sabato 28 gennaio 2023
Non è una notizia...
venerdì 27 gennaio 2023
Quella notte...
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, ed i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
Mai.
(E. Wiesel, La notte)
domenica 22 gennaio 2023
Per una domenica di gennaio
Giunte le dieci, si è fatta l'ora della celebrazione domenicale. E nell'ascoltare anche là certe musiche di moda oggi potrei condividere nella sostanza la recente opinione di un celebre violinista, che è anche quella di multi puristi additati facilmente come retrò. Almeno ai piedi dell'altare, uno stile più severo e meno popolare si potrebbe auspicare.
D'accordo, ho sempre ricordato a me stesso e a voi di non interessarmi più di musica e di religione, e coerentemente taccio. Però lasciatemi ascoltare una messa di Mozart, comodamente seduto in salotto nella quiete di casa. Per i più curiosi: si tratta della Messa in Re maggiore K 194, in una splendida esecuzione diretta da Harnoncourt.
Terminato l'ascolto, mi dedicherò un po' alla lettura, nell'attesa di sintonizzare la televisione su Raitre, questo pomeriggio, per guardare il programma dedicato ai viaggi - un modo per poter vedere luoghi che in vita mia non avrò mai occasione di visitare. Un ringraziamento a chi ha ideato, prodotto e condotto una trasmissione così interessante e ben confezionata.
giovedì 19 gennaio 2023
Neve in coppa...
Mentre scrivo queste righe, fuori dalla finestra un turbine di fiocchi volteggia prima di posarsi al suolo e imbiancare l'erba ormai ingiallita e la bruna terra dell'orto, sulla quale spuntano qua e là pochi gambi di prezzemolo ancora verdi.
Sotto la neve, pane. Un buon auspicio, in questo vecchio adagio contadino. E intanto il fuoco brucia a stento nella vecchia stufa: lo riattizzo, aggiungo un ciocco alla volta, distanziando nel tempo le volte per risparmiare. Mi mancano il caldo, le rose, i pomodori; farei volentieri a meno del naso chiuso e dei dolori articolari. Mi consolo con il 3-0 e la coppa vinta dall'Inter... che dire? Sei fantastica, forte come il rock'n'roll...
sabato 14 gennaio 2023
Un libro e due righe su Spallanzani
Finalmente, quasi al termine di questa settimana, riesco a scrivere qualcosa di nuovo e la dedico a Lazzaro Spallanzani (Scandiano, 12 gennaio 1729 – Pavia, 11 febbraio 1799), sacerdote e scienziato considerato il padre della biologia sperimentale.
Egli è il protagonista di un bel libro del professor Paolo Mazzarello, docente di storia della medicina all'università di Pavia: L'intrigo Spallanzani (ed. Bollati Boringhieri).
L'attività scientifica di Spallanzani si rivolse a quattro grandi capitoli della fisiologia: generazione, circolazione, digestione e respirazione.
Nel 1771, egli osservò per primo il moto del sangue nei capillari degli animali a sangue caldo e studiò la sistole cardiaca.
Provò con esperienze che la respirazione avviene all’interno dei tessuti; verificò che i pesci respirano con le branchie e accertò la respirazione cutanea degli anfibi.
Applicando il metodo sperimentale, Spallanzani mostrò pure che la digestione è in fondo è un fenomeno prevalentemente chimico e non una semplice triturazione meccanica.
Nei suoi esperimenti sulla digestione egli prelevò del succo gastrico dall’esofago di una gallina d’India, lo mise dentro un tubo di vetro riempito di pezzi carne e chicchi di grano che si era messo attaccato alle ascelle, a mo’ di termostato, e realizzò per la prima volta nella storia della scienza un esperimento di digestione artificiale.
In questo modo non solo dimostrò che era il succo gastrico la causa e il fattore decisivo della digestione, ma anche che esso poteva operare perfettamente fuori dell’organismo: perfino dopo la sua morte.
In questo modo Spallanzani riuscì così ad escludere che nella digestione intervenissero processi o funzioni metafisiche di carattere vitalistico o semplice triturazione degli alimenti, e che l’intero processo era riconducibile ad una funzione di tipo chimico che sarà chiarita nei decenni a venire, come ricordato QUI.
Spallanzani sollevò poi il velo sul mistero della generazione con le sue pionieristiche ricerche sulla fecondazione artificiale, completate con gli studi sulla rigenerazione. Fu un convinto sostenitore dell’ovismo, combatté la teoria della generazione spontanea - riprendendo le osservazioni di Redi e anticipando Pasteur - ed espose anche le sue scoperte sull’inseminazione artificiale.
Nel 1773 dette alle stampe un trattato sulla circolazione del sangue (Dei fenomeni della circolazione), e nel 1776 gli Opuscoli di fisica animale e vegetabile, una raccolta di osservazioni sulla digestione in diversi animali.
Viaggiò a Costantinopoli (1785) e nel Regno delle due Sicilie (1788): fu autore di un bellissimo resoconto del viaggio alle isole Eolie, in cui descrisse l'attività vulcanica e compì osservazioni sulla composizione dei gas emessi dallo Stromboli.
Spallanzani godette, vivente, di enorme prestigio, ebbe grandi riconoscimenti internazionali, fu socio di molte accademie e società scientifiche nonché corrispondente e amico di numerosi scienziati del suo tempo. Il suo prestigio suscitò invidie presso i colleghi che lo accusarono di aver sottratto reperti dal museo di storia naturale dell'ateneo, cosa dimostratasi falsa. E la vendetta non si fece troppo attendere... leggete "L'intrigo..."!
martedì 10 gennaio 2023
Gennaio, accanto al fuoco...
Giornata uggiosa, quella di ieri. Nebbia, freddo e poi precipitazioni l'hanno caratterizzata. Un bel modo per accompagnare il rientro al lavoro dopo un paio di settimane di necessario stop.
Oggi invece il meteo era decisamente più amichevole, quasi primaverile.
domenica 8 gennaio 2023
Sua maestà anatomica...
La triste notizia della morte di Gianluca Vialli (1964-2023) è stata accompagnata in questi giorni da molti approfondimenti giornalistici sulla patologia che lo ha condotto a morte: il tumore del pancreas.
Un caso di tumore del pancreas sembra sia stato descritto per la prima volta da Giovanni Battista Morgagni (1682-1771) nel suo celeberrimo trattato De sedibus ac causis morborum per anatomen indagata, del 1761. Sembra: la descrizione di Morgagni concerne quel che lui ha visto a occhio nudo, manca ovviamente il dato rilevabile al microscopio a confermare la diagnosi.
Dopo Antonio Benivieni (1443-1502), Giovanni Battista Morgagni è considerato il fondatore dell'anatomia patologica. Il suo De Sedibus, considerato uno dei libri più importanti nella storia della medicina, ha stabilito una nuova era nella ricerca medica. Questo il trailer del film a lui dedicato.
Nato a Forlì in una famiglia agiata, ricevette una prima educazione in casa e nella città natale; studiò medicina a Bologna e si laureò nel 1701. Già da studente, Morgagni prese l'abitudine di annotare su un quaderno qualsiasi osservazione compiuta, giorno per giorno, durante uno studio sperimentale o una dissezione, abitudine che manterrà fino alla fine della sua carriera.
Entrato in contrasto con l'influente professor Giovanni Girolamo Sbaraglia (1641-1710), lasciò Bologna per Venezia, ove conobbe lo speziale Giangirolamo Zanichelli (1662-1730) e Giandomenico Santorini (1681-1737), anatomista e scopritore (tra le tante cose) del dotto accessorio del pancreas.
Tornato per un breve periodo a Forlì, si trasferì definitivamente a Padova, dove divenne professore di medicina e anatomia, guadagnandosi il meritato soprannome di "sua maestà anatomica", con cui era noto in tutta Europa.
Non c'è quasi una fase di anatomia patologica osservabile ad occhio nudo che Morgagni non abbia coperto. Nei resoconti di circa settecento necroscopie, per lo più del Morgagni, ci sono ottime descrizioni di cancri, in particolare del pancreas, dello stomaco e del retto, e di calcoli renali, cirrosi epatica e reni atrofizzati. C'è anche una descrizione inequivocabile della febbre tifoide.
Per tutto questo, Giovanni Battista Morgagni è considerato il padre dell'anatomia patologica - così lo definì Virchow. Il suo contributo può essere contestualizzato nell'ambito dello straordinario sviluppo dell'anatomia tra Seicento e Settecento, periodo in cui questa disciplina divenne la "regina" delle scienze naturali.
Una nuova patologia basata sull'anatomia si rese possibile grazie alla prospettiva meccanicistica che aveva caratterizzato questa scienza nel Seicento, in particolare con l'opera di Marcello Malpighi (1628-1694), che Morgagni considerava il suo maestro e indirettamente lo era, essendo stato Morgagni allievo di Antonio Valsalva (1666-1732) e Valsalva allievo diretto del Malpighi.
L'approccio di Malpighi e degli altri "iatromeccanici" fu oggetto di un ampio dibattito in cui i fautori del meccanicismo e dell'empirismo si contrapponevano e si intrecciavano con i sostenitori della medicina galenica rispetto a quelli del metodo "moderno". Il metodo anatomo-clinico di Morgagni può essere compreso appieno solo se contestualizzato all'interno di questo dibattito.
http://www.cjcrcn.org/article/html_7075.html
http://ppds.fk.ub.ac.id/ipd/world-pancreatic-cancer-day-its-about-time/
giovedì 5 gennaio 2023
Il segreto della bellezza
Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone.
Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l'affamato.
Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.
Per avere un bel portamento, cammina sapendo di non essere mai sola, perché coloro che ti amano e ti hanno amato, ti accompagnano.
Le persone, ancora più che gli oggetti, hanno bisogno di essere riparate, viziate, risvegliate, volute e salvate: non rinunciate mai a nessuno.
Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano, ne troverai due alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa, nel suo viso o nel suo modo di sistemare i capelli.
La bellezza di una donna si vede nei suoi occhi, perché quella è la porta aperta sul suo cuore, la fonte del suo amore.
La bellezza di una donna non risiede nel suo trucco, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la tenerezza che da' l'amore, la passione che essa esprime.
La bellezza di una donna cresce con gli anni.
Audrey Hepburn
lunedì 2 gennaio 2023
Un raysman per Darwin e le Galapagos
In questo post voglio parlare di un orologio prodotto dalla Casio dal 1998, la cui sigla è DW 9350. Esso presenta una cassa rotonda tradizionale, con una disposizione molto armoniosa di pulsanti e display. Il pulsante di retroilluminazione, gli influssi protettivi sulla custodia: tutto è al suo posto. Esso fu prodotto secondo diverse combinazioni di colori e sono tutte meravigliose.
La serie ha preso il nome di Raysman, sul quale va fatta qualche riflessione. Il nome stesso è in sintonia con la parola "racer" - e questo è logico, perché l'orologio era legato alle regate di yacht che si svolgono nel Mediterraneo. Ufficialmente si chiamano così: Middle Sea Race MALTA.
Gli orologi bianchi e blu hanno anche targhette e un fondello con un logo in rilievo. Ma perché Raysman e non Yachtman, per esempio? Nel peggiore dei casi, perché non Raceman?
La massima protezione di 20 atmosfere consente all'orologio di sopravvivere in qualsiasi condizione difficile, sia in mare sia a terra. Pulsanti in gomma dura evitano pressioni accidentali.
Un paio di caratteristiche principali dell'orologio sono un notebook e una batteria solare. Il notebook memorizza numeri di documenti personali, dati personali e diversi numeri di telefono di amici.
Fino alla fine degli anni Novanta, la batteria solare appariva solo come idea e mostrava quanto presto l'orologio potesse facilmente diventare "eterno", eliminando la necessità di sostituire le pile.
Inoltre, i moduli, sempre più ricchi di funzioni, hanno iniziato a divorare energia a vagonate e, di conseguenza, è necessario andare dall'orologiaio ogni due anni per installare una nuova batteria (e far controllare le guarnizioni di tenuta: lo so bene, visto che tra un po' Gigi passerà per la bottega se Rodio non me lo ruba prima con la sua zampetta lesta...).
Il pannello solare garantisce un'alimentazione costante laddove splende il sole; in assenza del raggio di sole (che il nome derivi da qui? Ray's man...?) l'orologio può risparmiare energia cessando di utilizzare alcune delle funzioni non attive. Questo è davvero conveniente e ora la necessità di monitorare la carica è scomparsa, perché è stata sostituita con l'indicatore di carica della batteria.
A questa serie appartiene forse il più raro di tutti i g-shock, che vedete in fotografia. Si tratta di un Raysman DW 9350 ideato per la Charles Darwin Foundation ed è noto come Galapagos Edition Raysman. Ha un'incredibile iscrizione incisa al laser sull'anello della lunetta, una speciale tartaruga gigante sul fondello e una tartaruga gigante nella retroilluminazione EL. Questo pezzo è stato indossato con parsimonia (e non da me, come capirete dal tatuaggio sulla mano non mia ma di un amico) e c'è solo qualche piccolo difetto. Carica alla grande e combinazione di colori davvero unica e accattivante.