martedì 28 maggio 2024

Ragione vs Sentimento

Dopo la pur breve esperienza di ricovero, ragione e sentimento confliggono aspramente in me. Mi perdoni Jane Austen se prendo a prestito due termini usati per tradurre il titolo di un suo romanzo, Sense and Sensibility: non di questo voglio parlare, ma di un conflitto interiore che mi strazia, quasi quanto l'aquila - vendetta di Zeus - fa con i visceri del povero Prometeo in questo dettaglio di un'opera di Rosa. Giusto per restare in tema di organi endoaddominali...


Da un lato, la ragione a cui alludo mi porta a ringraziare di cuore e incessantemente chi di me ha avuto cura con professionalità e competenza, chi mi è stato vicino (anche semplicemente via whatsapp), chi ha avuto misericordia ed è venuto a trovarmi. La ragione mi rende grato anche per le persone che ho conosciuto in un momento per me drammatico e pur sempre... vivo. 

La ragione mi porta a celebrare - come sempre - il progresso delle scienze (chimica, fisica, biologia) e, in particolare, il successo delle loro applicazioni alla medicina: dalla scoperta di antisepsi e asepsi all'avvento dell'era antibiotica, dai raggi X di Roentgen alla Tac - solo per citarne alcune di cui, mio malgrado, ho avuto esperienza diretta qualche giorno fa. Cose che ho insegnato convintamente in questi anni e anche nel corso dell'ultimo anno scolastico, ricordando a lezione Pasteur e Koch, Semmelweis e Lister, Ehrlich e Fleming.

Il sentimento rema in direzione contraria e mi porta in queste ore a rifiutare a livello cosciente tutto ciò che sa di medico e di sanitario, tanto che cambio canale solo a vedere in tv il Dr. House. Questo rifiuto cosciente probabilmente maschera invece, a livello profondo, il rifiuto dell'ennesima presa di coscienza della mia fragilità, del mio ineluttabile destino e del fatto che la data di scadenza si sta presto (quanto presto?) avvicinando. 

Prima o poi, Atropo impugnerà le sue forbici e reciderà il mio filo: mi auguro solo, in quel giorno, di non essere più (e mai più!) in un letto d'ospedale, ma steso sul divano di casa mia, oppure in qualche luogo remoto e lontano, tra quelli che vorrei visitare. Questa sia la sera della mia giornata.  


Intanto, il rifiuto si mesce alla nausea e il meteo certo non aiuta, con l'aria fredda che spira e la pioggia che continua a scendere, quasi che il cielo voglia piangere un'imminente fatal quiete. Non quest'ultima temo, ma le burrasche che potrebbero precederla. Una sola preghiera: sia per me breve e lieve il transito, nel silenzio e nella meraviglia. 


Beethoven, Sinfonia Eroica, Marcia funebre - Berliner Philarmoniker, Abbado

sabato 25 maggio 2024

Finalmente!!!


La presentazione "non s'avea da fare" ed invece... "ea fu". Ieri sera, a più di un anno dalla sua pubblicazione, ho presentato "Incoscienze naturali" al pubblico del Mondadori Bookstore in via Mezzaterra a Belluno, la mitica Libreria degli Eddini  di cui sono diventato da qualche anno affezionato cliente e, per una sera, anche ospite.


Ha presentato il tutto il dottor Manolo Piat, geologo e divulgatore scientifico, conferenziere ed organizzatore di eventi a 360° per promuovere la Scienza (e la sua scienza in particolare, la geologia, ma non solo quella). 

Conoscerlo di persona in questa occasione è stato per me un grande onore e anche dialogare con lui davanti al pubblico non solo dei contenuti del mio libro ma anche di idee, progetti e ambizioni per il territorio e la città in cui viviamo. 

 
La serata ha fornito ai convenuti l'opportunità di vedermi in giacca (no, la cravatta no: giammai!): cosa assai rara - l'ho indossata l'ultima volta per la laurea e solo perché obbligato.

Come ogni evento che si rispetti, ha avuto termine in Taverna per una cena tra amici. E qui lo scrivente, ormai ex buona forchetta, si è riempito la bocca di chiacchiere perché altro non poteva fare. 

Mentre gli altri mangiavano pappardelle, paccheri e spaghettoni trasudanti sughi e intingoli di ogni sorta, io - con profonda invidia - ingerivo a piccoli pezzi patate lesse e formaggio con miele di castagno. Poi, di fronte alla visione dell'entrecote di puledro mi sono sentito come Tantalo suppliziato.


Mi par d'essere sognando / fra giardini e fra boschetti - come nel finale del primo atto della rossiniana Cenerentola: i ruscelli sussurrando / gorgheggiando gli augelletti / in un mare di delizie / fanno l'animo nuotar... tuttavia, il brano conclude in crescendo (ci mancherebbe!): ho paura che il mio sogno / vada in fumo a dileguar.

NOTA: le foto della serata qui pubblicate sono rielaborazioni di scatti originali di A. Zanetti, che ringrazio per il servizio.

martedì 21 maggio 2024

Da segnare in agenda...

Credo sia giunto il momento di ricordare, a me stesso e a voi, l'appuntamento di venerdì 24 maggio alle 18, presso la Libreria degli Eddini...

Già doveva essere fatto a febbraio, ma poi il Covid mi ha costretto in casa per una decina di giorni, come ho raccontato QUI.

Poco è mancato che anche questa volta l'appuntamento dovesse essere annullato, a causa di un fortuito ricovero presso l'Ospedale San Martino di Belluno per un problema intestinale - che non descrivo. 

Parafrasando Manzoni: "questa presentazione non s'ha da fare, ne domani, ne mai". E invece si farà: sono stato dimesso poche ore fa, dopo una settimana di degenza per una terapia a base di antibiotici.

Steso sul letto dell'ospedale attaccato alla flebo (che subito ho associato al termine latino che significa "piangerò", sebbene l'etimo corretto attinga al greco phlebs = vena e klisis = lavaggio), le ore erano interminabili. 

Sono riuscito a leggere "Buchi bianchi" di Rovelli ma mi sono fermato al terzo capitolo de "La teoria del tutto" di Hawking; e il resto del tempo (una settimana) l'ho passato a scorrere sullo schermo del telefonino gli spettri 1H-NMR delle molecole dei farmaci (sopra vedete il profilo di quello della ciprofloxacina: se lo raccontavo in giro mi passavano di corsa in psichiatria...) e a rispondere ai numerosi messaggi che mi hanno portato la vicinanza di molte persone: amici, colleghi, alunni, ex alunni e anche dei loro familiari. A tutti loro e soprattutto al personale sanitario (medici, infermieri, operatori...) va il mio più sentito ringraziamento.

A tutti voi rinnovo l'invito per venerdì da Edda ed Alberto in via Mezzaterra a Belluno!


L. van Beethoven, Larghetto - dal Concerto per violino op. 61

lunedì 13 maggio 2024

Dedicato all'aurora...

Venerdì mattina ho proposto una breve lezione sulla struttura dell'atmosfera, di cui ho già detto qua e là nel blog e della quale avrei in animo di raccontare qualcosa in una prossima pubblicazione cartacea, senza cedere alla tentazione di parlare di clima e argomenti affini - che lascio volentieri agli esperti. Magari potrei parlare di meteo, visto che ho spesso la testa tra le nuvole: QUI. Anche no!

Ho insistito particolarmente sul fatto che la "ionosfera" sia stata scoperta in seguito all'invenzione delle trasmissioni radio: ne avevamo parlato ricordando la nascita di Guglielmo Marconi, QUI.

Nella ionosfera avvengono quei fenomeni noti come aurore polari: boreali se a N, australi se a S. Il nome di aurore fu dato da Galileo e un primo tentativo di spiegazione si deve a Kristian Birkeland, nel 1867, che tuttavia non poteva provarlo sperimentalmente. Le aurore coinvolgono il vento solare, un flusso di particelle elettricamente cariche alle quali fa scudo il campo magnetico terrestre. 

Poi sabato mattina scorro brevemente le notizie e leggo quanto riporto sotto in un paio di screenshot.

Mi dico particolarmente felice perché, chi mi ha ascoltato, ha avuto modo di riscontrare a breve giro di posta la bellezza di un fenomeno raro a vedersi, alle nostre latitudini.

Spesso si ricorda la grande aurora boreale del 25 gennaio 1938, che tra le valli dolomitiche (e non solo) fu percepita dai contadini come un immenso incendio e che - si dice - impressionò Hitler, il quale vide riflesso nel colore rosso del cielo quello del sangue che sarebbe stato versato negli anni successivi. 

Era la vigilia della Seconda Guerra mondiale, predetta (per chi crede in queste cose) a Fatima: "quando il cielo sarà illuminato da una luce sconosciuta, è il grande segno che il mondo sarà castigato da guerra, fame e persecuzioni...".

In effetti, nel 1938, la spiegazione scientifica del fenomeno dell'aurora era sconosciuta anche ai dotti: l'esistenza della ionosfera era appena stata confermata, gli studi sui raggi cosmici erano sul punto di portare a grandi scoperte (muone, pione), e le fasce di Van Allen saranno evidenziate alla fine degli anni Cinquanta

Solo negli anni Sessanta del secolo scorso, quindi, si provò compiutamente che Birkeland aveva visto giusto: un flusso di particelle provenienti dal nostro sole, accelerato per effetto del campo magnetico terrestre, ionizza le molecole dei gas rarefatti ad alta quota. Semplificando ulteriormente, se il gas è ossigeno, il cielo si colora in verde; se è azoto, in rosso. 

In realtà, quello avvistato lo scorso weekend è un SAR, un fenomeno simile, ma dalla spiegazione più complessa e il rosso è dovuto al passaggio di elettroni dell'ossigeno da tripletto a singoletto e viceversa, indotto dall'interazione elettromagnetica del vento solare con le fasce di Van Allen.

A proposito di rosso: vorrei leggere domattina non che il cielo notturno si sia tinto di nuovo, ma che la terra abbia smesso di colorarsi del sangue versato da troppe persone che ancora sono calpestate dalla follia della guerra. 

NO ALLA GUERRA!

sabato 11 maggio 2024

Nuovi e infiniti orizzonti...

Si avvicina la conclusione dell'anno scolastico. Si avvicinano gli esami. Ultimi sforzi per (quasi) tutti: per gli alunni che devono confermare buone valutazioni, per quelli che devono tentare di recuperare qualche insufficienza, per quelli che prenderanno atto di un esito non felice dello scrutinio e anche per i docenti alle prese con gli adempimenti finali. Solo chi dovrà sostenere la maturità e chi invece dovrà riparare ad agosto non potrà ancora sospirare l'agognata conclusione.

Io, nonostante la fiacchezza si faccia sentire, mi diverto soprattutto ad osservare i maturandi alle prese con gli studi di funzione: dominio, zeri, positività, limiti, asintoti, derivata prima (andamento, massimi e minimi), derivata seconda (flessi, concavità, convessità).

Guardate il grafico della funzione y = (4-x) exp (-1/x), tracciato con Geogebra:

Sopra, osservate il dettaglio dell'andamento nei pressi dell'origine degli assi cartesiani, con il massimo relativo; sotto, il piano ingrandito, che mette in evidenza l'esistenza di un minimo relativo e di un asintoto obliquo, che si calcola come spiegato con un esempio molto simile QUI.

A voi il piacere di calcolare l'equazione di questo asintoto e a me quello di ricordare come mi augurassi, un quarto di secolo fa, che la prova di matematica dell'esame di "maturità" fosse l'ultima della mia vita. Mi sbagliavo chiaramente. 

Quando mi iscrissi a chimica, una decina d'anni dopo e dopo un percorso post-diploma su tutt'altre tematiche, dovetti sostenere esami di matematica o esami nei quali la matematica era fondamentale per affrontare certe questioni. D'altronde, "ciò che non si può misurare non si può migliorare" - diceva Lord Kelvin. Gli faceva eco Poincaré: "l'universo è un'equazione differenziale". 

Al di là del fatto che la scelta di chimica fu un ripiego (come vi è noto, in realtà volevo studiare farmacia) nella piena consapevolezza che chimico, di mestiere, non lo sarei mai stato, devo realizzare che, di tutti i contenuti affrontati durante gli anni universitari, mi è rimasto proprio questo: un sempre più crescente interesse per l'analisi matematica

Di certo non correrò ad iscrivermi nuovamente presso un ateneo (basta, ho dato), ma mi propongo di trascorrere molto tempo in silenziosa compagnia di Leibniz, di D'Alembert, di Laplace e di opere geniali concepite da altre illustrissime menti, per buona pace di chi avrebbe voluto invece vedermi in deliziosa compagnia di moglie e figli. No, no: meglio numeri e funzioni, spazi multidimensionali e altri infiniti orizzonti

venerdì 3 maggio 2024

Appunti di lezione sul 1831... ???

Il 1831 è l'anno in cui Chopin compose lo Studio in Do minore, noto come "La caduta di Varsavia", e il Gran Valzer brillante in Mi bemolle op. 18, con cui ho aperto il post. 

Rossini, lasciate per sempre le scene dopo "Guglielmo Tell", si dedicava alla gastronomia e alla musica sacra, cominciando a scrivere i primi numeri dello "Stabat Mater".

Intanto, il giovane Darwin, neolaureato a Cambridge in teologia anglicana, litigava col padre (che copione originale...), il quale ostacolava la sua partenza per un lungo viaggio a bordo del Beagle - proprio quel viaggio che gli cambiò la vita e cambiò la storia delle Scienze della vita.

Sempre in quell'anno, Michael Faraday - figlio di un fabbro, rilegatore di libri, domestico e assistente di Davy, poi professore di chimica - si dedicava ad esperimenti con l'elettricità e i magneti.

Se una corrente elettrica genera un campo magnetico ... - come rilevarono Oersted, Ampere, Laplace, Biot, Savart e altri -  ... se una corrente elettrica genera un campo magnetico, perché un campo magnetico non potrebbe generare una corrente elettrica? 

Faraday ebbe il merito di dimostrare sperimentalmente questa possibilità e di enunciare la legge che interpreta il fenomeno. In parole semplici, un campo magnetico variabile induce in un conduttore una corrente elettrica. Tale corrente è chiamata corrente indotta.

Dal punto di vista matematico, la legge è espressa dalla formula seguente, nella quale il segno negativo rappresenta matematicamente la legge di Lenz

Il fisico russo Emilij Christianovic Lenz, che cominciò a occuparsi di elettromagnetismo proprio nel 1831, osservò che il verso della corrente indotta tende ad opporsi alla variazione del flusso che l'ha generata.

Facendo l'analisi dimensionale, si capisce forse meglio come questa formula rappresenti effettivamente un legame tra:

  1. il flusso di un campo magnetico (misurato in Weber, Wb), un lavoro (in Joule, J) e una corrente elettrica (in Ampere, A);
  2. il flusso, un potenziale elettrico (in Volt, V) e il tempo (in secondi, s).

Riporto un breve commento alla legge di Faraday - Neumann - Lenz dato da Richard Feynman, il quale rifletteva come il flusso del campo magnetico vari sia che si muova il magnete e il circuito sia fermo o, viceversa, sia che il magnete sia fermo e si muova il circuito:


Poiché il 1831 è anche l'anno della morte di Hegel, vorrei azzardare (e ripeto che di un mio azzardo si tratta!) una lettura alla luce della dialettica hegeliana della legge di Faraday - Neumann - Lenz:

  • Tesi: la variazione del flusso di un campo magnetico genera in un conduttore una corrente indotta.
  • Antitesi: il verso della corrente indotta è tale da opporsi alla variazione del flusso che l'ha generata.
  • Sintesi: se il campo magnetico aumenta, la corrente indotta presenta verso opposto rispetto alla corrente che aveva generato il campo stazionario iniziale (per creare un flusso "differenziale" che prova ad annullare l'incremento generato dalla corrente che origina il fenomeno) mentre se esso diminuisce la corrente ha verso concorde (in accordo con il principio di azione e reazione).
Sembra già adombrato in qualche modo l'enunciato generalizzato qualche decennio dopo da Le Chatelier: un sistema all'equilibrio, perturbato da una causa esterna, reagisce alla perturbazione minimizzandone gli effetti.

Nel 1831, il 13 giugno, nacque anche James Clerk Maxwell: il fisico e matematico scozzese che ebbe il merito di riordinare le conoscenze sull'elettricità e sul magnetismo, scoprendo che tali fenomeni erano in realtà manifestazione di un'unica realtà, il campo elettromagnetico. 
Egli concluse il lavoro, intitolato "Trattato sull'elettricità e sul magnetismo" e pubblicato nel 1873, ipotizzando l'esistenza delle onde elettromagnetiche, dimostrata sperimentalmente da Hertz nel 1886 e sfruttata da Marconi nell'invenzione della Telegrafia senza fili


Maxwell non ebbe la soddisfazione di vedere le scoperte di Hertz e le applicazioni di Marconi: morì di cancro a 48 anni, nel 1879, anno in cui nacque Albert Einstein, altro fisico al quale ha preparato la strada. 

mercoledì 1 maggio 2024

1+ 5 = 2 + 4


Primo maggio. Nei giorni precedenti c'era ancora la neve sui monti che verso nord abbracciano Belluno.


Schiara con la neve: ecco qua lo scatto, in bianco e nero.


Ed ecco una cartolina da Pralongo di Zoldo, risalente a dieci giorni fa e non a gennaio. Grazie, Vise!


Con o senza neve, il ricordo dei caduti sul lavoro e in ogni guerra è sempre un dovere civico.


Prendiamoci una breve pausa per meditare sulle note dell'Adagio di Barber, contemplando il monumento ai caduti della provincia di Belluno, progettato dall'ingegner De Castello negli Anni Cinquanta. Sia sempre vivo il ricordo di chi è morto per darci una vita migliore, una vita libera.