Carestia, freddo e guerre sono i suoi migliori alleati. Il tifo petecchiale, noto anche come tifo esantematico, tifo storico, tifo classico, tifo silvestre, malattia del pidocchio rosso, tifo trasmesso da pidocchi e febbre delle prigioni ha causato mortalità e morbilità nel corso dei secoli, e sul fronte orientale durante la Prima guerra mondiale ha portato alla morte di migliaia e migliaia di persone.
Probabilmente è una patologia che accompagna l'uomo da secoli, essendo gli individui del genere Homo l'unica riserva naturale del patogeno che causa la malattia. Alcuni studiosi ipotizzano che anche la Peste di Atene e quella di Siracusa fossero in realtà epidemie di tifo.
La distinzione dell'esantema del tifo da quello del morbillo si deve a Cardano, ma la descrizione originale del tifo è attribuita a Girolamo Fracastoro (1478-1553), che la inserì nel suo trattato sulle malattie infettive: De contagione et contagiosis morbis (1546). Le sue osservazioni durante le epidemie italiane del 1505 e del 1528 gli permisero di separare il tifo dalle altre malattie pestilenziali. Ha anche riconosciuto la trasmissione del tifo da uomo a uomo.
Per un'epidemia di tifo diffusasi proprio nel 1546 a Trento, Fracastoro, medico a servizio del Papa Paolo III e dei vescovi, fece spostare il Concilio a Bologna.
Durante la Guerra dei trent'anni, con le carestie, si diffuse anche il tifo, sia in Italia, sia nelle regioni della Germania, sia in Francia.
Il termine "tifo esantematico" fu introdotto nel 1760 dal medico francese Boissier de Sauvages (1706-1767). Grazie ai test PCR della polpa dentale di antichi resti di cadaveri provenienti da tombe, abbiamo ora la prova che il tifo e la febbre da trincea furono coinvolti nella decimazione degli assedianti di Douai (1710-1712), durante la Guerra di successione spagnola, nel 1765 a Napoli (con oltre 200mila morti, soprattutto tra i ceti meno abbienti, come testimoniato dai medici Pepe, Fasano e Sarcone) e affliggevano il soldati della Grande Armata di Napoleone a Vilnius nel 1812 dopo il loro ritiro dalla Russia. I reduci diffusero il contagio nell'Europa centrale, con la complicità della carestia nell'anno senza estate, e il morbo giunse nel 1817 anche in diverse città italiane. Il tifo ha mietuto le sue vittime anche durante e al termine della Guerra di secessione americana (1861-1865).
Nel
1909, si scoprì che il tifo epidemico era trasmesso da Pediculus humanus humanus, il pidocchio del
corpo. Il merito della scoperta va attribuito a Charles Nicolle che nel 1928 ricevette il premio Nobel per le sue
scoperte. Nicolle è stato in grado di trasmettere sperimentalmente il tifo dall'uomo agli scimpanzé
e poi ai macachi attraverso la trasfusione del sangue e, infine, da macaco a
macaco tramite un pidocchio del corpo.
Intorno al 1910, Howard Ricketts (1871-1910) scoprì l'agente causale della febbre delle montagne rocciose, chiamato
in suo onore Rickettsia.
Allo
scoppio della Prima guerra mondiale, una grave epidemia di tifo si diffuse in Serbia e nell’Europa
orientale. Il dottor Stanislao Prowazeck (1875-1915) si dedicò alla cura dei malati e scoprì che la patologia era causata da un microbo simile a
quello di Ricketts, oggi noto come Rickettsia prowazecki. Entrambi gli studiosi
morirono nel corso delle loro ricerche.
Il 2 settembre dell'anno scorso, Google ha celebrato con un doodle il genetliaco del medico e immunologo polacco Rudolf Weigl (1883-19. A Weigl va il merito di aver prodotto il primo vaccino efficace contro il tifo epidemico.
Nel doodle, Weigl tiene una provetta tra le mani guantate. Ci sono disegni di pidocchi sul muro, sul lato destro, e un corpo umano e altri pidocchi a sinistra. Il lavoro di Weigl è stato premiato con due nomination al Premio Nobel.
Egli nacque nella città austro-ungarica di Przerów (nell'odierna Repubblica Ceca), studiò scienze biologiche presso l'Università di Lwów in Polonia e fu stato nominato parassitologo nell'esercito polacco nel 1914. Poiché milioni di persone in tutta l'Europa orientale erano afflitte dal tifo, Weigl divenne determinato a fermarne la diffusione.
I pidocchi del corpo erano noti per trasportare i batteri che infettano il tifo - la Rickettsia prowazekii; quindi Weigl ha adattato il minuscolo insetto in un campione di laboratorio. La sua ricerca innovativa ha rivelato come usare i pidocchi per propagare i batteri mortali che ha studiato per decenni con la speranza di sviluppare un vaccino.
Nel 1936, il vaccino di Weigl ha salvato con successo il suo primo beneficiario. Quando la Germania occupò la Polonia durante lo scoppio della Seconda guerra mondiale, Weigl fu costretto ad aprire un impianto per la produzione di vaccini. Ha usato la struttura per assumere amici e colleghi (molti ebrei e dissidenti politici a rischio di persecuzione sotto il nuovo regime).
Si stima che circa 5.000 persone siano state salvate grazie al lavoro di Weigl durante questo periodo, sia grazie ai suoi sforzi diretti sia grazie alle migliaia di dosi di vaccino prodotte e distribuite a livello nazionale. Oggi Weigl è ampiamente lodato in patria come uno straordinario scienziato ed un eroe.
Durante la Seconda Guerra mondiale, ancora a Napoli, il tifo ritornò nel 1943: la sua diffusione fu contrastata cospargendo le persone con il DDT al fine di uccidere i pidocchi vettori dell'agente patogeno, come è documentato da un video dell'Istituto Luce.
Solo qualche anno dopo si avranno a disposizione il cloramfenicolo e le tetracicline, gli antibiotici più utilizzati nel trattamento della malattia.
L'epidemia di tifo è una malattia imprevedibile che può riemergere improvvisamente quando l'organizzazione sociale viene sconvolta, come è stato osservato nel 1997 tra i rifugiati della guerra civile del Burundi in Africa centrale.
Le guerre sono condizioni ottimali per la proliferazione dei pidocchi del corpo e delle malattie ad essi associate. Pertanto, il controllo dei pidocchi, vestiti puliti e insetticidi costituiscono un aiuto al fine di evitare disastri causati da tifo, febbre da trincea e febbre ricorrente durante le catastrofi umanitarie.
FONTI
https://www.news18.com/news/lifestyle/rudolf-weigl-birth-anniversary-2021-google-doodle-honours-polish-biologist-who-invented-typhus-vaccine-4155281.html
https://microbiologysociety.org/publication/past-issues/world-war-i/article/typhus-in-world-war-i.html
Harrison, Principi di medicina interna e terapia, vol. 2.
M. La Placa, Microbiologia medica, ed. Edises.