carbonara!
  • E: Beh, anche la carbonara è... chimica organica! C'è la pasta...
  • S: I carboidrati...
  • E: Esatto, bravo. C'è la guanciola di maiale...
  • S: Le proteine...
  • E: Molto bene! 
  • A: Ci sono anche le uova - aggiunse l'assistente.
  • S: Le uova, si... e anche il pecorino romano! - ribatté l'esaminando.
  • E: Ottimo. Con che cosa accompagnerà la sua carbonara? - chiese infine l'esaminatore.
  • S: In che senso?
  • E: Che cosa berrà insieme? 
(L'esaminatore si aspettava per risposta: una birra... un calice di vino... in modo da condurre il discorso sulle bevande alcoliche per chiedere qualche informazione sull'etanolo in esse contenute e sulla fermentazione).
  • S: Acqua! 
  • E: Ma l'acqua non è una sostanza organica!
  • S: Allora... Coca Cola!!!
(Sipario)

domenica 1 giugno 2025

Ciliegie, rose e insetti...

Ancora pochi giorni e le lezioni di quest'anno scolastico avranno termine. Poi resteranno gli esami e i corsi estivi. Intanto le ghiandaie hanno fatto scorpacciata delle ciliegie e di quelle poche che sono riuscito a salvare ho fatto marmellata ieri pomeriggio.


Venerdì mattina invece ho avuto modo di visitare, sempre per lavoro, il magnifico roseto del Museo Etnografico Dolomiti, a Seravella, nel territorio del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.


Vi propongo qualche scatto, senza troppe descrizioni. Ho scattato un centinaio di fotografie, ma ho scelto quelle dove su ogni rosa trova posto un insetto...


... l'ape ...


... la cimice ...


... una farfalla ...


Finalmente l'estate e il caldo sono arrivati anche qui. Ne sentivo il bisogno, non ne potevo più del freddo e dell'umidità. Spero che la mia ipertensione ne trovi giovamento.


Dopo frutti, fiori e insetti (mi pare di rileggere il Cantico francescano...), un ultimo sguardo al cielo.


Certamente l'azzurro, il verde, il bianco e il rosa della foto sopra rasserenano e regalano un po' di pace; nonostante non ami la stagione fredda, devo tuttavia riconoscere che talvolta i cieli invernali si tingono di colori così forti da donare emozioni uniche.


Con l'ultima citazione (attribuita al nuovo Papa), vi auguro buona domenica!
mc

sabato 17 maggio 2025

Sensazioni positive...

Si avvicina la fine della scuola, arriva il caldo e sbocciano i fiori in giardino, anche se soffocati da una foresta di erbacce.

Ecco gli iris e, sotto, la rosa.

Correndo verso la città, osservo maggiociondoli e robinie.

Finalmente, tra i rami degli alberi, spunta il profilo del campanile della cattedrale.

L'estate è prossima, ma le vacanze sono ancora ben lungi dall'arrivare. Scrivo questo post in una parentesi del lungo lavoro di ricopiatura degli appunti per il modulo che ho dedicato alla luce all'interno di un ciclo di lezioni di scienze fisiche, mentre ho ancora sotto il naso l'odore dell'olio essenziale di rosa, utilizzato ieri da un maestro profumiere nella composizione di una miscela per spiegare ai miei discenti come si prepari un profumo

In attesa di stimolare adeguatamente anche il gusto, dopo vista e olfatto, aggiungo un po' di soddisfazione per l'udito, proponendo un Notturno di Mendelssohn.


Di fronte a questo turbine di sensazioni positive, non faccio altro che augurarvi buona domenica. E state in campana, perché presto ci potrebbero essere liete notizie...

sabato 10 maggio 2025

La fumata bianca

In questi giorni, il mondo dell'informazione è stato monopolizzato dall'elezione del Papa. Gli occhi e le telecamere puntate sul comignolo della Sistina, in attesa della fumata, hanno inquadrato un nido di gabbiani.


La fumata è arrivata giovedì sera, 8 maggio, mentre a casa mia si preparava la cena in un'occasione speciale: il compleanno della mia adorata genitrice.


Quasi tutte le reti televisive maggiori erano in diretta da Piazza San Pietro, gremita di gente e di bandiere: i cardinali elettori provenivano da una settantina di paesi del mondo.


Dopo la fumata bianca, realizzata con la combustione di clorato di potassio, colofonia e lattosio, l'attesa è stata lunga. Si vociferava che fosse stato eletto un americano e qualcuno ha ricordato il meme generato dall'IA e passato sugli schermi qualche giorno prima, con Trump in mitria e bianche vesti.


Ci sarebbe mancato solo un Donaldo primo. Ecco, intanto dalla Loggia delle benedizioni si affaccia il cardinale protodiacono ad annunciare il nome dell'eletto.


Per la prima volta nella storia, un figlio spirituale di Sant'Agostino sale al soglio di Pietro. Sceglie il nome "Leone" e subito i giornalisti rispolverano il manuale di storia della quinta liceo per ricordare Leone XIII e la Rerum novarum, l'enciclica che segna la nascita della Dottrina sociale della Chiesa, pubblicata il 15 maggio 1891. 

Ma Leone XIII è anche il papa che ha scritto in tutto 86 encicliche, alcune delle quali contro la Massoneria e 14 sulla preghiera del Rosario: l'8 maggio è anche il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, come ricorderà il neoeletto nel suo discorso di saluto. 

Con Aeterni Patris (1879), egli rilanciò lo studio della filosofia di San Tommaso, indicandola quale modello da seguire. E proprio all'Angelicum il neo eletto si è laureato in diritto canonico.

E, infine, Leone XIII è il papa che - si narra - abbia contemplato la Chiesa tentata dal demonio per un secolo - quel secolo che Leone XIV forse dovrà chiudere.


Personalmente, non voglio escludere che la scelta del nome Leone attesti invece una continuità con il suo predecessore Papa Francesco, così come Frate Leone fu il più ligio continuatore del messaggio e della regola lasciati da San Francesco d'Assisi. Il santo aveva indirizzato al frate una speciale benedizione in un momento di difficoltà:

Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore benedica te, frate Leone. 

Leone X fu il papa che scomunicò Lutero, monaco agostiniano (proprio come Leone XIV) che cinque secoli fa diede il via alla riforma protestante: che sia un segno dei tempi anche questo? Chi vivrà, vedrà.

Leone XII indisse il giubileo nel 1825, duecento anni fa: fu il primo del XIX secolo, in quanto quello del 1800 non fu celebrato perché Roma era occupata dalle truppe napoleoniche. Si trattò di un giubileo particolare, durante il quale furono proibiti divertimenti e spettacoli e si moltiplicarono invece le preghiere e i pii esercizi, unico diversivo dalle attività lavorative concesso alla popolazione. Se volete leggere qualche pasquinata su questo pontefice, clikkate QUI. A testimonianza dell'impopolarità che godette, basta ricordare il distico che gli fu dedicato alla morte: "Qui Della Genga giace, per sua e per nostra pace".


A Leone XIV auguro di cuore una sorte migliore. Subito dopo l'elezione, i commenti a caldo. Prima di tutto la classifica dei cardinali sconfitti, tra i quali i giornalisti hanno riportato anche i nomi di alcuni italiani. Ad oggi, l'ultimo papa italiano è il beato Giovanni Paolo I, originario dalla diocesi dove sono nato e cresciuto. Ecco il busto a lui dedicato nel Seminario dove egli studiò da prete (e dove io studiai vent'anni fa per conseguire il magistero in Scienze religiose).


Qualcuno ha subito ricordato anche le ombre sulla figura di Prevost, sulle quali glisso. Qualcun altro ne ha approfittato per cercare cinque minuti di pubblicità sui media. Poi: servizi sulla casa natale, a Chicago; sulla passione per il tennis e sulla fede calcistica per la Roma, che ha fatto gongolare - e non poco - un mio collega... 


... mentre per l'Inter, in campionato, è ormai fumata ner...azzurra!


Tuttavia, la notizia più curiosa, riguarda gli studi di matematica, disciplina nella quale Leone XIV si è laureato. Ovviamente qualcuno ha pure scherzato anche su questo...


Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi - recitava un vecchio adagio. E i papi - aggiungerebbe qualcun altro. In fin dei conti, quello della Chiesa è un mondo dal quale sono lontano: e non basta un emozionante messaggio di Pace, disarmata e disarmante, come quello con cui si è presentato al mondo il 267esimo successore di Pietro, per farmi tornare, sapendo che non mi attende l'Amore del Buon Pastore ma il vuoto e vomitevole giuridismo dei suoi sottoposti, con i soliti pistolotti su famiglia, matrimonio e vita parrocchiale. Per la mia vita avrei desiderato altro; per la vita della Chiesa, non desidero altro che essa sia conforme ai desideri del suo Sposo e Signore. Ma intanto devo proteggere me stesso e l'unico modo è stare lontano.

venerdì 2 maggio 2025

Sperimentando col bergamotto...

Sto trascorrendo quest'ultimo ponte prima della conclusione dell'anno scolastico a casa. Ieri, primo maggio, ho sbrigato un po' di burocrazia e nel pomeriggio, dopo aver letto qualche pagina, mi sono dedicato a sperimentare... no, non in laboratorio, ma in cucina.

Ho dedicato pomeriggio e sera al bergamotto, Citrus x bergamia, un agrume originario della Calabria, noto per il suo olio essenziale usato soprattutto nella composizione di profumi.

Disponendo di pochi frutti, ho provato a preparare della marmellata: prima li ho lavati, quindi li ho sbucciati avendo cura di togliere la parte bianca (dal gusto molto amaro). Ho tagliato la polpa (500g) a pezzi, ho aggiunto acqua (due tazzine da caffé) e lo zucchero (350 g). Poi ho portato all'ebollizione, riscaldando gentilmente. 

Non ho usato pectina e la marmellata ha cominciato ad addensarsi dopo circa 40 minuti. L'ho raccolta in due vasetti, chiusi ermeticamente, che ho lasciato raffreddare. Il primo, colmo, è finito in dispensa; il secondo, è finito sulla tavola già stamattina.

Mentre mia mamma fantasticava di farcire torte con questa autentica leccornia, io meditavo sulla mia serata, passata a ripulire buccia per buccia. Ho raccolto i pezzetti in un vaso di vetro pulito e ho aggiunto una quantità di alcool etilico per liquori sufficiente a coprirli. Riposeranno per circa venti giorni al buio, prima di diventare liquore al bergamotto.

Intanto le mie mani profumavano di oli essenziali: allora, in attesa di tornare presto in aula, viva la mia cucina, visto che per il laboratorio accademico puzzo sempre troppo da prete e in quello aziendale lascio volentieri lavorare qualcun altro.

Da una cucina amica mi arriva questo suggerimento, che raccolgo e condivido! E intanto, del bergamotto ho conservato anche i semi, che proverò ad interrare. Chissà che non ne nasca una pianta per arricchire il giardino!

sabato 26 aprile 2025

L'universo tra caldo e freddo

"Termodinamica è un nome terrificante per quella che forse è la teoria scientifica universale più utile che sia mai stata concepita", scrive Paul Sen nella prefazione al suo libro "Il frigorifero di Einstein", edito in italiano da Bollati Boringhieri. 

Spesso relegata alla descrizione delle macchine a vapore e dei frigoriferi, nelle pagine di questo libro la termodinamica rivela di essere molto più di questo. I tre concetti fondamentali che stanno alla base di questa disciplina – energia, entropia e temperatura – rappresentano il nucleo teorico fondante di buona parte delle nostre conoscenze sul mondo fisico.

Nel XIX secolo, moltissimi uomini di scienza con i loro studi, le loro vite e le loro intuizioni hanno contribuito a cambiare radicalmente la nostra visione del mondo. È grazie a loro che sappiamo che esistono gli atomi, ne conosciamo il comportamento, sappiamo finalmente cosa sia il calore e come si propaga. Grazie alla termodinamica sappiamo anche che cosa siano il tempo, l’informazione, la vita, l’intelligenza e persino i buchi neri dell’universo: ognuna di queste cose, senza la termodinamica, non avrebbero senso.

"Come la differenza tra caldo e freddo spiega l'universo": proprio commentando il sottotitolo del libro di Sen sono partito per proporre una riflessione sul calore a un giovane pubblico che mi guardava straniato, abituato a sentir parlare di fisica come di formulette e di numeri da computare con la calcolatrice. 

L'immagine della materia governata dal caldo, che la porta al movimento e alla vita, oppure dal freddo, che la porta all'immobilità e alla morte ci riporta alla filosofia naturalistica del rinascimentale Telesio; e ancor prima agli autori greci, come Anassimandro, per il quale l'universo ha origine nell'apeiron dalla separazione degli opposti come caldo e freddo. 

O come Anassimene, per il quale il caldo e il freddo sono dovuti alla condensazione e alla rarefazione dell'aria. La condensazione produrrebbe l'acqua e la terra; la rarefazione produrrebbe il fuoco: da questi elementi nascerebbero tutte le cose. 

Per Eraclito, il caldo e il freddo sono due opposti che si trasformano continuamente, uno nell'altro, come parte della costante metamorfosi del mondo, simbolo del fuoco. L'esistenza di un opposto dipende dall'esistenza dell'altro; senza il freddo, il caldo non avrebbe significato, e viceversa. 

Per Aristotele le combinazioni di caldo, freddo, secco ed umido producono gli elementi: terra, aria, acqua e fuoco.

Nel secolo dei Lumi, per spiegare il principio di combustibilità, Becher e Stahl introdurranno la dottrina del flogisto, poi dimostrata errata da Lavoisier; per spiegare il cambiamento di temperatura, Boheraave proporrà la teoria del calorico, un ipotetico fluido privo di massa ma dotato di volume, che passa da un corpo caldo a un corpo freddo, causando in esso l'aumento di temperatura e la dilatazione. 

La dottrina del calorico, proposta nel 1724, accompagnò lo sviluppo delle scienze fino alla metà del XIX secolo, quando Joule dimostrò con un celebre esperimento l'equivalente meccanico della caloria.

Il calore è una forma di energia come il lavoro. Disordinato il primo, ordinato il secondo; interpretato a livello microscopico il primo, a livello macroscopico il secondo. 

Il lavoro può sempre essere trasformato in calore, come dimostrarono prima Rumford, fabbricando cannoni (sic!), e poi anche Tyndall con un tubo metallico e un po' d'etere. 

Non sempre il calore può essere trasformato in lavoro: e questo problema occupò le menti brillanti degli uomini ricordati nel libro di Sen, che meriterebbero molta più notorietà e riconoscenza di quanto ne siano attribuite a certi condottieri, ministri, re, papi e imperatori tanto osannati nei libri di storia per le nostre scuole. Di alcuni balbettai anch'io qualcosa: Clausius, Carnot e Kelvin. E Maxwell.

Per affrontare lo studio della termodinamica, il fisico distingue all'interno dell'universo (la totalità dell'esistente) un sistema, parte dell'universo sulla quale compirà osservazioni ed esperimenti, e l'ambiente - che non sarà oggetto delle sue misurazioni.

Per definire lo stato del sistema, egli specificherà le variabili di stato. Ad esempio, per un gas ideale le variabili di stato sono la pressione P, il volume V, il numero di moli n e la temperatura T, legate tra loro dalla relazione che esprime la legge del gas perfetto: PV = nRT. 

Mi son divertito a far calcolare ai miei discenti il valore della costante dei gas perfetti R, ricordando loro che a P = 1 atm e T = 0°C, una mole di un gas qualsiasi occupa un volume V = 22.41 litri. Dopo le opportune conversioni (in pascal, kelvin e metri cubi), si ottiene che R = 8.31 J / (K x mol).

Calore Q e lavoro L non sono variabili di stato, ma lo è la loro differenza, pari alla variazione di energia interna del sistema, dU = Q - L. Lo stato di un sistema si modifica scambiando calore e/o producendo lavoro.

Quanto calore è in grado di scambiare un sistema? La risposta a questa domanda porta alla definizione della capacità termica del sistema, indicata con la lettera C = dQ/dT. Dalla capacità termica discendono le definizioni di:

  • calore specifico, c = C/m, con m = massa del sistema;
  • calore specifico molare, cm = C/n, con n = numero di moli

La legge di Petit-Dulong stabilisce che tutti gli elementi solidi hanno lo stesso valore del calore specifico molare. In termini moderni tale legge si esprime dicendo che il calore specifico di una mole degli elementi solidi è 3R, dove R è la costante dei gas perfetti. Mentre prendete la calcolatrice e ne calcolate il valore,  aggiungo che la teoria moderna del calore specifico dei solidi stabilisce che esso è dovuta alla termodinamica delle vibrazioni reticolari nel solido.

La termodinamica moderna si avvale di un apparato matematico assai complesso: le relazioni di Maxwell, la distribuzione di Boltzmann, l'interpretazione assiomatica di Caratheodory esulano dalle basi e dagli obiettivi di una buona formazione liceale. 

Variabili di stato e differenziali di Pfaff non s'incontrano di certo sulle lavagne alle superiori a meno che in classe non entri qualche "terrorista algebrico" - soprannome dato al povero Boltzmann. Intanto trovo affascinante, tuttavia, ricordare il nome di Kapica e di altri che studiano il comportamento della materia a temperature prossime allo zero assoluto; oppure di Hawking che calcola la radiazione emessa da un buco nero. 

Ora ricordo di aver lasciato la lettura della sua "Teoria del tutto" proprio al terzo capitolo, dedicato ai black holes: era quasi un anno fa, ed ero steso su un letto al quarto piano dell'ospedale. Smetto di scrivere e riprendo la lettura, regalandovi l'immagine del glicine fiorito mentre riceve il calore del sole.

domenica 20 aprile 2025

Da Belluno ...

... tanti cari auguri di Buona Pasqua, qualsiasi significato abbia per voi questa festa!


J.S. Bach, Adagio - dal concerto per due violini e orchestra BWV 1043

venerdì 18 aprile 2025

Il buon venerdì...

Oggi, 18 aprile, è Venerdì Santo. The Good Friday - lo chiamano nei paesi anglofoni. Nelle chiese cristiane gli altari sono spogli, le campane mute. Non si celebra la messa ma una lunga funzione incentrata sulla lettura del racconto della Passione, così come è riportato nel Vangelo di San Giovanni, autore sacro che per la Tradizione è stato testimone oculare degli eventi narrati. Qualcuno ascolterà comodamente seduto in salotto questa narrazione nella versione musicale di Bach, da cui traggo il corale seguente:


Io non uscirò di casa e non credo di ascoltare musica. Ho appena finito di limare una presentazione dedicata a Maxwell e alle sue equazioni. Oggi, 18 aprile, ricorre anche il settantesimo anniversario della morte di Einstein, che proprio dagli scritti di Maxwell è partito per elaborare le sue teorie.

Maxwell era un devoto fedele appartenente alla Chiesa episcopale di Scozia: con gli amici discuteva non solo di fisica e di matematica, ma anche di questioni religiose. Negli scritti più personali si ritrovano versi e brevi preghiere, come la seguente, riportata da Torrance nel secondo volume dell'opera da lui dedicata al grande fisico:

O Dio onnipotente, che hai creato l'uomo a Tua propria immagine, e ne hai fatto un'anima vivente perché egli potesse cercarTi e avere potere sulle Tue creature, insegnaci a studiare l'opera delle Tue mani, affinché possiamo soggiogare la terra a nostro uso e rqfforzare la ragione al Tuo servizio, così da ricevere la Tua parola benedetta, la quale dobbiamo credere per Colui che Tu hai mandato, per donarci la conoscenza della salvezza e la remissione dei peccati. Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo, nostro Signore.

Un buon teologo di oggi non saprebbe fare di meglio - e uno scienziato contemporaneo intanto si dedicherebbe ad altro, non a scrivere orazioni.


E così il povero Cristo è lasciato solo, crocifisso al duro legno dall'indifferenza, oltre che dal peccato di sempre e dai soldati romani di allora. E dai uattanciù di molti che dicono di seguirlo e ne fanno una scusa per occuparsi di altro, trasformando la sua Sposa in una multinazionale dell'immobile, in una holding dell'allegria a poco prezzo, in un'agenzia matrimoniale a buon mercato, etc. etc. etc.

Popule meus, quid feci tibi? 
Aut in quo te contristavi? 
Responde mihi...

lunedì 14 aprile 2025

Chiedere e chiudere...

La liturgia romana della Domenica delle Palme inizia con una celebrazione sul sagrato della chiesa, con la benedizione degli ulivi, seguita da una processione in cui si canta(va) "Benedictus qui venit in nomine Domini" o altro canto adatto.

Ho seguito la messa in televisione e, nonostante ormai mi professi agnostico, ne ho sentito davvero il bisogno, dopo aver passato il fine settimana ad abusare della pazienza del Padreterno a causa di uno dei suoi tanti emuli che è troppo convinto di essere tale - e in quanto tale si arroga prerogative che non ha.

P. Lorenzetti, Entrata a Gerusalemme, part.

Ascoltando il brano del Vangelo di Luca che racconta l'entrata di Cristo in Gerusalemme a dorso di mulo, ripensavo all'omelia di un sacerdote, tanto dotto quanto animato da profonda carità, che commentava la pericope con un pensiero sul suo ministero: "il prete deve essere come quel mulo, che porta Cristo alle folle e intanto di lui, povera bestia da soma, non si cura nessuno". 

Un'immagine che percepisco ben lontana da quei banditori di pezzi di metallo al dito con cui mi sono trovato a che fare troppo spesso e che hanno stretto alleanza con la volontà di certi parenti che mi desideravano - a loro dire - sistemato. 

Tanto i banditori quanto i parenti hanno contribuito - e non poco - a rovinarmi la vita, a stracciare i miei progetti e a cancellare i miei sogni. E tutto nel nome del matrimonio e della famiglia, un ergastolo a cui sono condannato con una sentenza che attualmente è sospesa e ben lungi dal diventare esecutiva: volevo ben altro per la mia vita, ma non importa.

Dio ha abbandonato suo figlio sulla croce - perché? si è chiesto il salmista - e altrettanto ha fatto con il sottoscritto e chissà quante altre persone, ieri, oggi e sempre, qui e in ogni dove. Forse perché non esiste; o se esiste, perché ha di meglio da fare, come preparare l'inferno per chi fa domande del genere.

Ritengo che simili pensieri abbiano attraversato la mente di Beethoven ad Heiligenstadt. Beethoven: un uomo a cui Dio ha concesso il privilegio di saper scrivere la musica togliendogli il piacere di ascoltarla. Nonostante questo, il maestro di Bonn, negli ultimi anni della sua vita, ha elevato a quello stesso Dio un solenne canto di lode, così grande da ritenerlo la sua opera più bella.


Il video propone il Sanctus e il Benedictus della Missa Solemnis op. 123 nell'interpretazione di Sir John Eliot Gardiner. I solisti intonano l'invocazione iniziale, introducendo al mistero, e poi si liberano in un giubilante: pleni sunt coeli et terra...

Poi la musica si fa più raccolta: nella liturgia è il momento dell'Elevazione. Come un raggio di luce da un rosone illumina l'altare, così lo Spirito scende sulle specie eucaristiche e il solo del violino plana dalle dimore celesti per dialogare con le voci: Benedictus... Benedictus...

Cattedrale di Bari, solstizio d'estate

Tra emuli e muli, banditori e parenti, la mia settimana non sarà troppo santa, come ho già detto al post precedente. Il prete, all'omelia, chiedeva di non condannare Dio al silenzio, chiudendo la Bibbia, e di non chiudere il cuore ai bisogni degli altri. 

Nel mio piccolo, io, a certi preti, chiederei di chiudere la bocca e di smetterla di infastidire uomini e donne con proposte di vita che nel terzo millennio devono essere per tutti scelte libere, ponderate e consapevoli. 

E chiederei anche il rispetto di chi opta per prospettive diverse da quelle stabilite dai confini della loro ridotta weltanschauung: non esistono solo parrocchia e famiglia, a questo mondo. 

E non esistono solo cattolici, solo cristiani, solo credenti. Esistono i dubbiosi, gli agnostici, gli atei: e tutti hanno diritto di cittadinanza in questo mondo. Nell'altro forse no. 

sabato 12 aprile 2025

Per una settimana che santa non sarà...

Reduce dall'ascolto di un bellissimo "Flauto magico", trasmesso ieri sera su Rai 5, vi propongo l'ascolto di una fuga per organo di Bach, giusto per tentare di introdurmi ad un clima (pseudo)religioso.


In cuor mio, mi ricordo di Dio solo per accusarlo di avermi regalato tanti semi e di avermi abbandonato in una terra sterile, nella quale soffro in silenzio, rotto da qualche esplosione di rabbia. L'ultima: alla fine della giornata di venerdì, quando il solito qualcuno, che pensa di essere un tutto e vorrei che fosse un nessuno qualsiasi, ha osato violare un mio spazio sacro: quello del tempo lavorativo.

Oggi avrei voluto festeggiare, più per celia, il mio mezzo compleanno (quello intero sarà tra sei mesi esatti) e lascio la torta Donizetti, che mia madre ha preparato con un quel tocco in più che solo una mamma può mettere, al ventre senza fondo di un essere innominabile che stupra ogni giorno la mia anima e calpesta ogni mio sentire - e questo da moltissimi lustri - perché ritiene di poterlo fare. Lui è lui e il resto dell'universo gli gira attorno e a lui s'inchina.


Nei prossimi giorni devo attendermi il solito copione, di uova e di coniglietti, di animalisti che deprecheranno la strage degli agnelli (per carità: liberi di farlo, ma perché solo per la festività cattolica?), di buone pasque e di auguri vari (spegnerò il telefono), di inviti a concerti e a funzioni religiose: parole, parole, parole... e bei gesti osannati da chi legge il vangelo e lo vive nel quotidiano, troppo spesso nei panni dei farisei. E agli osanna seguiranno i crucifige, come sempre. O il solito imperativo: nube!

A me tutto questo ha stancato da tempo e benedico il covid che mi ha dato modo di estirpare la gramigna di una pratica che lascio volentieri ad altri. Non mi professo credente e nemmeno ateo: preferisco dirmi agnostico e per questo non perdo nemmeno tempo a sbattezzarmi. Chissà, forse tornerò sui miei passi, se mai un giorno sarò farmacista in qualche ospedale missionario, come avrei voluto essere da molti anni in qua. Intanto ho ricevuto questo... 


... le soddisfazioni ci sono, non lo nego, ma non ripagano il dolore di mille sogni infranti nel nome del matrimonio (che rifiuto) e della famiglia (che non voglio), con tanto di benedizione di qualche pretonzolo della malora - con i quali ho rotto ogni rapporto.

L'arcana pensosità della fuga bachiana non mi è di aiuto. Mi ha fatto sentire meglio Mozart, con il messaggio di speranza che aleggia per tutta la sua ultima grande opera: il sole della saggezza sorge a fugare le tenebre di una notte fatta di superstizioni e di consuetudini; e la sua luce non acceca ma abbraccia chi desidera la conoscenza e l'amore. L'amore: quello vero, non quello ridotto a un pezzo di metallo al dito dai soliti, inutili, predicatori di menzogne. 

sabato 5 aprile 2025

Primavera non bussa, lei entra sicura...

Oh, finalmente la primavera sembra voler arrivare anche a Belluno!

Ammirate il profilo della S'ciara dietro i ciliegi in fiore...


... mentre io godo il bianco che trionfa nel mio giardino, bello come il sole che lo bacia. 


Le luci del tramonto segnano la fine di un altro giorno: un passo dopo l'altro verso l'eternità.


Il crepuscolo cede il passo alla Luna che danza con Marte: questa sera ci sarà la congiunzione.


Poi, nel cielo notturno splendono le stelle: Orione ha quasi compiuto il suo viaggio sulla volta celeste, per quest'anno.


E il mio pensiero di questi giorni, ossessionato da Maxwell e dalle sue equazioni che intrepretano la luce come un'onda elettromagnetica, mi porta a chiedermi chi mai scriverà un giorno le "equazioni del buio"

Chissà se vivrò abbastanza per vederle scritte e dimostrate: Maxwell non ebbe questa fortuna, poiché le prime onde elettromagnetiche furono prodotte e rivelate da Hertz sei anni dopo la sua morte, a più di vent'anni dalla pubblicazione di quell'articolo nel quale il geniale matematico scozzese espose la teoria, indirizzando l'attività dei fisici che sarebbero venuti dopo di lui.


S. Kubrick, 2001: Odissea nello spazio - incipit.