giovedì 30 gennaio 2025

Cartoline orientali...

Stanco di ascoltare neri corvacci che gracchiano: "matrimonio!", candide e caste galline che chiocciano: "co-co-co-co-co-co-co-convivere? Mai!", oche che starnazzano della vita degli altri e altra fauna di casa nostra, bisognoso di sentir parlare di cose spirituali e non di demografia spicciola, di piccoli moralismi a chilometro zero e del Vangelo visto e vissuto dalla parte dei farisei, mi sono immerso in qualche lettura che speravo più ritemprante.

Ho lanciato l'amo verso Oriente e ho ripescato dalla memoria dei miei vecchi studi religiosi qualche pagina sul Buddhismo, una realtà estremamente complessa, difficile da riassumere nello spazio di un libro, impossibile in quello di un povero post su di un piccolo blog.

La vita del principe Siddharta Gautama, la sua profonda riflessione sull'esistenza, l'illuminazione, le quattro nobili verità, l'ottuplice sentiero: e tanta arte, tanta bellezza, tanti gesti delicati e suoni lontani che nulla hanno da invidiare a quelli di altre tradizioni. Altro che chitarrine e uattanciù.

Ruote di preghiera e immagini sacre invitano alla contemplazione...

Bodhisattva, spinti dalla compassione, diventano guide per altri umani nel raggiungimento del Nirvana.

Volti sorridenti si affacciano dalle finestre, dipinte e decorate, dei monasteri.

Entrando, si scorgono sulle pareti di questi luoghi dello spirito alcune inquietanti raffigurazioni di esseri terrifici che un po' ricordano talune rappresentazioni occidentali degli inferi.


Non è che abbia troppa voglia di indugiare sui diavoli altrui: e forse per questo, deluso, ho chiuso il libro, anche se riconosco la pregevole fattura delle rappresentazioni. 


Concludo la rassegna fotografica con uno scorcio di un monastero tra le impervie rocce del Buthan, dove l'eccessiva altitudine mi impedisce di andare (insieme alla scarsità di pecunia, per ora destinata ad altro). Evitate di dirmi che sarebbe stata una buona idea come meta per un viaggio di nozze, per favore: altrimenti, vi ci mando io... a quel paese!


Proprio in Buthan è ambientato "Lunana", un film che ho visto di recente in televisione e che racconta la storia di un giovane, inviato controvoglia come maestro elementare in un villaggio sperduto, dove gli abitanti vivono di pastorizia e alle finestre non ci sono vetri ma carta. 


Il suo sogno di diventare cantante di musica occidentale in qualche metropoli alla fine si realizza, ma nell'indifferenza degli avventori di un pub, prova la nostalgia per le sue montagne.


Yak Legbi Ihadar

lunedì 27 gennaio 2025

1945 - 2025, 27 gennaio

"Auschwitz III era l'inferno sulla Terra. Alle quattro del mattino si accesero le luci con le grida del kapò e sentii che picchiavano un uomo perché si era alzato troppo lentamente. Chi non aveva la forza di reggersi in piedi, quelli che erano peggiorati e i morti durante la notte nel sonno vennero messi da parte, non era difficile immaginarne il destino.

Per la prima volta mi accorsi che la morte ha un suo odore particolare, che non saprei descrivere, però in quella baracca gravava nell'aria qualcosa di putrido, oscuro e raccapricciante. Un tedesco doveva avere al massimo trent'anni, ma ai miei occhi sembrava più un cadavere vivente che una persona: era ridotto uno scheletro. Un polacco sfinito sopravvisse alla notte; al mattino dovetti aiutarlo ad alzarsi in piedi. Era allo stremo e al cantiere non lo rividi mai più."

Denis Avey, Auschwitz. Ero il numero 220543

venerdì 24 gennaio 2025

Auree geometrie microscopiche

Ernst Haeckel era uno zoologo tedesco molto dotato e dall'innegabile talento artistico, che ha prodotto disegni ancor oggi sorprendenti di molti organismi marini unicellulari come protozoi, radiolari e altri componenti del plancton

Nato nel 1834 e morto nel 1919, la sua eredità continua nel senso che ha coniato le parole "Ecologia" e "Phylum" che usiamo comunemente oggi. 

Nel regno della geometria sacra, i suoi incredibili disegni nel suo libro: "Art Forms In Nature" hanno acceso diverse generazioni di lettori, scienziati, filosofi e mistici per cercare maggiori conoscenze sui cinque solidi platonici, spirali auree e geometrie pentagonali rivelate negli esoscheletri di molte specie unicellulari, spugne calcaree e vari coralli.

Il suo lavoro ha anche reso popolari le opere di Charles Darwin in Germania.

sabato 18 gennaio 2025

Qual è l'età di LUCA?

Un camino idrotermale nelle profondità oceaniche: culla per la vita?

Il tema delle origini della vita sulla Terra ha affascinato a lungo gli scienziati: in particolare, alcuni si sono soffermati sulla natura dell'ultimo antenato comune universale (Last Universal Common Ancestor, LUCA). 

LUCA, la radice dell'albero evolutivo da cui si sono differenziati Bacteria e Archaea, rappresenta un nodo chiave nella storia della vita. 

Le caratteristiche, l'età e il ruolo ecologico di questo antico organismo offrono spunti critici sulla prima evoluzione della vita sulla Terra.

Si stima che LUCA sia esistito circa 4,2 miliardi di anni fa. Alcuni ricercatori dell'Università di Bristol e collaboratori internazionali hanno recentemente impiegato metodi innovativi per tracciarne la cronologia, utilizzando l'analisi del tempo di divergenza dei duplicati genici pre-LUCA, combinati con fossili microbici e registrazioni di isotopi, per stabilirne la posizione nella storia evolutiva.

Queste scoperte smentiscono le ipotesi precedenti secondo cui la vita non avrebbe potuto sopravvivere al bombardamento pesante tardivo, un periodo di intensi impatti di asteroidi verificatosi tra 3,7 e 3,9 miliardi di anni fa.

Per determinare l'età di LUCA, gli scienziati hanno impiegato metodologie basate su orologi molecolari, concentrandosi sui geni che si sono duplicati prima dell'esistenza di LUCA. Analizzando questi paraloghi universali, hanno ridotto al minimo le incertezze inerenti ai metodi precedentemente usati.

Questo approccio, noto come cross-bracing, ha permesso ai ricercatori di applicare più volte le calibrazioni fossili, migliorando la precisione delle loro stime. La loro analisi colloca l'età di LUCA a circa 4,2 miliardi di anni, in linea con le opinioni emergenti sull'abitabilità della Terra primordiale.

Il genoma di LUCA è stata una scoperta significativa. La riconciliazione filogenetica indica che aveva un genoma di almeno 2,5 megabasi, che codifica circa 2.600 proteine. Questa complessità genetica rispecchia i procarioti moderni, il che suggerisce che LUCA era ben lungi dall'essere un organismo semplice.

Probabilmente possedeva una sorta di sistema immunitario precoce, che alludeva ad antiche battaglie con i virus, e mostrava un metabolismo anaerobico, in particolare l'acetogenesi. Questi tratti hanno permesso a LUCA di prosperare in un ambiente geochimicamente attivo, utilizzando idrogeno e anidride carbonica per produrre energia.

Lungi dall'essere isolato, LUCA faceva parte di un ecosistema interconnesso. Il suo metabolismo forniva nicchie per altri membri della comunità microbica, mentre la fotochimica atmosferica supportava il riciclaggio dell'idrogeno. Questa interazione suggerisce che la vita sulla Terra ha rapidamente formato ecosistemi in grado di sostenere organismi diversi.

FONTI: 

https://www.thebrighterside.news/discoveries/all-life-on-earth-can-be-traced-back-to-a-single-common-ancestor/

https://scienceabovetheclouds.blogspot.com/2019/08/loki-asgard-e-prima-ancora-midichlorian.html

mercoledì 8 gennaio 2025

Due personaggi secondari...

Qualche giorno fa è stato trasmesso per televisione il film "Bach, il miracolo della musica", ambientato a Lipsia nel 1734, anno di composizione dell'Oratorio di Natale. Oltre al Kantor, erano in scena la seconda moglie, Anna Magdalena, e i figli di primo letto, ormai adulti e avviati alla carriera musicale. Del film ha già accennato Annamaria sul suo blog, Gioire in musica, e non me la sento di aggiungere altro. 

Vorrei soffermarmi invece su due personaggi secondari: il primo è Johann Adolf Hasse (1699-1783), compositore alla corte dell'Elettore di Sassonia, marito della celebre cantante Faustina Bordoni e infine maestro di musica a Venezia, presso l'Ospedale degli Incurabili. Sia Hasse sia la moglie sono sepolti nella città lagunare, nella chiesa di San Marcuola, in sestiere Cannaregio. Per i suoi funerali, Hasse scrisse un Requiem; e prima di quello ne compose anche altri, due completi di tutti i movimenti e altri stesi in parte.

Hasse compose un Requiem in Do maggiore alla morte dell'Elettore Federico Augusto II di Sassonia, avvenuta il 5 ottobre 1763. Solo poche settimane dopo, 17 dicembre dello stesso anno, morì anche suo figlio, l'elettore Federico Cristiano. Presumibilmente per questo motivo Hasse scrisse il Requiem in Mi bemolle, e per la mancanza di tempo utilizzò il Sanctus e l'Agnus di un Requiem in Si bemolle da lui composto in precedenza. Le sezioni principali di questo secondo Requiem - Introitus, Kyrie e Dies irae - risalgono probabilmente alla fine del 1763 e agli inizi del 1764.

Il Requiem in Si bemolle fu scritto probabilmente nella seconda metà degli anni Cinquanta del Settecento ed è disponibile in stampa per la prima volta presso la Carus-Verlag. Non si sa nulla dello scopo di questa bellissima opera, né se sia mai stata eseguita durante la vita del compositore. Forse la Guerra dei Sette Anni, nella quale fu coinvolto anche il datore di lavoro di Hasse, l'elettore Augusto III, potrebbe essere stata l'occasione che ha indotto il musicista a stendere l'opera. Il fatto che Hasse apprezzasse sicuramente la sua composizione è dimostrato da diverse inclusioni nei successivi Requiem in Do e Requiem in Mi bemolle.

Autore di un Requiem fu anche il secondo protagonista di cui vorrei parlare, che nel film non appare se non implicitamente: Johann Christian Bach (1735-1782), undicesimo figlio del Kantor e di Anna Magdalena. Nella finzione cinematografica ella rivela al marito, nel turbinio degli avvenimenti, di aspettare un figlio - dopo averne persi altri sette.

Johann Christian nacque e giunse all'età adulta. Perse il padre a quindici anni, fu ospite del fratello Carl Philipp Emanuel, che lo avviò alla musica; si trasferì a Milano, dove fu organista del Duomo per due anni e infine intraprese la carriera di operista a Londra. Per questo egli fu noto come il Bach inglese

Nella seconda metà del Settecento, Johann Christian era più famoso del padre: scrisse musica in stile galante e conobbe il piccolo Mozart, sullo stile del quale esercitò una notevole influenza. Ascoltate ad esempio i tre concerti K 107. Pessimo amministratore delle sue risorse economiche, morì in povertà. Aveva la mia età.


J. C. Bach, Sonata op. 17 n. 6

venerdì 3 gennaio 2025

Primi giorni del nuovo anno...

 Nell'ultimo post ho tralasciato di accordare degli auguri speciali che recupero qua sotto:

Intanto scorro le notizie, i nomi degli ultimi nati dell'anno passato e quelli dei primi del nuovo. E poi l'occhio mi cade su questo:


Io guardo ai nuovi nati e c'è chi pensa a nuovi cimiteri nel timore di nuovi morti in nuove guerre. Più che di costruttori di cimiteri, questo mondo ha bisogno di costruttori di pace. Non di persone pacifiche, ma di pacificatori. "Beati..." - li chiamava Qualcuno - "... figli di Dio". 

E don Tonino Bello: "La pace è finita, andate a messa". Andate a riscoprire i valori spirituali, qualsiasi essi siano; e, per un cristiano ancorato alla sua vera Tradizione (non alla consuetudine!), a nutrirsi alla mensa della Parola e del Pane, non per precetto ma con fede e speranza. Andate nel mondo con amore e carità; e siate mondi.


Stamattina, il mio risveglio è stato gratificato dalla presenza di una coppia di fagiani di monte che passeggiavano in giardino, indisturbati. I gatti erano chiusi in casa a sonnecchiare sul divano e là li ho tenuti. Vedere questi animali fianco a fianco è stato bello. Tra poco mi affaccerò alla finestra e vedrò cince e pettirossi svolazzare sui rami dei noccioli; e forse la gazza di vedetta in cima al noce. 

Mi dispiace che le vacanze stiano finendo: proprio ora che cominciavo a perdermi in appaganti osservazioni naturalistiche, dopo aver completato la stesura di un altro libro e aver abbozzato un lavoro da riprendere e limare. Chissà che il solito riposo influenzale (forzato cioè dall'immancabile influenza di febbraio, per la quale ancora non ho fatto il vaccino) non mi doni la possibilità di pensare un poco alla natura di cui faccio parte. La pace si costruisce anche partendo da qui e da qui cresce in silenzio, lentamente, come una foresta. 


Buon pomeriggio! MC






mercoledì 1 gennaio 2025

45 al quadrato...

 ... fa 2025. 

L'anno che è iniziato da poche ore è un quadrato perfetto: e qualcuno mi dirà di risparmiare la lezione di matematica in un giorno di festa. Va bene. Allora condivido questa foto, con un'ape che ronza sulla rosa d'inverno (Helleborus niger) in fiore.

E poi l'ultimo tramonto dell'anno bisesto: il trecentosessantaseiesimo...

Il mio cenone di capodanno? Eccolo: pasta in bianco e branzino al forno.

E poi, in pigiama davanti alla tv guardando Cime tempestose - una cosa davvero allegra, per attendere la mezzanotte. 

Abbiamo compiuto un altro giro attorno alla nostra stella, descrivendo un'orbita ellittica e supponendo che il sole se ne stia fermo in uno dei due fuochi, quando in realtà sappiamo che non è così. Non importa. A proposito di fuochi: non è mancato anche quest'anno uno stupendo spettacolo pirotecnico in paese, che ho ripreso a spizzichi e bocconi, ma devo montare il video. Accontentatevi di una foto...

La prima ora del nuovo anno è passata. La notte è ancora giovane per i giovani, ma per un povero vecchietto con la barba bianca e un'enorme pancia malata è giunto il momento di andare a letto.

Domani sarà il momento di leggere gli oroscopi e il solito articolo su Nostradamus e Baba Vanga che avrebbero predetto ancora guerre mondiali e altre sfighe: avete fatto caso che ogni anno i siti riportano lo stesso testo cambiando semplicemente la data? Annuncio questo: sicuramente il nuovo anno porterà per me una nuova pubblicazione. Stay tuned!