Ultimo giorno in città per questa settimana, gratificata da un weekend lungo, comprendente la Solennità di San Martino, patrono di Belluno.
Sfrecciando in Smart lungo la Sinistra Piave, trovo l'istante per scattare una foto alle montagne che sono un po' il simbolo della città, il Serva e il gruppo della S'ciara, mentre la nebbia emerge da fondo valle. A ponente, invece, Belluno è abbracciata dai Monti del Sole.
Uscendo dal lavoro, ammiro i monti che circondano l'Alpago.
Non mi capita molto spesso di contemplare da Lambioi, quasi in riva al fiume, il tramontare del sole.
Risalgo in città e vado in via Mezzaterra, cedendo la tentazione di acquistare qualche libro dagli Eddini e di bere un calice. San Martino: senza castagne, ben venga un bicchiere di vino...
Poi, prendo la strada di casa e alzando lo sguardo mi pare di intravedere da una finestra un profilo familiare...
... non è la Regina Elisabetta, quella? Che ci fa a Belluno?
Tornato a casa, ieri, dopo una cena frugale, mi sarebbe piaciuto guardare la televisione. Avrebbero passato bei film sul piccolo schermo: Pompei, Turner, Sherlock Holmes... ma niente da fare. La stanchezza mi ha condotto sotto le coperte.
Ah già... sotto le coperte si è infilato anche Rodio, con un'espressione un po'... così!
Buon fine settimana... e ricordate di segnarvi in agenda l'appuntamento con il tradizionale Concerto di San Martino!
Il 5 novembre 1879 morì James Clerck Maxwell all'età di 48 anni, a due anni di distanza dalla diagnosi di un cancro addominale - lo stesso male per il quale morì la madre, alla sua stessa età, quando lui era ancora un bambino.
La prima biografia di Maxwell, pubblicata da Campbell e Garnett appena due anni dopo la morte dello scienziato e tradotta in italiano da Paola Magi (con la prefazione di Giulio Peruzzi), ha insieme il carattere di un epistolario e di un romanzo di formazione.
Raccogliendo le testimonianze di chi lo conobbe da vicino, Campbell ci mostra aspetti poco noti della personalità del grande scienziato scozzese, seguendone lo sviluppo e la fioritura a partire dalla prima infanzia e dall’età scolare (con i termini di oggi, potremo dire che fu vittima di bullismo) fino all’insegnamento a Cambridge e alla direzione del Laboratorio Cavendish.
Le numerose lettere di Maxwell lasciano trasparire l’originalità della sua personalità e del suo stile, la sua inclinazione all’umorismo, la profondità e l’ampiezza della sua vita intellettuale.
Notevoli le osservazioni che egli scriveva ai suoi amici, in modo informale, spesso ironico e incline al paradosso, riguardo alla sua visione filosofica dell’uomo e del mondo; originale il suo stile epistolare – di grande vivacità, a volte oscuro, ma sempre ricchissimo di spunti e di arguzia – che spinge il lettore a guardare le cose da un punto di vista non convenzionale, offrendo a tratti gustosissime descrizioni di tipi umani, di situazioni di cui Maxwell è sempre pronto a cogliere il lato comico e a volte quasi surreale, a illuminarle di una luce folgorante (e non potrebbe essere altrimenti, per colui che ha scoperto che luce e fenomeni elettrici mostrano due volti di una medesima forza): «così da veder giù a diverse profondità attraverso la grande macina del mondo».
Iniziato nel 1875, due anni dopo la pubblicazione del più oneroso Treatise on Electricity and Magnetism, il Trattato elementare di elettricità resta incompiuto per la prematura scomparsa dell'autore: nel suo statusnon-finito mi sembra di rileggere (e riascoltare...) la storia del celebre Requiem di Mozart, al quale il compositore mise mano dopo le vertiginose altezze raggiunte con la composizione del Flauto Magico (e non solo per quei Fa sovracuti imposti alla voce nella celebre aria della Regina della notte).
Come il mozartiano Requiem fu terminato da Sussmayr, così lo è anche il Trattato elementare di elettricità - in seguito completato e rivisitato, anche sulla base del Treatise stesso, dall'amico Garnett che lo pubblica infine nel 1881, con risultati di assoluto rilievo: si tratta di un 'aureo libretto' in tutto e per tutto degno di figurare accanto al prezioso Matter and Motion e al discusso Theory of Heat.
Con la sua impostazione intende contenere gli oneri matematici presenti nel Treatise, così da avere in cambio la possibilità di meglio focalizzare la fisica sottostante. In questo senso, per esplicito intendimento di Maxwell, l'aggettivo 'elementare' va inteso nel senso preciso proprio degli Elementi euclidei: l'essenza ed il fondamento.
Maxwell, sensibile alle letture geometriche della fisica, fu affascinato dagli Elementi di Euclide, ai quali sempre si ispirò. Nell'attesa di pubblicare una seconda e riveduta edizione del Treatise, gli argomenti di questo volume espressero appieno il suo orientamento metodologico. Recentemente ho acquistato e iniziato a leggere la prima traduzione italiana, che contiene quattro scritti dedicati alla vita e al lavoro di Maxwell, firmati da Adriano Paolo Morando.
Litigano i miei gatti sul divano e litigano i candidati alle elezioni americane, uno dei due col supporto dell'uomo più ricco del mondo e l'altra parte col sostegno delle lobbies e del mondo industriale. Io non tifo per nessuna delle due parti: comunque vadano, ho come l'impressione che queste elezioni saranno seguite da tanta violenza che non si fermerà dentro i confini degli States.
Vorrei la pace: nel mondo e prima ancora in quel che rimane della mia povera anima. Purtroppo vivo ancora l'incubo di scelte che non voglio attuare e che altri vogliono impormi e per questo continuano a vomitare nella mia vita le solite antiche menzogne: matrimonio, famiglia, sociale, etc.
Non sono cristiano, non sono collettivista (di destra o di sinistra che sia); mi professo laico, liberale, agnostico (specialmente se interessarsi di questioni metafisiche alla fine vuol dire, alla fin dei conti, doversi sposare...) e soprattutto farmacista mancato.
Mi è stata negata l'ultima speranza di poterlo diventare quando, alla mia richiesta di iscrivermi all'università, mi è stato risposto (a firma della responsabile della didattica di facoltà - o meglio: di dipartimento di Scienze del Farmaco) che era ora di smettere di studiare e di pensare al matrimonio. A questo punto seguono un'infinità di improperi e di imprecazioni che lascio alla fantasia del lettore, il quale tuttavia non si permetterà di farmi la solita morale bigotta e borghese.
Non più ho voglia di amareggiarmi inutilmente, ma ho imparato che la libertà individuale ha un prezzo e che non vale la pena svenderla per false compagnie, per l'ipocrisia della comunità tanto predicata dai pulpiti o nelle piazze, per le consuetudini di una società occidentale, malata terminale, destinata presto all'exitus - che temo sarà assai cruento. Mi auguro di sbagliarmi, ovviamente, ma ritengo di non essere troppo nel torto...
Mancano solo due mesi alla fine dell'anno e mi pare ieri che sia cominciato. Il trascorrere del tempo è spesso oggetto delle mie riflessioni e la misura degli intervalli di tempo è stata l'oggetto di una lezione che ho sviluppato l'altra mattina, con un rapido excursus, dalle osservazioni sul moto apparente del sole alle meridiane, dalle clessidre agli orologi ad acqua per giungere, tappa per tappa, all'invenzione dell'orologio da polso, ai primi modelli digitali e infine agli orologi atomici, che permettono di definire il secondo in relazione alle vibrazioni dell'isotopo del cesio con massa atomica 133.
Non mi sono soffermato sulla misura degli attosecondi (il miliardesimo di miliardesimo di secondo), che ha valso il premio Nobel per la fisica nel 2023 a Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L'Huillier: ci tornerò più avanti.
Oggi, Primo Novembre, con la Solennità di Ognissanti, la Tradizione vuol proporre ad un ascoltatore attento la meditazione di un'altra dimensione, rispetto al tempo: quella dell'Eternità, abitata da Dio e dalle anime di coloro che lo hanno seguito in vita per raggiungerlo in morte.
Una dimensione dalla quale l'Uomo d'oggi è distante, distratto e distolto dalla frenesia di una vita con l'acceleratore a tavoletta. Oppure da troppe illusioni e delusioni; o dall'obbligo di credere a menzogne e consuetudini, imposte con tanto di benedizione da chi dovrebbe tener aperta una finestra di cielo sulle miserie dell'esistenza terrena e invece fa di tutto per chiudere a troppe anime le porte di quel regno aperte a sì caro prezzo. Kyrie, eleison.