lunedì 13 maggio 2024

Dedicato all'aurora...

Venerdì mattina ho proposto una breve lezione sulla struttura dell'atmosfera, di cui ho già detto qua e là nel blog e della quale avrei in animo di raccontare qualcosa in una prossima pubblicazione cartacea, senza cedere alla tentazione di parlare di clima e argomenti affini - che lascio volentieri agli esperti. Magari potrei parlare di meteo, visto che ho spesso la testa tra le nuvole: QUI. Anche no!

Ho insistito particolarmente sul fatto che la "ionosfera" sia stata scoperta in seguito all'invenzione delle trasmissioni radio: ne avevamo parlato ricordando la nascita di Guglielmo Marconi, QUI.

Nella ionosfera avvengono quei fenomeni noti come aurore polari: boreali se a N, australi se a S. Il nome di aurore fu dato da Galileo e un primo tentativo di spiegazione si deve a Kristian Birkeland, nel 1867, che tuttavia non poteva provarlo sperimentalmente. Le aurore coinvolgono il vento solare, un flusso di particelle elettricamente cariche alle quali fa scudo il campo magnetico terrestre. 

Poi sabato mattina scorro brevemente le notizie e leggo quanto riporto sotto in un paio di screenshot.

Mi dico particolarmente felice perché, chi mi ha ascoltato, ha avuto modo di riscontrare a breve giro di posta la bellezza di un fenomeno raro a vedersi, alle nostre latitudini.

Spesso si ricorda la grande aurora boreale del 25 gennaio 1938, che tra le valli dolomitiche (e non solo) fu percepita dai contadini come un immenso incendio e che - si dice - impressionò Hitler, il quale vide riflesso nel colore rosso del cielo quello del sangue che sarebbe stato versato negli anni successivi. 

Era la vigilia della Seconda Guerra mondiale, predetta (per chi crede in queste cose) a Fatima: "quando il cielo sarà illuminato da una luce sconosciuta, è il grande segno che il mondo sarà castigato da guerra, fame e persecuzioni...".

In effetti, nel 1938, la spiegazione scientifica del fenomeno dell'aurora era sconosciuta anche ai dotti: l'esistenza della ionosfera era appena stata confermata, gli studi sui raggi cosmici erano sul punto di portare a grandi scoperte (muone, pione), e le fasce di Van Allen saranno evidenziate alla fine degli anni Cinquanta

Solo negli anni Sessanta del secolo scorso, quindi, si provò compiutamente che Birkeland aveva visto giusto: un flusso di particelle provenienti dal nostro sole, accelerato per effetto del campo magnetico terrestre, ionizza le molecole dei gas rarefatti ad alta quota. Semplificando ulteriormente, se il gas è ossigeno, il cielo si colora in verde; se è azoto, in rosso. 

In realtà, quello avvistato lo scorso weekend è un SAR, un fenomeno simile, ma dalla spiegazione più complessa e il rosso è dovuto al passaggio di elettroni dell'ossigeno da tripletto a singoletto e viceversa, indotto dall'interazione elettromagnetica del vento solare con le fasce di Van Allen.

A proposito di rosso: vorrei leggere domattina non che il cielo notturno si sia tinto di nuovo, ma che la terra abbia smesso di colorarsi del sangue versato da troppe persone che ancora sono calpestate dalla follia della guerra. 

NO ALLA GUERRA!

sabato 11 maggio 2024

Nuovi e infiniti orizzonti...

Si avvicina la conclusione dell'anno scolastico. Si avvicinano gli esami. Ultimi sforzi per (quasi) tutti: per gli alunni che devono confermare buone valutazioni, per quelli che devono tentare di recuperare qualche insufficienza, per quelli che prenderanno atto di un esito non felice dello scrutinio e anche per i docenti alle prese con gli adempimenti finali. Solo chi dovrà sostenere la maturità e chi invece dovrà riparare ad agosto non potrà ancora sospirare l'agognata conclusione.

Io, nonostante la fiacchezza si faccia sentire, mi diverto soprattutto ad osservare i maturandi alle prese con gli studi di funzione: dominio, zeri, positività, limiti, asintoti, derivata prima (andamento, massimi e minimi), derivata seconda (flessi, concavità, convessità).

Guardate il grafico della funzione y = (4-x) exp (-1/x), tracciato con Geogebra:

Sopra, osservate il dettaglio dell'andamento nei pressi dell'origine degli assi cartesiani, con il massimo relativo; sotto, il piano ingrandito, che mette in evidenza l'esistenza di un minimo relativo e di un asintoto obliquo, che si calcola come spiegato con un esempio molto simile QUI.

A voi il piacere di calcolare l'equazione di questo asintoto e a me quello di ricordare come mi augurassi, un quarto di secolo fa, che la prova di matematica dell'esame di "maturità" fosse l'ultima della mia vita. Mi sbagliavo chiaramente. 

Quando mi iscrissi a chimica, una decina d'anni dopo e dopo un percorso post-diploma su tutt'altre tematiche, dovetti sostenere esami di matematica o esami nei quali la matematica era fondamentale per affrontare certe questioni. D'altronde, "ciò che non si può misurare non si può migliorare" - diceva Lord Kelvin. Gli faceva eco Poincaré: "l'universo è un'equazione differenziale". 

Al di là del fatto che la scelta di chimica fu un ripiego (come vi è noto, in realtà volevo studiare farmacia) nella piena consapevolezza che chimico, di mestiere, non lo sarei mai stato, devo realizzare che, di tutti i contenuti affrontati durante gli anni universitari, mi è rimasto proprio questo: un sempre più crescente interesse per l'analisi matematica

Di certo non correrò ad iscrivermi nuovamente presso un ateneo (basta, ho dato), ma mi propongo di trascorrere molto tempo in silenziosa compagnia di Leibniz, di D'Alembert, di Laplace e di opere geniali concepite da altre illustrissime menti, per buona pace di chi avrebbe voluto invece vedermi in deliziosa compagnia di moglie e figli. No, no: meglio numeri e funzioni, spazi multidimensionali e altri infiniti orizzonti

venerdì 3 maggio 2024

Appunti di lezione sul 1831... ???

Il 1831 è l'anno in cui Chopin compose lo Studio in Do minore, noto come "La caduta di Varsavia", e il Gran Valzer brillante in Mi bemolle op. 18, con cui ho aperto il post. 

Rossini, lasciate per sempre le scene dopo "Guglielmo Tell", si dedicava alla gastronomia e alla musica sacra, cominciando a scrivere i primi numeri dello "Stabat Mater".

Intanto, il giovane Darwin, neolaureato a Cambridge in teologia anglicana, litigava col padre (che copione originale...), il quale ostacolava la sua partenza per un lungo viaggio a bordo del Beagle - proprio quel viaggio che gli cambiò la vita e cambiò la storia delle Scienze della vita.

Sempre in quell'anno, Michael Faraday - figlio di un fabbro, rilegatore di libri, domestico e assistente di Davy, poi professore di chimica - si dedicava ad esperimenti con l'elettricità e i magneti.

Se una corrente elettrica genera un campo magnetico ... - come rilevarono Oersted, Ampere, Laplace, Biot, Savart e altri -  ... se una corrente elettrica genera un campo magnetico, perché un campo magnetico non potrebbe generare una corrente elettrica? 

Faraday ebbe il merito di dimostrare sperimentalmente questa possibilità e di enunciare la legge che interpreta il fenomeno. In parole semplici, un campo magnetico variabile induce in un conduttore una corrente elettrica. Tale corrente è chiamata corrente indotta.

Dal punto di vista matematico, la legge è espressa dalla formula seguente, nella quale il segno negativo rappresenta matematicamente la legge di Lenz

Il fisico russo Emilij Christianovic Lenz, che cominciò a occuparsi di elettromagnetismo proprio nel 1831, osservò che il verso della corrente indotta tende ad opporsi alla variazione del flusso che l'ha generata.

Facendo l'analisi dimensionale, si capisce forse meglio come questa formula rappresenti effettivamente un legame tra:

  1. il flusso di un campo magnetico (misurato in Weber, Wb), un lavoro (in Joule, J) e una corrente elettrica (in Ampere, A);
  2. il flusso, un potenziale elettrico (in Volt, V) e il tempo (in secondi, s).

Riporto un breve commento alla legge di Faraday - Neumann - Lenz dato da Richard Feynman, il quale rifletteva come il flusso del campo magnetico vari sia che si muova il magnete e il circuito sia fermo o, viceversa, sia che il magnete sia fermo e si muova il circuito:


Poiché il 1831 è anche l'anno della morte di Hegel, vorrei azzardare (e ripeto che di un mio azzardo si tratta!) una lettura alla luce della dialettica hegeliana della legge di Faraday - Neumann - Lenz:

  • Tesi: la variazione del flusso di un campo magnetico genera in un conduttore una corrente indotta.
  • Antitesi: il verso della corrente indotta è tale da opporsi alla variazione del flusso che l'ha generata.
  • Sintesi: se il campo magnetico aumenta, la corrente indotta presenta verso opposto rispetto alla corrente che aveva generato il campo stazionario iniziale (per creare un flusso "differenziale" che prova ad annullare l'incremento generato dalla corrente che origina il fenomeno) mentre se esso diminuisce la corrente ha verso concorde (in accordo con il principio di azione e reazione).
Sembra già adombrato in qualche modo l'enunciato generalizzato qualche decennio dopo da Le Chatelier: un sistema all'equilibrio, perturbato da una causa esterna, reagisce alla perturbazione minimizzandone gli effetti.

Nel 1831, il 13 giugno, nacque anche James Clerk Maxwell: il fisico e matematico scozzese che ebbe il merito di riordinare le conoscenze sull'elettricità e sul magnetismo, scoprendo che tali fenomeni erano in realtà manifestazione di un'unica realtà, il campo elettromagnetico. 
Egli concluse il lavoro, intitolato "Trattato sull'elettricità e sul magnetismo" e pubblicato nel 1873, ipotizzando l'esistenza delle onde elettromagnetiche, dimostrata sperimentalmente da Hertz nel 1886 e sfruttata da Marconi nell'invenzione della Telegrafia senza fili


Maxwell non ebbe la soddisfazione di vedere le scoperte di Hertz e le applicazioni di Marconi: morì di cancro a 48 anni, nel 1879, anno in cui nacque Albert Einstein, altro fisico al quale ha preparato la strada. 

mercoledì 1 maggio 2024

1+ 5 = 2 + 4


Primo maggio. Nei giorni precedenti c'era ancora la neve sui monti che verso nord abbracciano Belluno.


Schiara con la neve: ecco qua lo scatto, in bianco e nero.


Ed ecco una cartolina da Pralongo di Zoldo, risalente a dieci giorni fa e non a gennaio. Grazie, Vise!


Con o senza neve, il ricordo dei caduti sul lavoro e in ogni guerra è sempre un dovere civico.


Prendiamoci una breve pausa per meditare sulle note dell'Adagio di Barber, contemplando il monumento ai caduti della provincia di Belluno, progettato dall'ingegner De Castello negli Anni Cinquanta. Sia sempre vivo il ricordo di chi è morto per darci una vita migliore, una vita libera. 

lunedì 29 aprile 2024

Libero, sempre libero, fortissimamente libero!!!

29 aprile. La Chiesa ricorda Santa Caterina da Siena, compatrona d'Italia - insieme a San Francesco d'Assisi. L'Italia non ricorda nessuno dei due: un altro segno dei tempi che passano.

Se andiamo in giro per il mondo consultando l'atlante storico (questo sconosciuto!), il 29 aprile 1661 i Ming hanno occupato con le loro truppe l'attuale isola di Taiwan e tanto non sta che i cinesi attuali emulino con probabilissimo successo l'impresa.

In questo giorno, nel 1770, James Cook sbarcò a Botany Bay, in Australia; nel 1945, le spoglie mortali di Mussolini e Petacci sono esposte e vilipese a Piazzale Loreto; nel 1955, Giovanni Gronchi è eletto presidente della Repubblica (e chi lo ricorda? Forse qualche filatelico, per via del Gronchi rosa); nel 1965, Paolo VI pubblica uno scritto dedicato al culto mariano nel mese di maggio; nel 1975, gli americani iniziano ad evacuare Saigon.

Nel 1978, nella chiesa arcipretale di Mel, in questa data, si sono sposati i miei genitori: cerimonia e banchetto non saranno stati all'altezza di William & Kate, che fecero altrettanto 33 anni più tardi, ma sono stati comunque celebrati. Poco meno di un anno e mezzo da quella fatidica data sono nato io.

Il "consiglio superiore della famigliatura", che in un tempo ormai andato, nella domus dove muoio un po' al giorno, era formato dal genitore maschio, dai di lui genitori e dal parentame associato, emise la sentenza che mi avrebbe condannato alla stessa sorte. Matrimonio. Figli. Famiglia.

Non importa se avessi altri desideri per la mia vita e non importa se l'articolo 147, nel Codice Civile in vigore nella Repubblica contempli, nell'istruzione e nell'educazione da dare ai figli, il "rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni". 

Mio nonno paterno era rimasto fermo al Codice Civile ante bellum, laddove nell'articolo 147 si legge invece che "l'educazione e l'istruzione devono essere conformi ai principi della morale e del sentimento nazionale fasc...". Lo spirito dei padri, dei padreterni e delle patrie mi pare non sia ancora svanito. Mi pare, eh...

Potrei quasi perdonarlo, mio nonno. Sicuramente provo tanta compassione per lui. Lo ricordo come un disorientato anacronismo, trovatosi a vivere in un mondo che non era il suo: e non per latitudine e longitudine - sempre quelle, a meno di poche decine di metri dalla casa dove nacque nel 1927 - classe di Papa Ratzinger. Lo era per cultura, un anacronismo: lui, cresciuto con le radio a valvole e il 73 giri a manovella, respirava con molta fatica nell'era dei cd rom e di internet

A proposito di famiglia, invece, ascoltiamo quanto affermava nel 2016 l'onorevole Vittorio Sgarbi

Da laico, liberale e materialista qual mi ritrovo ad essere, condivido pienamente la posizione. Il tema è complesso, un parlamento non può ricondurre il vissuto di ciascun cittadino nei confini di una legge, le consuetudini di matrice religiosa o ideologica hanno fatto il loro tempo, senza per questo negare a chi lo desideri e ci creda il diritto di abbracciarle: ma i diritti devono tuttavia essere tutelati per tutti. A cominciare dal diritto di non contrarre matrimonio.

Se ne facciano una ragione quanti sognavano per me il giorno più bello, tutto fuoco e fiamme: sapete, poi resta la cenere, buona per la lisciva o per concimare l'orto. O quanti speravano di vedermi nudo e calpestato, più o meno come il tipo della foto sotto: calpestati sono stati i miei sogni e i miei progetti e questo perché dovevo realizzare la volontà familiare e le consuetudini sociali di un piccolo mondo antico. 

Non ho realizzato nulla: niente di ciò che volessi io per la mia vita e niente di ciò che avrebbero voluto gli altri. Ma sono ancora libero e libero morirò. Felicissimamente fallito, ma sempre fortissimamente libero: senza uniformi di sorta, signorsì e anelli al dito.


... e il dito (medio) pigliatevelo ... indio, rame, lutezio!

venerdì 26 aprile 2024

L'ultima di Sami Fonsi: "mi son agordìn"

Agordo, comune di oltre 4000 abitanti, antico centro minerario, terra di santi (Papa Luciani; quasi sugli altari, padre Felice Cappello...), poeti e navigatori onestamente non lo so, scienziati sicuramente si (da Tito Livio Burattini che vi nacque a Mohs che vi morì) e altrettanto sicuramente di artisti, come può attestare il video seguente, con i font dei titoli molto Anni Ottanta - lo sono anche le luci e il montaggio


La musica: quella non è Anni Ottanta. Si tratta invece dell'ultima creazione, non proprio divina ma genuina opera di un giovane autore vivente, autentica speranza dolomitica, dal titolo: "Mi son agordin" (= io sono agordino). 

Il testo, che trovate riprodotto sotto, è stato scritto nell'aulico idioma parlato dalle genti di Agordo e dintorni: il Ladino, che tanto fa dibattere gli studiosi di glottologia (da Ascoli a Pellegrini, da Kattenbusch a Viaro) e intanto è gratificato da molte pubblicazioni, da una sua letteratura e da un dizionario che trovate QUI

Il compositore è nientemeno che il celeberrimo professor Samuele Cassisi - in arte Sami Fonsi - elettrotecnico fulminato, linguista prodigioso (parla pure il norvegese!), insigne docente di lingua e letteratura spagnola, alpinista, giramondo e factotum all'ombra dell'Agner. Ah si, è pure un mio giovane collega, ma questo ha davvero poca importanza. Fondamentale invece: è un grande tifoso interista. Buona visione!


Parche me leve in pie, se no le nia da vede.
Pan e formai e bire e spuza an cin da fede.
Tosàt le la zità, noialter ston ben qua,
par sta polito a una, Avon sta gran fortuna...

Rit. Mi son agordin, agort, gnas, agort.
Se me strende n cin me va ben anca l'Alpago
e alora mi son agordin, agort, gnas, agort.
Pi che varde in su manco che vegne in du.

Le dent che scampa ia, le dent che resta qua,
le dent che zerca l meio, te ghe na n bon cin da sfrazà.
Co vede n panigas scampà do per i pas,
me sente tant ledier, me pense "oi che bel". Rit.

Le dent da la Lucia, le dent da l'Albania,
le dent che bate fis, le dent che vif a Rif. Malgher,
che tira porcon, dent che cor drio a n balón,
d'istà avòn anca l sol, vien qua anca ti se te pol. Rit.

Saiok che vien per la basa, tosate che po le pasa,
le se innamora de n bocia e le ghe asa l cor.
Se te no te sa onde nda, se t á tenp da butà,
anca se venezian, Ven su a ne catá.

Noi sion agordin, agort, gnas, agort.
Se se strendon n cin ne va ben anca l'Alpago
e alora noi sion agordin, agort, gnas, agort.
Pi che vardon in su, manco vegnon in du.

E alora Noi sion agordin, agort, gnas, agort.
Se se strendon n cin ne va ben anca l'Alpago
e alora Noi sion agordin, agort, gnas, agort.
Se no te se agordin tasi n cin bocin.

giovedì 25 aprile 2024

Un campanello, un colpo di fucile, un oceano

Oggi, 25 aprile, festa liturgica di San Marco Evangelista e festa nazionale della Repubblica Italiana, sono a casa. Ho ringraziato chi mi ha scritto per gli auguri di buon onomastico, ho fatto una frugale colazione e mi sono messo al computer a lavorare, sbrigando corrispondenza e burocrazia.

Un pensiero a Guglielmo Marconi (1874-1937) è d'obbligo in questo giorno in cui ricorrono i 150 anni dalla nascita: non si laureò in fisica ma vinse il premio Nobel per la fisica, nel 1909, ex aequo con Braun, per i suoi esperimenti sulla telegrafia senza fili

Lo sviluppo e il perfezionamento di tali esperimenti portarono alla nascita e allo sviluppo delle radiotrasmissioni. Figlio di un facoltoso padre italo-britannico e di nobile madre irlandese, Marconi realizzò i primi tentativi nella villa della campagna bolognese dove abitava. 

Dapprima, nella sua stanza, fece suonare un campanello collegato a un apparecchio radioricevente, azionandolo con una trasmittente posta sulla parete opposta. 

Poi, con la collaborazione del maggiordomo Mignani, sperimentò una trasmissione oltre la collina della sua tenuta: un colpo di fucile attestò il positivo esito dell'esperimento. 

Quindi, dopo ulteriori prove, nel 1901 decise di sperimentare la trasmissione su una distanza molto maggiore: dall'Inghilterra all'isola di Terranova in Canada e viceversa, convinto com'era che le onde elettromagnetiche seguissero la curvatura della superficie terrestre. 

L'esperimento riuscì, ma si pose un problema di natura teorica che fu sviluppato all'incirca come segue:

  • secondo Hertz e Righi, in un mezzo omogeneo, le onde elettromagnetiche viaggiano in linea retta;
  • l'inglese Oliver Heaviside (allievo di Maxwell) e l'americano Kennelly immaginarono che nell'atmosfera terrestre, in alta quota, dovessero esistere degli strati riflettenti per le onde radio.
  • L'esistenza di questi strati riflettenti fu dimostrata nel 1924 da Appleton e confermata da altri successivamente.
  • Nel 1929, l'inventore Robert Watson Watt chiamò ionosfera questo strato.
  • Nel 1931, Sidney Chapman ipotizzò la formazione della ionosfera per azione dei raggi solari UV sui gas rarefatti, ad alta temperatura.

Oltre questi interessanti aspetti, il successo inglese di Marconi risuonò anche in Italia - non so dirvi se per mezzo di un circuito LC o in altro modo - ma Marconi vinse il Nobel perché di sangue britannico per parte materna e l'invenzione della radio gli fu attribuita con una sentenza pronunciata nel Regno Unito nel 1991, in un'ancora non terminata diatriba con Thomas Alva Edison e soprattutto con Nikola Tesla. Per approfondire, invito a leggere QUI.

Tornato in Italia, Marconi aderì al fascismo. Il regime, dal 6 ottobre 1924, utilizzò le trasmissioni radio per entrare nelle case dei sudditi del Regno. Ricevette cittadinanze onorarie, varie onorificenze, lauree honoris-causa, la direzione del Consiglio nazionale delle ricerche (1928), la presidenza dell'accademia d'Italia (1930). Gli furono dedicati pure inni, come il seguente - opera del maestro Raffaele De Somma (1867-1947).

Eccone il testo, che trovate in calce al video di youtube, pubblicato QUI dal maestro Luigi Solidoro, pianista, concertista e storico della musica.


La strada che attraversa il mio paesello è dedicata proprio a lui. Via Marconi. E viva la Repubblica!

lunedì 22 aprile 2024

300 candeline per Immanuel...

Oggi, 22 aprile, Google festeggia la Giornata della Terra con un doodle che personalmente trovo molto accattivante. L'ho fotografato e lo riproduco qui sotto per chi se lo fosse perso:


Oggi, 22 aprile, ricorre il trecentesimo anniversario della nascita di Immanuel Kant (1724-1804), il filosofo di Koeninsberg che ricordo con piacere e ammirazione per averne studiato i lineamenti del pensiero agli inizi della quinta liceo (più di un quarto di secolo fa), approfondendone alcuni aspetti nel corso degli studi "religiosi" e per aver ascoltato - presso le aule del Liviano a Padova - un corso monografico dedicato alla sua opera: "La religione entro i limiti della sola ragione", pubblicata nel 1794.

Kant: quali parole associate di primo acchito a questo filosofo? Sicuramente: illuminismo, ragione, critica, morale, giudizio...

Ricordiamo alcuni celeberrimi titoli: "Critica della ragion pura", "Critica della ragion pratica", "Critica del(la capacità di) giudizio", opere pubblicate rispettivamente nel 1781, 1788 e 1790.

Ma ricordiamo soprattutto anche il Kant pre-critico, appassionato studioso di filosofia naturale - quella che oggi chiamiamo fisica - e in questo seguace di Newton e anticipatore di Laplace

A 22 anni scrisse un trattato sul "Problema delle forze vive", tema introdotto da Leibniz nel 1686, commentando la conservazione della quantità di moto da Galileo a Cartesio, a Mersenne

Ecco già delinearsi all'orizzonte le categorie di spazio, tempo, velocità, forza; e poi l'universo, al quale dedicherà un'altra riflessione nella "Storia universale della natura e del cielo" (1755) con l'ipotesi sull'origine del sistema solare da una nebulosa - ripresa e sviluppata nel 1796 da Laplace.


Nel gennaio del 1756, forse sotto l'impatto emotivo della notizia della distruzione di Lisbona a causa del terribile sisma del 1° novembre 1755, Kant scriverà anche il primo di una serie di testi dedicati ai terremoti: "Sulle cause del sisma...", seguito a marzo dalla "Storia e descrizione naturale degli eventi straordinari del terremoto che a fine 1755 ha scosso gran parte della terra" e ad aprile da "Ulteriori considerazioni...". 

Per il filosofo, i terremoti non sono la peggiore catastrofe che possa capitare all'umanità, invitando (nella "Storia..." di cui sopra) ogni principe (o chi ha responsabilità di governo) ad "allontanare la miseria della guerra da coloro che già sono minacciati da gravi disgrazie". 

Anche una più tarda riflessione "Per la pace perpetua", pubblicata nel 1795, allorquando l'Europa era minacciata dal vento rivoluzionario e dalle scorribande napoleoniche, dopo decenni di quiete seguiti al Trattato di Aquisgrana (1748), ritorna a conoscere oggi una certa attualità.

E nella penultima opera, quella "Geografia fisica" pubblicata nel 1802 grazie all'assistenza di Friedrich Theodor Rink e tradotta anche in italiano pochi anni dopo da Carl August Eckerlin, recentemente ristampata QUI da Leading Edizioni ma consultabile on-line anche QUI, l'ormai anziano professore riordina le lezioni di un corso che ha tenuto per oltre trent'anni, di cui esistono tre manoscritti dei quali uno corretto dallo stesso Kant.

Per Kant, la geografia fisica "...ci insegna a conoscere l’officina della natura nella quale noi ci troviamo, i suoi strumenti, il suo primo laboratorio, e i suoi tentativi. Senza lei per quanto anche si sia imparato, l’uomo resta limitato e avvinto". Così nell'Introduzione.

E per Franco Farinelli, già geografo all'Alma Mater e autore della prefazione nella recente ristampa anastatica di cui sopra, Kant diventa filosofo nel momento in cui si accinge ad essere egli stesso geografo "dello spazio buio della nostra mente: ma sempre geografo resta". 

Oltre i confini della mente, il professore di geografia fisica indaga i rapporti dell'Uomo con l'Ambiente e dell'Ambiente con l'Uomo - sempre memore degli spaventosi effetti dei sismi e non solo. 

"Il metodo della geografia fisica dovrebbe contenere un viaggio fatto in tutte le regioni del globo": il giovane von Humboldt, con la sua impresa nell'America Meridionale e poi nei nascenti United States, sembra abbia preso in parola l'esortazione dell'anziano filosofo - il quale, tuttavia, in vita sua quasi mai si mosse dalla città natale.

"In qualunque luogo ci troviamo" - scrive sempre Kant nell'Introduzione - "si presentano al nostro occhio le sue meraviglie. Non dovrebbe ella [la geografia fisica] destare il desiderio di conoscerla più da presso?"


Buona settimana!

sabato 20 aprile 2024

20 + 4 = 24

L'anno scolastico volge al termine ed è tempo di pianificare l'ultimo ripasso guidato per gli alunni delle classi terminali. E così, tra un limite qua e una derivata là, scorrendo il programma di fisica scopro che l'Arca dell'Alleanza sembrerebbe aver avuto la struttura di un condensatore, trattandosi di un parallelepipedo di legno d'acacia (dielettrico), rivestito internamente ed esternamente di lamina d'oro (armature).

Al di là di Talete e dell'ambra (elektron in greco, da cui elettricità), giungendo in epoche più recenti (ma non troppo) scopro che molti pionieri dei primi studi erano anche devoti cristiani, a cominciare dall'Abate Beccaria, ideatore di alcune macchine elettrostatiche, che corrispondeva con Alessandro Volta, il celebre inventore della pila. 

Proprio sull'intenso rapporto di Volta con la fede cattolica (un ex seminarista e sacerdote mancato che non perdeva mai una messa quotidiana e la recita del rosario), il gesuita Piersandro Vanzan scrisse un documentato articolo pubblicato sulla Civiltà Cattolica il 3 luglio 1999, in occasione del bicentario della grande invenzione del fisico comasco. Lo potete consultare comodamente QUI.

Profondamente cattolici erano pure Galvani, le cui osservazioni e gli sviluppi successivi portarono alla nascita dell'elettrofisiologia, e Ampere, che potremmo considerare il padre dell'elettromagnetismo classico, di cui dissi QUI.

Furono ferventi cristiani evangelici Faraday, l'acuto sperimentatore che evidenziò l'esistenza dell'induzione elettromagnetica, e il geniale Maxwell, che riassunse tutte le conoscenze del tempo sui fenomeni elettrici e magnetici nelle leggi generali che portano il suo nome - anche se la forma riportata sui libri oggi si deve a un suo allievo, Oliver Heaviside. Secondo la teoria di Maxwell, anche la luce - oggetto delle mie lezioni presso l'UAA nello scorso mese di ottobre, QUI - è una manifestazione dell'interazione elettromagnetica...

Oggi le equazioni di Maxwell si ritrovano anche su felpe e t-shirt - che forse il serio, austero e barbuto professore osserverebbe con uno sguardo un po' corrucciato...


... ma non importa. Lascio a ciascuno la sua fede, la sua fisica, il suo tempo. Mentre lo spirito di Maxwell svanisce nei colori dell'arcobaleno, io ho qualche verifica da correggere che ancora mi aspetta. 


Buona domenica!

martedì 16 aprile 2024

Un pomeriggio con Schubert

Le malinconiche note della celebre "Serenata" di Franz Schubert (1797-1828) ben accompagnano la pioggia che continua a cadere e che mi costringe in casa.


Già desidero il sole, che troppo spesso risplende quando invece devo stare chiuso in casa a correggere verifiche o a preparare lezioni.


Guardate come la luce inonda il glicine fiorito! Come rosseggia il tulipano!


Anche in casa, sul divano, ammiro la luce che attraversando i prismi di vetro penzolanti dal lampadario si scompone liberando i colori dell'iride.


Le gocce d'acqua continuano a scendere e in cima alla montagna ricompare il bianco manto nevoso. Proserpina mi pare un po' indecisa, quest'anno. Forse fugge di fronte agli orrori e alle atrocità delle guerre che avanzano? 


Beata lei che può fuggire. Molti uomini invece non hanno scampo. A noi che possiamo ancora illuderci di sperare: buon proseguimento di settimana...

sabato 13 aprile 2024

Un mezzo compleanno...

Un po' di buona musica per iniziare questo post fine-settimanale ci vuole. E la scelta cade sul concerto per oboe di Alessandro Marcello trascritto per clavicembalo solo da Bach: arie veneziane sono spirate verso la Sassonia, ormai tre secoli fa...


Ieri ho festeggiato il mio mezzo compleanno: sono trascorsi sei mesi dall'ultimo e ne dovranno trascorrere altri sei prima del prossimo, anche se i grandi festeggiamenti li farò a Capodanno. Per il mio mezzo compleanno però ho rinunciato alla mezza tazza di tè - la lascio ad Alice nel paese della meraviglie.


Mi sono concesso invece un'intera tazzina di caffè, come al solito, consumata però nella tranquillità della mia casa - da pulire e riordinare.


Ecco il gioco di luci poco dopo l'alba, diffuso dall'umidità; ed ecco Belluno, di buon mattino.


Le sorprese sono continuate nel pomeriggio, con lo sbocciare dei tulipani...


... e delle pratoline.


E di nuovo la luce, verso sera, si è messa a giocare con i cristalli del lampadario...


... annunciando che era quasi giunta l'ora di cena.


Esco in giardino per fare due passi e anche questo giorno se ne va lasciandomi un piccolo angolo di paradiso, tinto dai colori dell'iride...


Rodio il gatto, stanco e stravaccato sulla colonna della fontanella, sembra dirmi: - dai che andiamo a sdraiarci sul divano!


E figurarsi se quel gelosone di Lotus non arrivava a rubare qualche attenzione...


Vabbé. Ora è davvero giunta l'ora di ritirarsi e di augurarvi una buona domenica. La mia non potrà che essere in tuta e pantofole a correggere verifiche. Si. Avete ragione. Dovrei ricordarmi di santificare un po' di più le feste

martedì 9 aprile 2024

Un domani migliore!

Dopo un fine settimana in grigio e un risveglio che definirei non proprio dei migliori, ho scoperto il valore terapeutico di una splendida mattinata di scuola trascorsa a raccogliere soddisfazioni nelle varie classi. 

Piccoli fiori sembrano sbocciare qua e là in prati che rinverdiscono e si colorano di bianco, di giallo e di rosa: le nubi si diradano e ritorna il sereno!

Voglio sperare in un domani migliore: mi è lecito? Un po' di sole, nella vita, fa rinascere lo spirito e la fiducia in un futuro che devo pensare diverso, lontano da progetti minati, silurati e ormai naufragati, da relitti abbandonati, da volontà - umane o divine - alle quali non accordo nessun valore se non quello del tempo che mi hanno sottratto e mi hanno costretto a gettare alle ortiche

Ringrazio padri, padrieterni e patrie, ma adesso statemi a debita distanza, per favore. Di danni per cagion vostra ne ho subiti abbastanza. Evviva un domani migliore, senza di voi, senza la vostra spazzatura morale, senza le vostre mortifere consuetudini

Che la vita, nei giorni a venire, riempia la vetrina dei miei ricordi di ore liete e di tante cose belle, di amicizie oneste e tante nuove idee da condividere e accrescere con chi ne vale la pena.

Quanto auguro a me, lo desidero dieci... cento... mille volte maggiore per coloro ai quali voglio bene! Un abbraccio e a presto!

MC

lunedì 8 aprile 2024

Indio, rame, lutezio...

Alla fine dell'estate ho chiuso il mio profilo su facebook e ho imparato che senza social network meglio si sta. Nei giorni scorsi mi sono avventurato ad aprire un profilo linkedin (link a fianco): l'ho trovato nient'altro che una specie di facebook in giacca e cravatta

Me ne sono pentito subito e infatti ho disinstallato l'applicazione dal telefono nel giro di qualche ora, anche se il profilo è tuttora consultabile e lo resterà per qualche tempo. 

Ho aperto il profilo non perché sia alla ricerca di un nuovo lavoro, ma per avere una panoramica più rapida delle case editrici: come ormai vi è noto, una volta abbandonata per ovvi limiti anagrafici l'idea di una laurea in farmacia o in medicina, l'unica cosa rimastami è la scrittura

Tuttavia vorrei evitare di ricevere proposte di lavoro nell'ambito della chimica, materia nella quale ho ottenuto brillantemente l'ultimo titolo (di una serie) ormai diversi anni fa. 

Di chimica ho imparato quanto mi è bastato per capire che svolgere una professione in quest'ambito non fa per me, anche se riconosco quanto questa scienza fornisca una chiave di lettura potentissima per comprendere molti aspetti del nostro vivere.

Tuttavia, lavorare in un laboratorio o in un capannone è una cosa che proprio non mi va, che mai mi è passata per la mente e che mi era chiara fin da quando mi sono iscritto in un'università statale, dopo aver studiato altro in altri contesti. 

Ho lasciato, all'interno del mio profilo "poco aperto", le indicazioni circa il fatto che mi sono laureato in chimica, ma non voglio passare per "chimico" - che, ripeto, non sono e non voglio essere

Io sono un insegnante che si diverte a scrivere nel poco tempo libero che ha e che ogni tanto dà alle stampe qualcosa. Devo e voglio essere onesto con me stesso e con gli altri. Inutile che mi proponga per un lavoro che adesso proprio non saprei fare, non voglio fare, ergo non devo assolutamente fare. 

Come saprete, avendo letto qualche post di questo blog o il mio ultimo libro dal taglio più personale, devo dire che - in ultima analisi - mi dispiace aver studiato chimica e ancora di più mi dispiace invece non aver studiato Farmacia, che era quello che davvero mi interessava per un futuro lavorativo diverso. 

Ormai me ne guardo bene dal tornare sui miei passi. Alla mia età non avrebbe più senso. E poi, cari lettori, dovreste aver imparato a conoscermi: quando chiudo, chiudo. Ho detto basta a musica, religione, fotografia; e con il conseguimento della laurea magistrale, anche alla chimica. All'inizio, un po' per decisione altrui (puzzi da prete... - ricordate?). Alla fine, molto per volontà mia.

La vita continua e indietro non torno. Solo - lo ribadisco ancora - mi dispiace (e tanto!) per Farmacia, a quel titolo avrei tenuto particolarmente e avrei creduto per un progetto a me caro che ormai resterà un sogno. Ma a quarantacinque anni, basta esami, tesi et similia. Non ho più voglia di menzogne. E neanche di inutili peripatetiche che da certi ambienti vengono a scrivermi che sarebbe ora di pensare al matrimonio (istituto per il quale non riesco a provare alcun interesse): sfoghino i loro fallimenti esistenziali altrove, non nella mia vita. 

Io godo la natura a cui appartengo, le piante, i fiori, gli insetti e gli altri animali; studio i miei amati microbi (lascio i patogeni ai medici, ce ne sono altri di altrettanto interessanti), intrattengo la mia corrispondenza, raccolgo idee, qualche cosa condivido qui, altre in contesti diversi. E ogni tanto riordino e scrivo. E assai rarissimamente do alle stampe: è sempre una fatica, sebbene sia ripagata spesso da più di qualche soddisfazione, pur consapevolmente effimera. E a chi vorrebbe negarmi pure queste rispondo affettivamente... beh... "indio, rame, lutezio".


... la chimica alla fine torna utile anche a questo!

venerdì 5 aprile 2024

Un po' di sole, finalmente!

Oh, qualche raggio di sole è arrivato, dopo tanta pioggia, giusto in tempo per apprezzare la fioritura del ciliegio!

Di fiore in fiore volano le api, che cerco di fotografare senza disturbarne il lavoro.

Il ciliegio non è l'unico a stagliarsi contro l'azzurro del cielo con un tocco di bianco: ecco il vecchio pruno...

... e infine l'Amelanchier canadensis.

Pure l'elleboro nero emette gli ultimi fiori, bianchi anch'essi...

... mentre il narciso si apre in tutto il suo giallo splendore.

Chiudo felicemente il post condividendo una foto di Lotus il gatto, che si accomoda nella cesta della legna per la stube.

Buon fine settimana a tutti e buona Dominica in albis! Con tutte queste candide fioriture, non poteva ricorrere festa più adatta, almeno dal punto di vista cromatico!