Il fascino di uno spettacolo pirotecnico nasconde un patrimonio di conoscenze che deve molto alla Chimica, anche se molte di queste conoscenze sono state accumulate nel corso dei secoli per via empirica.
Ippolito Caffi, Spettacolo pirotecnico a Castel Sant'Angelo in Roma. |
La polvere da sparo, con il suo uso pirotecnico, era nota ai cinesi; in Europa fu riscoperta da Ruggero Bacone (1214-1294) o forse dal quasi leggendario Berthold Schwartz (1318-1384), monaco di Friburgo in Brisgovia.
La varietà di colori ed effetti è legata al sapiente uso di composti di vari elementi chimici (oltre a salnitro, zolfo e carbone), alcuni dei quali sono rappresentati nella figura sottostante.
Un tempo a scuola si mostravano i saggi delle perle di borace e soprattutto i saggi alla fiamma: è nota la capacità di alcuni elementi di impartire colorazioni caratteristiche alla fiamma ossidante di un becco Bunsen. Tali colorazioni sono proprie di quell'elemento e permettono di riconoscerlo con una semplice tecnica di analisi qualitativa.
Forse è familiare il colore giallognolo della fiamma del sodio, che possiamo notare quando l'acqua della pasta deborda dalla pentola e finisce sulla fiamma del fornello a gas in cucina.
Meno familiare ai più è la fiamma (aria-acetilene) dell'Assorbimento Atomico - espressione che qui uso per indicare in modo improprio lo strumento per eseguire analisi qualitative e quantitative di assorbimento, emissione e fluorescenza, e che vi mostro in un breve video catturato durante una pausa dalle attività didattiche al terzo anno di università (bei ricordi...).
Il colore verde è dovuto qui al cloruro di lantanio, aggiunto alla soluzione acida per minimizzare l'effetto di eventuali interferenti.
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